
SS. 18 A CASTROCUCCO
Da qualche giorno, si assiste ad una diatriba tra Regione Basilicata con l’Assessore alle Infrastrutture ed il Commissario con critiche reciproche, anche dure, circa il rispettivo operato sino ad intervento dell’Ing. Curcio, Capo della Protezione civile, che da Roma indica ora il percorso da compiere con urgenza onerandone il Sindaco-Commissario e resta in attesa…
- Da www.talentilucani.it -
La riunione convocata dal capo della Protezione Civile, Curcio, sulla strada statale 18 di Maratea è finita come doveva finire: con l’indicazione al Commissario straordinario, sindaco Stoppelli, di preparare siubito il piano dei fabbisogni finanziari degli interventi relativi al bypass e al conseguente monitoraggio del costone. Cioè la tesi della Regione, nell’ennesimo braccio di ferro del Dipartimento con un Commissario che è attentissimo a scaricare su altri le responsabilità di quello che bisogna fare. L’intervento diretto di Curcio , che tra l’altro ha sottolineato l’urgenza di questo adempimento, è da valutare come un ultimatum rispetto all’atteggiamento incerto del Commissario, nel senso che la complessità dell’opera non può permettersi pause o conflitti di competenza. Possiamo capire il timore di un Sindaco che è anche avvocato e, come tale, attento a non incorrere in atti che possano metterlo in difficoltà, ma la ratio del commissariamento è che ci deve essere una persona capace di far camminare svelte le carte, anche assumendosi qualche rischio. Siccome il futuro di Maratea è legato alla capacità di uscire quanto prima dal dramma di un paese turistico isolato, c’è da domandarsi se il Sindaco Stoppelli se la senta di andare avanti o se non sia più corretto i riconsegnare la delega affinchè ci possa essere qualc’altro a portare avanti la questione, Sarebbe un bel gesto, proprio di chi ama la sua città e si comporta di conseguenza. Quello che è evidente è che da ora in poi o si cambia…o si cambia.
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E pensare che si tratta di un'importante strada statale nella parte lucana, lungo la costa di Maratea, da Sapri (Campania) a nord verso Tortora-Praia a Mare (Calabria) a sud e sembra che ora il difficile problema debba essere risolto dal Sindaco di un piccolo Comune, già di per sè in difficoltà come tale, nominato Commissario all'Emergenza...con rischio da...capro espiatorio..., in malaugurata ipotesi di fallimento del suo operare o di dimissioni/revoca, comunque tardive.
E mica è una strada comunale....!!!
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- Da https://www.regione.basilicata.it/giunta -
AGR BASILICATA
11/ 01/ 2024 ore 8.45
SS 18 MARATEA, SILEO: CURCIO SOLLECITA IL COMMISSARIO AD ADEMPIERE
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L'Assessore Sileo |
Lo dichiara in una nota l’assessore alle infrastrutture e mobilità della Regione Basilicata Dina Sileo.
- Da www.quirinale.it -
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
«Nel ventesimo anniversario della scomparsa di Norberto Bobbio, la Repubblica rinnova l’omaggio a un illustre intellettuale del panorama culturale italiano e internazionale.
Attento studioso dei fenomeni che hanno dato impulso alle più significative vicende storiche del secolo scorso, Norberto Bobbio ha elaborato dottrine che costituiscono una preziosa eredità per la coscienza civile europea e italiana.
Nelle sue riflessioni ha saputo coniugare, con un approccio innovativo, discipline considerate inizialmente eterogenee, offrendo una visione integrata dei principi che sono a fondamento della società, dello Stato e del diritto.
Le sue analisi e le teorie da lui elaborate, i suoi insegnamenti sono e saranno oggetto di approfonditi studi nei più prestigiosi luoghi di cultura.
Il suo impegno costituisce un significativo contributo allo sviluppo dottrinale a livello mondiale della tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, del pluralismo, della democrazia e dell’eguaglianza, valori cardine della nostra Costituzione e base di una pacifica convivenza.
La Repubblica, grata a Norberto Bobbio per avere illustrato la Patria con i suoi altissimi meriti nel campo scientifico, lo volle Senatore a vita».
