martedì 14 maggio 2024

DEMOCRAZIA ITALIANA E DERIVA POPULISTICO - AFFARISTICA

A  LIVELLO  NAZIONALE  E  PERIFERICO

-  Da  www.talentilucani.it  -


 
POLITICA E AFFARI, COME SPEZZARE LA CATENA  

Di Redazione il

Il solo modo per salvare la democrazia italiana dalla deriva populistico-affaristica, che si sta riscontrando a livello nazionale e periferico, è una legge sui partiti con annesso finanziamento pubblico. Insigni costituzionalisti hanno ripreso il tema in questi giorni con una energia nuova, forse dettata dalla consapevolezza di una democrazia che è all’ultima spiaggia . Una legge sui partiti non c’è mai stata semplicemente perché allora i partiti avevano la consapevolezza di essere cardini di democrazia e si autoregolamentavano  con tanto di Statuto  , nel quale erano fissati le condizioni per l’adesione  volontaria, gli scopi associativi, i metodi di decisione,   la durata degli organi dirigenti,  e via dicendo. Finanche a disciplinare i comportamenti dei singoli, con l’introduzione di un organo di garanzia che aveva lo scopo di decidere se una persona era degna di essere candidata o , altrimenti, “impresentabile”. Si viveva con il finanziamento pubblico che era direttamene legato alla necessità di finanziare in chiaro la politica, allontanandola dalle tentazioni corruttive.  Con l’entrata in campo di Berlusconi, si è introdotto il leaderismo, cioè un sistema associativo legato all’identificazione di una persona con il partito, tanto più funzionale se alle quote di iscrizione , poca cosa per i costi della politica, si aggiungevano i finanziamenti personali del capo. Il risultato è che, almeno in un caso, è nato un partito-azienda, cioè un partito come ramo d’azienda addetto   al marketing politico, con tutto quello che ne derivava e deriva in termini di decisioni capaci di influenzare direttamente lo sviluppo dell’azienda, vedi leggi sulle tv private, sulla giustizia ecc ecc. Anche se Forza Italia è rimasta una anomalia per la dipendenza diretta da una azienda, la suggestione del leaderismo ha contagiato tutti gli altri partiti ,con la conseguenza che in molti casi sono stati messi in soffitta i congressi, ridisegnati i loghi con il volto dei capi, personalizzata la comunicazione , accentrato il potere decisionale al livello romano. La svolta populistica pentastellata di eliminazione del finanziamento pubblico ha finito col dare il colpo di grazia alla corretta rappresentanza democratica, con la politica che non solo ha cercato di finanziarsi in nero, ma ha personalizzato sul capo il finanziamento , creando rapporti più sotterranei e relazioni nascoste che si realizzano con lo scambio tra soldi e provvedimenti istituzionali. Il livello regionale, dopo i primi vent’anni di crescita giovanile, entusiastica e valoriale, si è presto adattato a quella svolta nazionale, diventando esso stesso un’azienda pubblica  in  grado di crearsi il consenso ,non tanto quello generale di una sana politica per la collettività, ma quello  particolare di gruppi o categorie con bandi fatti su misura, con provvedimenti formalmente trasparenti e legittimi ma sostanzialmente clientelari , discrezionali e diretti ad avvantaggiare destinatari specifici.

 

Continuando di questo passo, politica ed affari andranno a braccetto nelle forme più spregiudicate possibili,  grazie ad un buldozer governativo che sta spianando la strada all’illegalità , con provvedimenti che privilegiano l’affidamento diretto di opere o incarichi per cifre altissime, che aboliscono il controllo contabile della Corte dei Conti, che tolgono risorse alle indagini su corruzione e concussione, che moltiplicano le relazioni illecite con i subappalti selvaggi, che depotenziano l’Autorità contro la corruzione, e via dicendo.

Così, mentre tutti sbandierano moralità e senso dello Stato, non si trova un partito che voglia seriamente porsi il problema di moralizzare la politica, presentando una legge di disciplina della rappresentanza democratica , alimentando il dibattito sui temi etici e concorrendo a staccare le mani dei decisori istituzionali dalla marmellata della convenienza personale.E se non si trova un partito, capace di immolarsi come un agnello a Pasqua,  almeno le grandi associazioni , le organizzazioni sindacali, i movimenti di massa, perrchè non intervengono raccogliendo le firme per una proposta di legge di regolamentazione della politica rappresentativa? Una volta si prendevano i soldi per il partito, ora il partito viene sostituito da tasche di persone in carne ed ossa. Dove andremo se qualcuno non si pone il problema di frenare questa corsa  verso l’abisso?

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