- Da "PILLOLE"
di Gian Carlo Marchesini in www.calderano.it -
"Sarà che a me le manifestazioni di consenso troppo unanime
e unitario provocano per reazione il dissenso, ma dopo avere
attentamente seguito in video su fb alcune manifestazioni pubbliche organizzate
a Maratea, mi sento di dire questo. Allora: il Sindaco della città e altri relatori
insistono nel celebrare antiche vicende storiche in cui la cittadina è stata
coinvolta, sottolineando e ribadendo che i Micenei trovarono
rifugio lungo le coste del Golfo di Policastro, e i romani venivano ad
approvvigionarsi di garum, una salsa saporita di pesce confezionata dai
pescatori locali sull'isola di Santojanni; sulla quale, tredici secoli fa, una
tempesta costrinse allo sbarco un gruppo di monaci costretti a migrare
dall'Armenia perché per le loro credenze religiose perseguitati, recanti con sè
tra le reliquie anche quelle del loro Vescovo Biagio, accolto e ospitato nella
Chiesa del Castello ed eletto come Santo protettore del territorio. Quindi un racconto
corale e ufficiale volto a esaltare accoglienza e ospitalità nei confronti del
forestiero in fuga da fame, guerra e persecuzione religiosa. Benissimo:
ma siamo così sicuri che se oggi al Porto di Maratea si
presentasse un barcone colmo di migranti profughi a causa di fame e guerra,
sarebbe accolto come furono accolti allora i Micenei, i Romani e i monaci
armeni in fuga? O per essere entusiasticamente accettati bisogna essere
portatori delle reliquie di un Santo che viene dall'Armenia? E se si è così
aperti e ospitali, perché si dà tanto ascolto a chi pontifica No ai migranti e
Porti chiusi? Qui non è che si vuole insieme la moglie
ubriaca e la botte piena?".
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