Roma, 09/01/2024 (II mandato)
- Da www.talentilucani.it -
Ora non ci sono soldi, ora la competenza non è del Commissario. Sul chi deve fare che cosa è un lungo braccio di ferro che si è innestato sulla frana di Maratea tra il Sindaco Commissario, l’ANas e la Regione. Il fatto nuovo è che stavolta a bacchettare il Sindaco Stoppelli è la neo responsabile del Dipartimento, Dina Sileo, per la quale non ci sono scuse. la conferenza di servizio deve convocarla il Commissario e i soldi ci sono, basta spenderli. Questa precisazione viene dall’incontro che Prospettiva Maratea ha tenuto con gli iscritti, riportando un messaggio fatto pervenire dall’assessora Sileo, Da ricordare che Sindaco e Assessora appartengono allo stesso partito e che la reprimenda di Dina Sileo supera persino il fair play della appartenenza. E’ da vari segnali che emerge con chiarezza comne il COmmissario non abbia il temperamento di chi si assume responsabilità per far velocizzare le cose. La paura della firma mal si concilia con quel ruolo.
F O G L I E
di Giorgio Caproni
Quanti se ne sono andati…
Quanti.
Che cosa resta.
Nemmeno
il soffio.
Nemmeno
il graffio di rancore o il morso
della presenza.
Tutti
se ne sono andati senza
lasciare traccia.
Come
non lascia traccia il vento
sul marmo dove passa.
Come
non lascia orma l’ombra
sul marciapiede.
Tutti
scomparsi in un polverio
confuso d’occhi.
Un brusio
di voci afone, quasi
di foglie controfiato
dietro i vetri.
Foglie
che solo il cuore vede
e cui la mente non crede.
- Da www.ufunnicu.it -
Rena d’a Garrubba.
È un accenno di spiaggia sulla costa al di sotto del camposanto della frazione Cersuta. Nei pressi si apre la grotta della Provvidenza, scoperta per caso da un pastorello, famosa per essere stata la prima fonte d’acqua potabile del villaggio. Il nome significa alla lettera “arena della carruba”.
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Rossi Federico, La grotta della Cersuta a Maratea, Torino, Direzione del giornale l’Unione dei Maestri e G. B. Paravia, 1898.
«Sul breve lembo della provincia di Potenza, l’unico bagnato dal Mar Tirreno, tra il villaggio d’Acquafredda, stazione ferroviaria lungo la linea Eboli-Reggio, e quello del Porto, entrambi appartenenti a Maratea, evvi la frazione così detta Cersuta, composta di poche case introno ad una chiesetta, che fan parte anch’esse del nominato Comune. In tenimento di questa frazione si trova appunto la maravigliosa grotta, che dalla Cersuta prende il nome.
Il tratto della costiera tra’ due villaggi, e propriamente dall’insenatura di Fiumicello ad Acquafredda, è frastagliato da alti monti, con contrafforti che si elevano a picco sul mare, gioghi sassosi, declivi immensi, forre inaccessibili, promontori giganteschi, balze orribili, burrati, dirupi, qua rientranti nel sinuoso pendio, là sporgenti ad emiciclo, e su que’ precipizi spaventevoli, a mezza costa, come linea aerea serpeggiante, un sentiero per cui passa timorosa la gente che dal Comune centro deve recarsi a Cersuta ed Acquafredda, e in certi punti va proprio a picco da quell’altezza vertiginosa sul [p. 4] mare, tanto da far venire la pella d’oca a chi, dal basso in barca, contempla il precipizio e i pericoli di chi cammina per quel così detto sentiero. Un punto si appella anche oggi Apprezzamilasino, ed è fama che lì dove l’angusto passo di pochi centimetri, mezzo roso dalle piogge, è posto tra le nubi e l’abisso sottostante e fa venire il capogiro, due bifolchi, incontratisi una volta con gli asini rispettivi, uno che veniva e il secondo che andava, e non potendo scostarsi per dar passaggio all’altro né far voltare gli animali per così riprendere la via fatta, convennero di apprezzare de’ due ciuchi quello che meno valeva, sicché, con una debole spinta fu questo slanciato nel vuoto, mentre l’altro proseguì a stento il suo cammino.
