-Da "PILLOLE" di Gian Carlo Marchesini in www.calderano.it-
"Mi par di capire che c'è chi sostiene e teorizza che sulle vicende di un
luogo è legittimato al diritto di parola solo chi ci abita. Detto in parole più
esplicite: se non sei di qui, se non ci vivi, devi stare zitto e farti i cavoli
tuoi. Come se fossero bene accetti solo i residenti, mentre gli stranieri
possono essere tollerati, ma non necessariamente graditi. Ma
non è il principio leghista per eccellenza? L'Italia agli italiani, Maratea ai
marateoti, Acquafredda agli acquafreddari:. Ma la
scelta giusta non dovrebbe essere quella di sentirsi cittadini del mondo,
locali e insieme universali? Ma allora avevano ragione
don Peluso e l'altro prete di Sanza ad aizzare la popolazione indigena contro
Costabile Carducci e Carlo Pisacane, sbarcati con i loro patrioti uno ad
Acquafredda e l'altro a Sapri: si trattava di forestieri invasori e quindi
andavano necessariamente eliminati? Credo di cominciare a
capire il grande successo della Lega anche nelle regioni del Sud: per l'invito
a rintanarsi nel localismo protettivo. Ma non è
che i dialoghi sbandierati sono in realtà monologhi tanto dotti quanto
autoreferenziali? Io penso che la strada giusta sia quella indicata da Sindaci
come Mimmo Lucano e Angelo Vassallo: e cioè da chi salva e accoglie i migranti
come cittadini che possono essere formati e integrati
diventando una risorsa per tutti, e da chi tutela l'integrità del proprio
territorio a costo di rimetterci la vita".
Nessun commento:
Posta un commento