martedì 27 luglio 2021

LIMITI DEL NOSTRO "DIRE"

                                          -  Articolo  di  NICOLA  SAVINO  -

 

"Quand’è che il nostro “dire” evidenzia una competenza approssimativa? Molto probabilmente quando parliamo o scriviamo senza tener conto delle situazioni nel loro complesso e di quanto si è detto da chi è considerato “competente” su vasta scala: da un’autorità, l’ipse dixit, utile da affiancare al ragionamento. Come dire che se uno non è un tecnico del settore assume come riferimento l’autorità in materia; che, se io so di “non sapere” di bilanci e tecniche relative, attendo a quel che ne dice l’Aristotele di questa nostra fase storico-politica: quel presidente Draghi cui l’Opinione pubblica spagnola ha tributato un’ovazione a scena aperta!

Da quando ha spiegato che il debito, una delle componenti fisse di qualsiasi bilancio pubblico, può essere <buono o cattivo>, nessuno se la sente più di criticare un’Amministrazione con l’argomento di averlo addossato ai successivi Amministratori ed alle generazioni future! Verifica gli effetti prodotti -o li calcola in fieri- sul “vivere” che ne deriverà (anche se “non raccomandato” dagli organi di Controllo), e lo argomenta sul piano politico!

Di tale modalità, del far tesoro anche dei pareri autorevoli, specie quando non si è in confidenza né con le tecnicalità né con visioni politiche chiare, sembra invece non aver tenuto conto una Consigliera regionale lucana. Sebbene Personalità particolarmente esperta in una miriade di “assistentati sociali e giuridici” (internet), persino in generiche attività formative, con direzioni non sempre coerenti fra loro ed in assenza di una qualsiasi pur minima valutazione di risultato!

Insomma, un prototipo del saltare sul carro di moda, indipendentemente da una <concezione guida>, che- in una normale democrazia-  dovrebbe coincidere con l’impegno politico! E tuttavia, pur in queste condizioni, non sarebbe stato superfluo confermare la bocciatura delle operazioni ad alto rischio di Amministrazioni del passato, con perdite super costose per l’Ente; invece, nel caso accennato, ha trattato di debiti per il trasporto pubblico, dei quali sarebbe stato necessario verificare la corrispondenza alle esigenze dei lavoratori dipendenti, spesso segnalati dalle cronache in attesa della dovuta retribuzione. Insomma, niente su motivazioni ed effetti, quindi niente di politico!

Ma le cose che meno quadrano nello <intervento stampa> della Consigliera leghista (Gazzetta del Mezzogiorno di sabato 3 luglio),sono nel triplice corollario che tenta di ricavare dall’ argomento: la richiesta di scuse alla sua parte dai predecessori; il pieno sostegno al governatore Bardi “nella consapevolezza che bisognerà assumere forti interventi correttivi affinché si ripristini la legalità” (argomento criptico, privo di un qualsiasi nesso con il tema); infine, dulcis in fundo, l’aver attribuito alla “Sinistra” i predecessori.

Ma proseguiamo con ordine!

Circa le scuse, chi avesse sbagliato, ne dovrebbe di certo ai giovani ed agli elettori (dai quali peraltro sono stati già puniti) non certo alla Lega, che ha sempre operato contro il Sud- in coerenza con la sua identità bossiana, poi ribadita nella pretesa di “autonomia differenziata” (con semplicismo politico - culturale ancora rovesciato a favore del Nord!).

Quanto poi all’ appoggio per il generale Bardi, sembra si tratti dell’eterno “studio del modo di non far ricadere il peso del risanamento sulle future generazioni cui il Centro destra ha promesso il cambiamento”. Il che non può significare altro che la Maggioranza regionale deve ancora definire cosa e come e quando cambiare: un ammettere che la promessa del cambiamento, unica formula programmatica ripetuta ossessivamente, è stata “a braccio”, senza un piano d’intervento, priva di obiettivi e di percorsi. E che, dunque, il “pubblicizzato” è stato soltanto di persone e di curricula, del “togliti tu che mi metto io”: secondo una direzione non certo in ascesa per robustezza e chiarezza di idee e programmi! Su questo punto, dunque, anche la Seguace di Alberto da Giussano, conferma promesse indefinite alla ricerca di una qualche visibilità giornalistica: tanto per esserci e magari farsi spazio dal suo scranno rispetto ai suoi stessi Colleghi!

Terzo corollario, la Sinistra! Ma di quale Sinistra si parla in Basilicata? Da quale tempo in qua, scelte e programmi definibili di Sinistra, cioè finalizzati allo sviluppo economico, sociale e culturale? Non certo impossibili in una pur piccola Regione (un quartiere di Napoli!) per migliorare le condizioni dei meno abbienti e per prevenire la fuga di massa dei nostri giovani! Non che siano scomparse Destra e Sinistra, perché mai-già dal versante liberal- è stata più netta e radicale la distinzione tra i due modi di concepire il mondo! Quel che invece sembra semplicemente scomparsa è l’intenzione di coglierne il significato e le coerenze interne!"  ns

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