Ed oggi la locomotiva della ferrovia Eboli-Reggio attraversa questi sentieri aerei in lunghi trafori succedentisi ad intervalli, mentre, trascinando un lungo treno, su ponti, arcate, viadotti, spesso riappare tra una galleria e l’altra, e sbuffando romba e passa come fulmine su quei dirupi, quasi a sfida dell’orrida natura e della spaventevole tradizione del luogo!
Nicola SAVINO
"Piazze piene ed urne vuote"!, la delusione di Nenni dopo il 18 aprile1948 si ripeterà per le "regionali" di Basilicata?
Un altro socialista di "rango". Giuliano Amato, ad un Compagno dei suoi tempi , notava che il nuovo anno è "da affrontare con gli scongiuri!" La sua intervista su Repubblica del 2/1, intitolata "Democrazia a rischio", ha suscitato l'irritazione del Presidente Meloni e dimostrato che i metodi napoletani fanno cilecca. Nell'intervista avverte che "l'Italia potrà seguire Polonia e Ungheria..."; che la Destra al Governo, non è nè quella moderata di Berlusconi nè quella repubblicana di Fini, tant'è che non condivide i "nuovi diritti" riconosciuti dalla Corte Costitizionale; che Essa punta ad un premierato il quale, per ottenere la "fiducia" degli alleati, dovrà "mercanteggiare ministeri e posti di comando". Perciò, auspica che "il Pd...conquisti il Centro, che trovi (con esso) un punto d'incontro".
Secondo F. Barbera, ormai anche le piazze sono vuote (2023) perchè "le forme della partecipazione sono profondamente cambiate" e la comunicazione tra società ed istituzioni ...si è quasi interrotta: le domande sociali si esprimono o con la contrattazione tra micro-corporazioni (tassisti, ambulanti, balneari etc.) e pezzi delle istituzioni; oppure "all'interno di cerchie di socialità ed impegno civico".
- Da www.quirinale.it -
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
«Sono trascorsi quarant’anni dal vile assassinio per mano mafiosa di Giuseppe Fava, giornalista che ha messo la sua passione civile al servizio della gente e della Sicilia, impegnato nella battaglia per liberarla dal giogo della criminalità e dalla rete di collusioni che consente di perpetuarlo.
La mafia lo uccise per le sue denunce, per la capacità di scuotere le coscienze, come fece con tanti che, con coraggio, si ribellarono al dominio della violenza e della sopraffazione e dei quali è doveroso fare memoria.
Fava ha fatto del giornalismo uno strumento di irrinunciabile libertà. L’indipendenza dell’informazione e la salvaguardia del suo pluralismo sono condizione e strumento della libertà di tutti, pietra angolare di una società sana e di una democrazia viva.
Un impegno e un sacrificio a cui la Repubblica rende omaggio».
Roma, 05/01/2024 (II mandato)
Dell'argomento questo blog si è già occupato strada facendo (si richiama qui il rapporto litigioso con l'Istituto "De Pino"), rilevando il facile ricorso al "braccio di ferro" e a nomina di Avvocati diversi, quasi sempre non del luogo, con propensione per le lungaggini di una lite giudiziaria, magari consigliata pur a fronte di ulteriore, più che probabile soccombenza per l'Ente pubblico rappresentato e difeso in assenza di abilitazione all'esercizio della professione forense dinanzi alle Magistrature superiori.
A riguardo ecco l'ultimo significativo caso documentato in Albo pretorio digitale alla fine dello scorso mese di dicembre, con riferimento ad un legittimo credito vantato dall'Avv. Antonio Pisani da Lauria:
Decreto ingiuntivo del Tribunale di Lagonegro in suo favore, seguito da opposizione, suo rigetto, consiglio del legale dell'Ente circa la sussistenza di validi motivi per accedere al ricorso in Cassazione con comunicazione di non essere legittimato a proporlo, trattandosi di Magistratura superiore dinanzi alla quale non può esercitare la difesa per mancanza di iscrizione al relativo Albo, proposizione, comunque, di ricorso alla Suprema Corte di Cassazione, nelle more precetto-pignoramento presso terzi in danno del Comune- opposizione e suo rigetto, assegnazione delle somme pignorate al creditore, ulteriori, maggiori somme dovute al creditore.., come da Determinazione di seguito riportata.
