A MARATEA
A EPISCOPIA
L'ORFANA DI GUERRA
Non piango, no: So ben che tu non vuoi
Babbo, poichè, fidente, tra gli eroi
Volasti, in un mattin, senza ritorno,
Di lauro e di candor solo, adorno.
Sorrisi e amor: ti dicea la vita
Tra le carezze nostre e la fiorita
Casetta che, ospitale, t'attendeva
Se, stanco dal lavor, tu tornavi.
Fu breve gioia che ci tenne uniti!
Poi tu volasti là, per gl'infiniti
Monti, pieni di neve e di bufera:
Tra quei monti sparisti una sera!
Nei giorni sfiniti dal dolore,
Ch'era trafitto e addolorato il core,
Afflitta, a mamma, chiedea nel pianto:
Il babbo di', dov'è, che amavo tanto?
Ed ella, nel dolor, già fatta santa,
Al petto mi stringea, triste e affranta.
La Patria, dicea, la Patria volle,
Amala , ognor, chè il il babbo così volle.
E, l'amerò, sì, babbo, te'l prometto,
Sulla via del ben t'imiterò,
Ed arderà, sempre, nel mio petto
L'amor pel babbo mio che ci salvò.
-La poesia fu scritta da mio nonno materno, il Maestro Biagio Schettino, il 12 maggio 1923 (aveva 24 anni) a Episcopia, dove insegnava presso la scuola elementare. Questa mattina è stata recitata dall'Avv. Angioletta Pangaro Viceconte, durante la cerimonia di commemorazione a Episcopia.
Nonno Biagio, ragazzo del '99, aveva partecipato alla prima guerra mondiale ad appena 17-18 anni -
Fu poi maestro elementare a Magnacavallo (Mantova), a Episcopia per quattro anni ed, infine, a Maratea.
Cerimonia di commemorazione a EpiscopiaL'originale della poesia "L'orfana di guerra" come gelosamente custodito da Bettina, Rosalba e Antonio Sofia, figli di Maria Molfese di Vincenzo (l'orfana cui fu dedicata). |
Da sinistra il Ten. Alberto Viceconte con la moglie, Avv. Angioletta Pangaro, e i figli della sig.ra Maria Molfese. |
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