mercoledì 26 agosto 2020

A PROPOSITO DI ACCOGLIENZA ED OSPITALITA' A MARATEA

                                                         - Da  "PILLOLE" 

                                  di  Gian Carlo Marchesini  in  www.calderano.it -

 

"Sarà che a me le manifestazioni di consenso troppo unanime e unitario provocano per reazione il dissenso, ma dopo avere attentamente seguito in video su fb alcune manifestazioni pubbliche organizzate a Maratea, mi sento di dire questo. Allora: il Sindaco della città e altri relatori insistono nel celebrare antiche vicende storiche in cui la cittadina è stata coinvolta, sottolineando e ribadendo che i Micenei trovarono rifugio lungo le coste del Golfo di Policastro, e i romani venivano ad approvvigionarsi di garum, una salsa saporita di pesce confezionata dai pescatori locali sull'isola di Santojanni; sulla quale, tredici secoli fa, una tempesta costrinse allo sbarco un gruppo di monaci costretti a migrare dall'Armenia perché per le loro credenze religiose perseguitati, recanti con sè tra le reliquie anche quelle del loro Vescovo Biagio, accolto e ospitato nella Chiesa del Castello ed eletto come Santo protettore del territorio. Quindi un racconto
corale e ufficiale volto a esaltare accoglienza e ospitalità nei confronti del forestiero in fuga da fame, guerra e perse
cuzione religiosa. Benissimo: ma siamo così sicuri che se oggi al Porto di Maratea si presentasse un barcone colmo di migranti profughi a causa di fame e guerra, sarebbe accolto come furono accolti allora i Micenei, i Romani e i monaci armeni in fuga? O per essere entusiasticamente accettati bisogna essere portatori delle reliquie di un Santo che viene dall'Armenia? E se si è così aperti e ospitali, perché si dà tanto ascolto a chi pontifica No ai migranti e Porti chiusi? Qui non è che si vuole insieme la moglie ubriaca e la botte piena?".

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