Tutto ciò in aggiunta alle somme dovute dal nostro Comune all'Avvocato designato per gli incarichi a lui conferiti in ordine al caso prospettato e risolto negativamente, come sopra esposto in modo sintetico, con sperpero del denaro pubblico...
- Da https://www.comune.maratea.pz.it/HOME -
L’undicesima edizione de “Il Borgo dei Borghi” è in onda, all’interno del programma televisivo di Rai3 “Kilimangiaro”, a partire dal 24 dicembre scorso. Anche Maratea, entrata a far parte dei Borghi più Belli d’Italia da Luglio 2023, è tra le 20 località italiane scelte all’interno del format che consente di conquistare il titolo di Borgo più bello d’Italia.
La puntata dedicata a Maratea, chiamata a rappresentare la Basilicata per il 2024, andrà in onda il 7 gennaio dalle ore 17.20. Al termine della trasmissione, il video sarà poi disponibile sulla piattaforma RAIPLAY, per poter votare e sostenere Maratea sarà necessario attendere la visione di tutti i video realizzati dei borghi in gara.
Si tratta di un altro importante tassello nel percorso di crescita che Maratea sta affrontando nel quadro di un più ampio piano strategico rivolto alla definizione di una nuova idea di sviluppo del territorio, in risposta ai rinnovati bisogni della comunità. In questa stessa scia si inserisce anche la candidatura al titolo di Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2026 che vedrà la città in audizione al Ministero della Cultura il prossimo 5 marzo.
Il futuro di Maratea parte dal viaggio millenario che ha sedimentato
secoli di storia, cultura e tradizioni sui quali poggia l’identità della
città di oggi, la quale ha bisogno di consegnare il suo immenso
patrimonio, materiale e simbolico, alle nuove generazioni, con la
capacità di ascoltarne istanze e ambizioni. Da ogni crisi nascono grandi
opportunità per chi sa cogliere in esse prospettive e possibilità
inedite. È quello che sta accadendo in particolar modo a Maratea,
comunità che, soprattutto negli ultimi mesi, sta lavorando con grande
dedizione a traguardi importanti. Traguardi che hanno però bisogno di
una forte spinta collettiva per essere raggiunti. Sostenere Maratea
nella sfida del “Borgo dei Borghi” può essere un piccolo grande gesto
per far esprimere tutto il calore e l’attaccamento alla propria città.
Supportare Maratea è un gesto d’amore per il suo avvenire.
Il Sindaco di Maratea
Avv. Daniele Stoppelli
Levi morì in una clinica romana e il suo corpo riposa ad Aliano che, in Cristo si è fermato a Eboli, chiama Gagliano.
Levi volle essere sepolto nel piccolo paese per mantenere la promessa di tornare fatta agli abitanti quando li lasciò dopo il confino, anche se, in realtà, Levi tornò più volte in Basilicata nel secondo dopoguerra. Intorno alla sua tomba è nato il Parco Letterario Carlo Levi.
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Tomba di Carlo Levi ad Aliano |
“Noi non possiamo oggi prevedere quali forme politiche si preparino per il futuro: ma in un paese di piccola borghesia come l’Italia, e nel quale le ideologie piccolo-borghesi sono andate contagiando anche le classi popolari cittadine, purtroppo è probabile che le nuove istituzioni che seguiranno al fascismo, per evoluzione lenta o per opera di violenza, e anche le più estreme e apparentemente rivoluzionarie fra esse, saranno riportate a riaffermare, in modi diversi, quelle ideologie; ricreeranno uno Stato altrettanto, e forse più, lontano dalla vita, idolatrico e astratto, perpetueranno e peggioreranno, sotto nuovi nomi e nuove bandiere, l’eterno fascismo italiano.”
