«…Una democrazia non può esser tale, se non sono democratici anche i partiti in cui si formano i programmi e in cui si scelgono gli uomini che poi vengono esteriormente eletti coi sistemi democratici».
- - Piero Calamandrei nell’Assemblea Costituente in occasione della discussione sull’art. 49 della Costituzione.
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Nicola SAVINO*
Poteva mai fare eccezione la nostra Basilicata se Guasto è il mondo, come titolava Tony Judt,”uno dei più eminenti intellettuali del XX secolo.., ed ora ancora più <guasto> di quanto non fosse nel 2010”( Salvadori, Da un secolo all’altro) ?
Scriveva Jundt: “abbiamo trasformato in virtù il perseguimento dell’interesse materiale personale …l’unico scopo collettivo che ci rimane…Ponendo al culmine gli interessi degli individui e respingendo le politiche del bene pubblico.. abbiamo smesso di dare (ad esso) la precedenza rispetto al privato (e perciò ci) riesce difficile capire perché il diritto debba avere la precedenza sulla forza”.
Da ciò anche siamo divisi circa la guerra, con il dubbio se sia colpa di chi si difende e di chi l’aiuta, o di chi non proclama unilateralmente la pace…! Nemmeno comprendiamo più la negatività del bonus gas, un fossile che non è di proprietà del Generale o dei Consiglieri e degli Assessori, ma che viene disinvoltamente usato per acquisire meriti personali e non per realizzare le infrastrutture che occorrono. Una Regione di Bonus in una Repubblica che “regala risorse dello Stato alle (varie) categorie, nella speranza che contraccambino il favore con il voto: (un) comportamento che, se fosse tenuto da un singolo candidato, con il proprio danaro, si tratterebbe di <voto di scambio>, perseguibile come reato”, benché siano tutti i contribuenti a pagarne il prezzo” (M. Monti, Corsera del 26/2).
La morale lucana è dunque mutata perché mutata quella corrente nel mondo, forse difficile da recuperare anche se nella Scuola si ricordassero davvero i valori della Carta! Come dunque meravigliarsi perché oltre la metà dei cittadini non va a votare? O per protesta o per sfiducia o indifferenti, comunque é la crisi del sistema!
In molti ci chiediamo come uscirne, e la domanda- specie in questi giorni-grava sul Partito dettosi Democratico, al Congresso in cerca del suo destino, con discussioni forse non inquadrate nella crisi che coincide con la caduta dei Valori di solidarietà-uguaglianza! “A cosa dovrebbe dunque servire il Pd” si son chiesti l’on. Brescia, proveniente dal Pci, lo scrittore Caserta, anche lui dal Pci, e Tonio Boccia, ex presidente DC della Regione?
Consapevole che la nostra Basilicata sta morendo, la risposta di Caserta è netta: <o, come diceva Amendola, il Sud saprà dire le stesse cose a Nord e a Sud: un netto no all’Autonomia ed abbattere lo sciagurato libero mercato.., oppure, senza una svolta meridionalista, non tornerò a votare PD>; la tesi di Tonio è più complessa “che gl’italiani si strutturino in partiti con univocità di programmi e, da maggioranza ed opposizione, assicurino governabilità efficiente”.
Intanto, Peppino, ritorna a sottolineare che <vuole un Pd con la sua identità culturale, riformista, progressista …, che torni “a battersi per lavoro, salute, istruzione” . Propositi da sottoscrivere, ma, con quali probabilità nello scenario descrittoci da Storici di valore e con il 60 % di non votanti anche a Sud ed in Basilicata? Come potrebbe realizzarli anche un nuovo Pd, ormai gracilissimo? Le idee dei Tre democratici (espresse sulla Chat degli EX), al fondo, coincidono con l“ adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”, di cui alla Carta; ma come mai è stato tanto difficile perseguirli? Perché da tempo prevalgono comportamenti non adeguati…e molti fanno “politica” per quell’interesse personale che Judt indicò ormai tendenza mondiale.
Ed allora, come uscirne? Forse almeno un po’ il nodo è nella scelta delle Guide: che siano capaci di fedeltà alla Carta! Ad esempio, non più silenti dinnanzi alla deriva dei bonus e dei rinnovi balneari o in accordo con Bossi- come ai tempi di d’Alema- per lo scambio tra Titolo V e caduta del Governo Berlusconi.
La lista delle cose da non fare (più) sarebbe lunghissima: anche per l’Autonomia, oltre l’intesa di cui sopra, molte quelle sotterranee (es. nella Commissione già presieduta da Giorgetti )! Per far la Politica che in tanti invocano, bisogna insomma convincersi che sono indispensabili i Partiti e che Essi, raccordano Società ed Istituzioni, se adottano il METODO DEMOCRATICO di cui all’art.49 CC.
Necessita dunque evitare offrano candidati con il motivo che “portano voti”, perché di qui deriva sia che la “riserva” clientelare si rafforzi a scapito dell’autorità del Partito, sia che, nella sua dinamica utilitarista, si saldi al malaffare e lo inietti nelle Istituzioni! Né le “Guide” sono da scegliere col metodo “tutti d’accordo” (perché non fanno ombra ad alcuno dei Capicorrente ,dunque privi di ’autorevolezza); ma solo se ha già mostrato serietà, coerenza ai Principi e doti personali tutt’altro che evanescenti! Occorrono le più brave, degne e capaci, che, per ottener fiducia, siano percepite tali anche dalla Gente.
La Democrazia si fa con i Partiti, ma il Partito è tale soltanto se democratico. Quando diventa collettore privato, strumento di arrivisti, non suscita più nemmeno un’illusione: e la Gente non andrà ai Seggi!
Guasto il mondo, lo si potrebbe raddrizzare anche da noi, nella povera Basilicata, se Schlein, ricostruisse, con uno straordinario impegno di Donne e Giovani, un Partito degno della fiducia nella Politica? La posta in gioco è troppo alta! ns
,*già Parlamentare e Sottosegretario di Stato
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