- Articolo di Nicola SAVINO* -
Secondo esperti come G. Guzzetta e F. Cicchitto , su Il Dubbio del 25- 8, il nostro guaio è infatti tanto grosso che nemmeno il ritorno al proporzionale basterebbe a superarlo!
E’ vero che Il ritorno delle preferenze favorirebbe il rapporto tra elettore ed eletto ed un po’ di argine al potere delle Segreterie nazionali- Tuttavia non basterebbe a ridimensionarle, perché, come ricorda il prof Cassese, “oggi il potere dei partiti è massimo (ed) il loro status democratico ..al minimo….” per l’ assenza dei “meccanismi della democrazia interna”. E’ infatti rimasta inapplicata la seconda parte dell’art 49 della Carta, che prescrive il “metodo democratico per concorrere alla determinazione della politica>.
Finché il Muro di Berlino (la Guerra fredda) <spaccò il mondo secondo opposte ideologie>, i Partiti furono rigidamente coesi intorno alle loro identità; ed al loro funzionamento e a quello del sistema non fu di alcun ostacolo la piena libertà di associazione, perché tutelata dalla “moralità” interna, ereditata dalla la Resistenza.
Dopo il 1989, Essi non vollero però adeguare i loro Statuti alla Carta (né i Sindacati all’art. 39): rimasti a tal punto gelosi della loro libertà che qualsiasi gruppo di Cittadini, anche se espressione di pessimi ambienti, può presentare liste e concorrere alla guida delle Istituzioni! Con i soli limiti di raccogliere direttamente un certo numero di firme, di elencare le spese elettorali ed i finanziatori che avessero versato una cifra superiore ad un certo limite.
All’inadempienza costituzionale, resa “legale” dall’assenza della legge applicativa del suddetto art 49, si sono poi aggiunti il frequente e sempre più facile “trucco” delle tessere false e la forte difficoltà di controllo sulle identità: impossibile in Sezioni affollate da “settori” minacciosi “ (chi, frequentandole, non ne ha fatto esperienza ?)
Per questa via, man mano, i Partiti-infiltrati- son divenuti preda di “corpi impropri”, tanto più determinanti quanto più dotati di danaro e di spregiudicatezza per manovrare tessere! Con la sostanziale copertura dei vertici che, già prima di essere espressi da questo sistema ma quando il consenso è divenuto obiettivo sommo, minimizzavano il “maccanismo” come normale dinamica tra le “correnti”. Di qui, anche il disinteresse (o ironico o infastidito o addirittura intimidatorio!) se la questione veniva sollevata in riunioni o con proposte di leggi parlamentari (vedasi la 4260 dell’11-10-89).
Con il Muro cadevano ufficialmente le ideologie e dunque le regole con cui l’esperienza resistenziale si era difesa dalle infiltrazioni dei corpi impropri , spie e opportunisti. Nella pratica, la crisi fu già in atto alla nascita delle Regioni, per l’ampliarsi delle candidature ed il moltiplicarsi dei poteri!
Nel ’70, cadde l’anzianità d’iscrizione al Partito quale requisito minimo di affidabilità; e così, persino in piccole regioni – che perciò sarebbero state meglio controllabili come la Basilicata- s’innescarono vicende di complessità e tragicità tanto “originali” da esser-ben presto ed anche a livelli istituzionali- non solo relativamente facile nascondere alla coscienza collettiva ma addirittura spacciare per persecuzioni su cui fondare titoli di merito e di servizio per il Mezzogiorno! Fatti documentati e facili da ricostruire, invece platealmente trascurati dagli storici (almeno locali!); forse nemmeno adeguatamente indagati nel contesto dei fenomeni che più affliggono le Regioni limitrofe e probabilmente riassorbiti e neutralizzati dall’esplosione di Mani pulite (’92), nel e per il clima di mortifica- zione generalizzata della Politica italiana!
Lungo questa linea, l’involuzione ha continuato tuttavia a “normalizzarsi”, nella prassi della più ampia -e talvolta spregiudicata- “libertà”: in una dialettica che-spesso anche con la Magistratura- è restata lontana dalla responsabilità civica e totalmente indifferente ad una qualche riflessione sulla prescrizione costituzionale!
Resta dunque integro il nodo <del come conciliare la “libertà” di associazione con l’obbligo del “metodo democratico”>, del controllo degli Statuti secondo la Carta, del loro puntuale rispetto e della stessa autenticità del tesseramento! Possibile una Commissione in ogni Assemblea elettiva che svolga questa funzione, in autonoma tutela della Politica?
Senza affrontare il problema alla radice, per risanare la nostra democrazia, non basterà dunque cambiare la legge elettorale!! (ns)
*già Parlamentare e Sottosegretario di Stato
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