- Da https://www.regione.basilicata.it/giunta -
“Con l’avvicinarsi della stagione estiva - ha dichiarato l’assessore - urge mettere in campo tutte le sinergie, ognuno per le proprie competenze, affinché si possa restituire ai cittadini e agli operatori turistici la viabilità compromessa dalla frana dello scorso anno. La riapertura della SS18 è una priorità assoluta non solo per la mobilità ma anche per la tenuta socio-economica dell'area”. “Auspico - ha concluso l’assessore - di incontrare quanto prima anche il Commissario all’emergenza, nonché Sindaco di Maratea, oggi assente sebbene convocato. Al Commissario ricordo che può avvalersi del supporto e della collaborazione degli uffici regionali per il delicato ma imprescindibile compito che è chiamato a svolgere. È infatti di sua competenza attivare quanto necessario per la presentazione del piano degli interventi nei quali comprendere il bypass della frana”.
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B E N E ! Siamo al 3 gennaio del nuovo anno 2024 ed è appena il caso di ricordare che la strada, chiusa al traffico il 30 novembre 2022, dopo la breve riapertura nell'estate scorsa, è ancora chiusa con perdurante assenza di lavori sia per la soluzione definitiva (galleria) che per la riapertura (priorità assoluta).
La fine del 2023 e l'inizio del 2024 appaiono caratterizzati da un aborto di idea-progetto illustrata dal Sindaco-Commissario all'Emergenza circa nuova strada da realizzarsi in via provvisoria a monte del Castello di Castrocucco, in qualche modo superata da un successivo battibecco tra Assessore regionale alle Infrastrutture e Sindaco, seguito dall'invito di quest'ultimo affinchè ciascun soggetto competente faccia la sua parte, non più con riunioni, incontri, conferenze di servizio MA CON I FATTI.
BENE, ASPETTIAMO I FATTI !
- Da www.talentilucani.it -
Vorrei incominciare l’anno con una esortazione alla buona politica, se ne è rimasta traccia, a guardare in alto, a dare contenuti e obiettivi ad una competizione elettorale da cui dipende il futuro vero della Basilicata. Perché queste elezioni non debbono solo decidere chi deve fare che cosa in Basilicata , ma soprattutto interrompere e bloccare quello che si sta facendo a Roma contro la Basilicata e contro il Sud. Dice De Luca, presidente della Regione Campania, che mancano i guerrieri del Sud nella lotta contro Roma. Ed ha ragione, perché la cattiva politica ha permeato anche la rappresentanza democratica dei territori e molti Governatori, pur eletti dalla gente del Meridione, opera come se fossero funzionari romani, neo proconsoli di una gestione che non solo è accentratrice ma che è chiaramente orientata verso gli interessi del Nord.
Viganella è diventata famosa e rimarrà nella storia per essere riuscita anni fa, da piccolo Comune (con Legge della Regione Piemonte n. 16/2015, è stata disposta, a far data dal 01 gennaio 2016, la fusione dei Comuni di Seppiana e di Viganella, di conseguenza soppressi, con la nascita del nuovo Comune di Borgomezzavalle), a risolvere un problema non di poco conto: una catena montuosa a sud del paese proibiva al sole di illuminare l’abitato del piccolo Centro dai primi giorni di novembre ai primi giorni di febbraio.
Il Sindaco, Pierfranco Midali, e la sua Amministrazione lanciarono, nel 1999, l’idea di portare artificialmente il sole sulla piazza del paese con un tipo di insolazione artificiale prodotta dalla riflessione dei raggi solari effettuata con un grande specchio collocato in opportuna zona a monte a circa 1000 metri di altezza dove, nelle giornate di cielo sereno, il sole giunge e si mantiene dalle ore 9.00 alle 15.00 circa. Ed ecco il progetto dell’ Arch. Giacomo Bonzani, che prevedeva l’installazione di uno specchio piano di 8 metri di larghezza per 5 in altezza, posto su un fusto metallico ancorato al suolo mediante un piccolo manufatto di cemento armato. Doveva trattarsi di uno specchio motorizzato così da poter seguire costantemente il sole e dirigere in tempo reale i raggi riflessi nel luogo prestabilito (la piazza principale di Viganella). Qualche anno dopo il progetto è stato realizzato e Viganella ha risolto il suo problema grazie al posizionamento di un grande specchio riflettente posizionato sulla montagna opposta, con enormi benefici e con spesa che non è andata oltre i centomila euro.
