- Da Centro culturale "Josè Mario Cernicchiaro" Facebook -
Centro culturale Maratea ‘José Cernicchiaro’
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L'assedio al Castello era iniziato il 4 dicembre, mosso dai napoleonici per evitare che la costa di Maratea potesse divenire un punto di sbarco per le truppe anglo-napoletane in un disperato tentativo di riconquista del Regno.
Mandarini era un commerciante di Maratea (ne fu anche sindaco), privo di preparazione militare, che per una serie di rocambolesche circostanze si trovò alla guida di una banda di 600 insorti. Contro di loro si mossero 4500 soldati napoleonici, meglio armati.
Eppure Mandarini resistette per sei giorni, contando una sola perdita, contro i circa duecento caduti francesi.
La condotta di Mandarini fu brillante al punto che lo stesso Lamarque gli donò la sua sciabola e insistette per presentarlo a Giuseppe Bonaparte. Ma Mandarini rifiutò di passare dalla parte francese, andando in esilio in Sicilia. Lì fu snobbato da Ferdinando IV di Borbone, per cui si ritirò a Cefalù tornando a vivere di commercio.
In questa foto, tratta dal sito di Biagio Calderano, Maratea Castello oltre cento anni fa, con le case ancora quasi integre!


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