venerdì 14 agosto 2020

RIPROGETTARE LAGONEGRO ED IL LAGONEGRESE

 Comunicato Stampa

 

Rinascimento del Lagonegrese con Ospedale nuovo non toppe al vecchio

 Valerio Mignone*

 

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Una bella notizia in questa calura agostana è il progetto del ”Ponte subacqueo” lungo lo Stretto di Messina; e una notizia non bella è la deliberata costruzione del nuovo Ospedale del Lagonegrese in un sito inadeguato.

Limitandoci a livello locale, innanzitutto si sente il dovere, al di là delle “ideologie politiche”, di rendere onori al merito alla Giunta regionale Bardi per la tempestività della delibera su un problema sul quale si è discusso da quarant’anni da parte di Giunte regionali di centrosinistra, senza giungere a conclusione. Purtroppo, queste forze politiche di centrosinistra rimasero indifferenti persino dopo la Relazione sul sopralluogo effettuato in data 13 e 14 dicembre 1999 presso l’ASL di Lagonegro ed i presidi ospedalieri di Lagonegro Lauria e Maratea, redatta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul Sistema Sanitario. Lo scrivente volle che la Commissione includesse i sopralluoghi in Basilicata con la esclusiva finalità di analisi, e non “inquirente”, nella speranza, rivelatasi illusione, che si potesse risolvere il problema dell’Ospedale nel Lagonegrese, unico Territorio lucano a non avere una sede ospedaliera nata come tale, dopo la cessata utilizzazione del presidio di Maratea. Questo ospedale, infatti, pur essendo di nuova costruzione, era stato abbandonato per la sua localizzazione decentrata rispetto al Lagonegrese, che reclamava una sede di facile accesso.

La finalità di quella Commissione d’Inchiesta parlamentare del 1999 era di porre fine in tutta Italia, non solo nel Lagonegrese, a deficienze, ritardi, storture e abusi d’ogni tipo, oltre che a clientelismi nelle Aziende Sanitarie Locali. La visita della Commissione a Lagonegro ebbe inizio dal Pronto soccorso al quale si accedeva “con difficoltà dalla strada ad alta densità di traffico…” e poi si dava “atto della angustia degli spazi destinati a degenza e servizi”; “l’ispezione fatta in loco dalla delegazione, e più ancora lo studio di prefattibilità” evidenziarono “l’inadeguatezza della struttura, non poche difficoltà e disagi nella realizzazione, nonché una non ottimizzazione nell’impiego delle risorse finanziarie proprio in conseguenza della transitorietà” delle aggiunte di piccoli volumi; “L’eliporto è stato realizzato presso lo spazio adiacente agli uffici dell’ASL distante circa due chilometri dal plesso ospedaliero”. Lo stesso direttore generale del 1999 dichiarò; “…la struttura di Lagonegro non presenta caratteristiche idonee per diventare ospedale unico”, ed erano in corso lavori per la costruzione di nuovi spazi! Da tutto ciò si deduce che i vecchi padiglioni dell’Ospedale di Lagonegro oggi sono scarsamente fruibili.   

Con tutto il rispetto istituzionale per la Giunta regionale in carica, si consenta di fare, con umiltà, alcuni rilievi. Innanzitutto è opportuno verificare se si risolve il problema della difficile accessibilità con la costruzione dei nuovi padiglioni, come da recente delibera Bardi; e se questi padiglioni, contigui a quelli già esistenti, non siano toppe, intese come “pezze” che si cuciono su un tessuto vecchio e lacero, quale è l’attuale ospedale di Lagonegro, non sempre preferito dagli stessi Lagonegresi.

Il Lagonegrese vive da molti anni una depressione socio-economica provocata da un ceto politico autoreferenziale, attento solo a propri interessi, e bocciato dalla Storia, e recentemente dall’elettorato. E’ giunto il momento per rinascere, e questo “Rinascimento” potrà avvenire solo con la costruzione del nuovo ospedale, che dovrà mantenere la sua funzione per un medio-lungo periodo. L’ospedale nel Lagonegrese sarà, già per i tempi della costruzione, un volano per la economia locale; e la struttura, una volta attivata, sarà fonte di reddito per decine di persone, con riflessi diretti e indiretti su tutta la popolazione del Territorio.

Requisito irrinunciabile è che il nuovo edificio ospedaliero venga costruito in un’area vasta, che consenta una ulteriore espansione urbanistica per la Comunità locale. Il Lagonegrese è anche Lagonegro, non solo Lagonegro! Si cerchi l’area più adatta per il nuovo ospedale, che dovrà unire, non dividere le popolazioni in essa domiciliate.     

Il momento è propizio. E, con umiltà, si chiede alla Giunta Bardi di verificare quanto già deliberato per non sprecare l’occasione per il “rilancio” del Lagonegrese.

Tra l’altro, la funzione degli ospedali periferici trarrà benefici dalla istituzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia presso l’Ospedale San Carlo di Potenza, ove verrà a cambiare la tempistica dei ricoveri. La degenza media negli Istituti universitari, infatti, per esigenze di ricerche è più lunga che nelle Divisioni ospedaliere. Il nuovo ospedale nel Lagonegrese limiterà la emigrazione sanitaria dalla Basilicata, e sarà approdo per parte della popolazione del Senisese e dell’alto Tirreno calabrese.

In tutta Italia, da Maratea a Potenza, a Salerno, Napoli, Roma, Milano, e altrove, vecchi e storici edifici ospedalieri, pur monumentali, sono stati abbandonati e sostituiti da nuovi; e non si riesce a trovare una giustificazione razionale perché non debba avvenire altrettanto per l’attuale ospedale di Lagonegro, legato soltanto alla bella Storia del senatore Bonaventura  Picardi, che, pur di aprire un ospedale nella sua amata Lagonegro, vi trasformò un edificio scolastico in ospedale. Oggi, si abbia la magnanimità di rinunciare, se del caso, al gretto campanilismo.

Quanto ai tempi di realizzazione della struttura, si tragga esempio dalle procedure seguite per la costruzione del ponte Morandi a Genova, e per le risorse finanziarie si colgano tutte le facilitazioni dei finanziamenti derivanti dal “dopo pandemia da Covid-19”, da utilizzare al massimo, senza invocarne il risparmio. Sarebbe un gravissimo errore rinunziare a nuove risorse finanziarie disponibili solo per poter aggiungere una toppa ad un vecchio tessuto. Bisogna riprogettare Lagonegro ed il Lagonegrese.

Maratea, 13 agosto 2020

                                                                  *Già primario medico e parlamentare di Centrosinistra

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