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Lo specchio di Viganella |
Nicola SAVINO
E’ di certo il miglior augurio per il 2024-e per dopo- che uno dei Borghi più piccoli della Basilicata inviti-per il 2 febbraio a Palazzo Montano- studiosi di vari settori per costituire una “Clinica dei Paesi”. Non il solito “attrattore”, ma un Gruppo che ricerchi i modi per curare i nostri Borghi dallo spopolamento ... e che di certo, in questo caso, potrebbe ben cominciare dal destinarlo ad un insieme turistico di grande fascino!!
Guardia Perticara fu abitata già prima dell’età del ferro; ha conservato a San Vito tracce degli Enotri e, nelle grotte, quelle dei greco-bizantini; risorse dalla distruzione saracena quand’era ancora Turri, nel XVII sec; conobbe, con il nome attuale, tutti i secoli del feudalismo (Google).
Definito Il “Paese dalle case di pietra”, forse conta più di 500 abitanti e c’è chi ben ricorda le vie gremite di bambini, affollate anche le abitazioni più modeste. Molto ben recuperata dal terremoto dell’80, c’è ora chi ha deciso (il giovane Pietro Micucci d’intesa con il sindaco Montano) di promuovere reti sociali che progettino il futuro: su “empatia, condivisione, partecipazione”.
- Da www.quirinale.it -
Care concittadine e cari concittadini,
questa sera ci stiamo preparando a festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Nella consueta speranza che si aprano giorni positivi e rassicuranti.
Naturalmente, non possiamo distogliere il pensiero da quanto avviene intorno a noi. Nella nostra Italia, nel mondo.
Sappiamo di trovarci in una stagione che presenta tanti motivi di allarme. E, insieme, nuove opportunità.
Avvertiamo angoscia per la violenza cui, sovente, assistiamo: tra gli Stati, nella società, nelle strade, nelle scene di vita quotidiana.
La violenza.
Anzitutto, la violenza delle guerre. Di quelle in corso; e di quelle evocate e minacciate.
Le devastazioni che vediamo nell’Ucraina, invasa dalla Russia, per sottometterla e annetterla.
L’orribile ferocia terroristica del 7 ottobre scorso di Hamas contro centinaia di inermi bambini, donne, uomini, anziani d’Israele. Ignobile oltre ogni termine, nella sua disumanità.
La reazione del governo israeliano, con un’azione militare che provoca anche migliaia di vittime civili e costringe, a Gaza, moltitudini di persone ad abbandonare le proprie case, respinti da tutti.
La guerra – ogni guerra – genera odio.
E l’odio durerà, moltiplicato, per molto tempo, dopo la fine dei conflitti.
La guerra è frutto del rifiuto di riconoscersi tra persone e popoli come uguali. Dotati di pari dignità. Per affermare, invece, con il pretesto del proprio interesse nazionale, un principio di diseguaglianza.
E si pretende di asservire, di sfruttare. Si cerca di giustificare questi comportamenti perché sempre avvenuti nella storia. Rifiutando il progresso della civiltà umana.
Il rischio, concreto, è di abituarsi a questo orrore. Alle morti di civili, donne, bambini. Come - sempre più spesso – accade nelle guerre.
Alla tragica contabilità dei soldati uccisi. Reciprocamente presentata; menandone vanto.
Vite spezzate, famiglie distrutte. Una generazione perduta.
E tutto questo accade vicino a noi. Nel cuore dell’Europa. Sulle rive del Mediterraneo.
Macerie, non solo fisiche. Che pesano sul nostro presente. E graveranno sul futuro delle nuove generazioni.
Di fronte alle quali si presentano oggi, e nel loro possibile avvenire, brutalità che pensavamo, ormai, scomparse; oltre che condannate dalla storia.
La guerra non nasce da sola. Non basterebbe neppure la spinta di tante armi, che ne sono lo strumento di morte. Così diffuse. Sempre più letali. Fonte di enormi guadagni.
Nasce da quel che c’è nell’animo degli uomini. Dalla mentalità che si coltiva. Dagli atteggiamenti di violenza, di sopraffazione, che si manifestano.
È indispensabile fare spazio alla cultura della pace. Alla mentalità di pace.