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ATENEO DI BASILICATA: LA RETORICA NON AIUTA

spina di rosa
Chi vuole essere coerente con la serietà e la compostezza che il presidente Mattarella ha mostrato a Potenza nella inaugurazione dell’anno accademico, deve astenersi dalla retorica e dalla tentazione di dare a questa visita il significato di un giudizio di merito su come le cose vanno in Basilicata. E’ sicuramente un gesto di attenzione verso la Basilicata e verso la sua istituzione culturale scientifica più alta, frutto di una lotta di popolo e di una veduta lungimirante dei governanti dell’epoca. L’attenzione che dovremmo avere noi lucani nel comprendere come questa Istituzione può migliorare, come può evolvere, come può aiutare a portarci nel futuro. E la prima cosa che bisognerebbe fare è modificare la narrazione negativa che su di essa si fa, colpa anche, bisogna dirlo, dell’incapacità dell’Ateneo di proporsi alle scuole superiori della Basilicata, di aiutare i giovani a scegliere , portando dati e fatti che consigliano un ragazzo lucano a continuare gli studi nella sua terra. E dati e fatti ci sono, come dimostra l’apprezzamento che i laureati del triennio ricevono dalle altre Università quando scelgono un master fuori sede o come la capacità dello stesso Ateneo di tessere relazioni con Università italiane e straniere , o la importante e determinante presenza che l’Unibas ha nel sistema degli Incubatori e in quello dei cinque claster decisi dalla Basilicata rispetto alle nuove leve di sviluppo: l’energia, la bioagricoltura, l’aerospazio, l’automotive, l’industria creativa e culturale, Tutte occasioni nuove per contaminare positivamente quei settori attraverso il gioco di squadra di partnerariati e di living lab che si fondano su approcci disciplinari diversi ma convergenti verso un unico obiettivo.
Uno sforzo di modernità che va incoraggiato non solo come diffusione di prassi ma come approccio culturale di sistema. I problemi ci sono, è vero, e nei prossimi giorni avremo modo di approfondirli, ma una cosa va detto già da subito, ed è che la crescita dell’Università non può avvenire senza la contemporanea crescita del suo contesto urbano, della qualità dei servizi che esso offre, della qualità di vita complessiva che si respira. E qui pesano ritardi incredibili e carenze importanti, dalla realizzazione della nuova casa dello studente all’aumento dei posti letto ( sessanta posti in tutto, neanche la possibilità di sistemare uno studente per ciascun Comune). Si è detto che solo chi non ha soldi rimane in Basilicata. Non è così, ma se anche lo fosse sarebbe ancora più importante il ruolo che l’Ateneo ricopre, come riparatore di disuguaglianze sociali e possibilità di ancorare il merito alle capacità dei singoli e non al portafoglio delle famiglie. E quindi , per concludere, chi vuole mettersi sulle tracce della serietà e della compostezza portata da Mattarella in questa occasione, si dimostri pronto a riflettere sulle cose che gli competono per rendere attrattiva questa Istituzione , che sia Sindaco o presidente di regione o che sia classe imprenditoria, portando il contributo che si deve ad una causa nobile. Rifletta sul ruolo ancora inesplorato che l’Ateneo deve avere per la preparazione degli insegnanti in una scuola che si è degradata dal punto di vista della formazione continua, rifletta sulla logistica di due città capoluogo in relazione all’accoglimento degli studenti, rifletta sul grado di attrattività culturale che il contesto urbano offre , rifletta sugli investimenti anche privati da dedicare alla brevettazione, alla ricerca, alla creazione di start up. Chiediamoci come sarebbe stata la Basilicata senza questi quarant’anni di presenza dell’Università e portiamo nuova energia, vitalità ed impegno.
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