“La scrittura lega le parole e gli esseri, gli esseri tramite le parole, il lettore all’autore e i lettori tra di loro” - Marc Augé
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Biagio Schettino- 1918 |
Giorni fa è nata in me, avendone curata la pubblicazione sulla base dell’originaria versione tipografica, la curiosità di saperne di più circa il recente acquisto on line dal catalogo dell’Editore di una copia del libro da parte di un signore residente a Lodi, in Comune lombardo tanto lontano da Maratea.
Avendo suo nominativo ed indirizzo e mail, gli ho esposto la mia curiosità, come nipote dell’Autore, ed ho avuto immediata risposta, seguita poi da cortese telefonata.
Ho così appreso trattarsi dell’Ing. Antonio Burinato, Dirigente di grande azienda, il quale ha testualmente scritto:
“Io sono un appassionato di Prima Guerra Mondiale e nel 2015 notai alcune foto di suo nonno sul sito www.calderano.it.
In particolare, io conosco bene la zona del basso Trentino, compresa la Lessinia dove correva la linea di difesa arretrata e la cui storia ho approfondito, anche con l'accesso alle fonti disponibili all'Archivio dello Stato Maggiore dell'Esercito a Roma.
Le foto di suo nonno sono proprio di quella zona e, nel corso del tempo, sono riuscito a capire dove vennero scattate, oltre ad aver visitato i luoghi rappresentati in quelle fotografie.
Inoltre, il ten. Mario Salvi di Rovereto, comandante della 934a batteria, rappresentato in diverse foto, rispondeva in realtà al nome di Augusto Cofler, irredento trentino e quindi sotto falso nome.
Il mio interesse per il volume di suo nonno è quindi legato alla sua esperienza nella Prima Guerra Mondiale, in particolare al suo periodo in Lessinia.
Dalle fotografie si capisce che lui rimase in zona nell'inverno del 1917-1918 e che era ancora in zona nella primavera del 1918. Sono curioso di vedere che cosa scrisse su quel periodo, per capire quali altri particolari possano emergere.
Solo a titolo di esempio: il confronto tra una delle fotografie e la situazione attuale (estate, qualche anno fa).
Si tratta della cannoniera in caverna della batteria 934, su quattro pezzi da 149G, che rimase nella caverna fino a inizio luglio 1918, per essere poi spostata all'esterno sul dossone soprastante. La cannoniera era posta a Cima L'Aguz (allora denominata Lagus), negli Alti Lessini a una quota di circa 1.600 metri.
La costruzione della postazione in caverna venne iniziata sin dal 1915 ed è tuttora in un perfetto stato di conservazione”.
È stato bello sapere della passione dell’Ingegnere di Lodi, dalla quale è stato spinto a mettersi in contatto tempo fa con il sito web di Biagio Calderano e poi, di fatto, ad incamminarsi…sulle orme di quel ragazzo di Maratea, soldato in Trentino (cosa resa possibile grazie anche alla documentazione custodita nella “Raccolta storico-fotografica di Maratea – Calderano, aggiuntasi a quella esistente a Rovereto presso il Museo Nazionale della Prima Guerra Mondiale).
È stata davvero una piacevole, interessante e gradita sorpresa per me questa nuova conoscenza.
Nel ringraziare l’Ing. Antonio Burinato, il mio pensiero non può che andare a quel Maestro d’altri tempi, che rivive ancora attraverso le sue “Memorie”, in qualche modo, per così dire, da lui affidate a me ragazzino, allorquando già, con voce a tratti presa da commozione, me ne leggeva le bozze.
Di seguito il breve commento del Prof. Francesco Garramone, che ringrazio:
RispondiElimina"...E' proprio vero...solo le "opere" eternano...! Vedi un po' cosa è capace di fare un libro! E' stata una bella circostanza che ha stimolato l'approfondimento di fatti e luoghi di un "cultore" a noi lontano, ed allo stesso tempo un rinnovato e meritato ricordo del tuo caro nonno! Saluti