lunedì 5 luglio 2021

L'OMESSA ATTUAZIONE DEGLI ARTT. 39 E 49 DELLA NOSTRA COSTITUZIONE


 

 -  ARTICOLO  DI  NICOLA  SAVINO -

 

La vicenda che sta scuotendo i 5S sembra nascere dall’antico adagio che < quando ci sono due galli ..non fa mai giorno>. Essa nasce invece dalla violazione della preveggenza dei Padri costituenti, che affidarono il destino della nostra Repubblica a due articoli-tra loro interferenti-circa l’affidabilità dei canali di collegamento tra la Società e lo Stato.

Come infatti garantire che le Istituzioni elettive rappresentino effettivamente gli elettori e che i Candidati siano scelti dal corpo sociale se manca “un ordinamento interno a base democratica” per i Sindacati (art 39) ed il “metodo democratico” per i Partiti (art 49)? Sia gli uni che gli altri sono liberi nella fase organizzativa, quando scelgono di associarsi, però avrebbero l’obbligo di darsi statuti “su base democratica” e di “determinare la politica…con metodo democratico”.

Insomma, per la Carta, essi sono i soggetti-pilastro del sistema: <l’organizzazione sindacale è libera>…< tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti>; ma i primi avrebbero l’obbligo di registrarsi “secondo le norme di legge” ed i secondi di dimostrare che tutti i loro atti interni sono frutto di confronto democratico: obbligati –anche per funzione parallela-non soltanto a ribadire nello Statuto l’obbligo che li abilita ad esser pilastri e condizione di democrazia, ma implicitamente anche a dimostrarlo ad un qualche controllore pubblico.

Ad esempio, ad una commissione parlamentare tipo Giunta per le elezioni o, meglio, alla sezione di una Corte terza –o altro- che abbia i requisiti per assicurare autonomia alla politica e tendere alla massima equità possibile! Questo strumento, che dovrebbe operare anche per il livello regionale, esaminati gli statuti e i verbali (relativi a candidature, finanziamenti etc) dei partiti o delle formazioni che intendono presentare liste alle consultazioni elettorali (per i due livelli con funzione legislativa), ne ammetterebbero (o no) la partecipazione secondo il metro del “metodo democratico certificato”.

Tale impostazione, almeno dal 1989, sarebbe stata necessaria per attuare il dettato dell’art 49 (oltre che per registrare le formazioni sindacali abilitate alle trattative su base effettivamente democratica). Un terreno da approfondire e su cui discutere a fondo.. alla ricerca della democraticità effettiva ; ma sul quale la chiusura è stata netta fin dalla proposta n. 4260 dell’11-10-89, il giorno successivo alla caduta del Muro, che di fatto segnava la fine delle appartenenze per ideologia ed apriva a quella per programmi e progetti condivisi dalle <basi>.

Invece i partiti ”furbi” fecero prevalere la “libertà di associazione>; e così perdettero se stessi e lo stesso finanziamento, che la regolamentazione avrebbe ampiamente giustificato (mostrandone la delicatissima funzione pubblica). Se oggi quella riflessione riprendesse e desse luogo ad una rigorosa tutela del <metodo democratico>, si potrebbe riparlare del finanziamento, magari nel modo indicato da J. Cagè –Le prix de la democratìe - “il buono dato dallo Stato che ogni cittadino gira al partito che vota”.

Fatta questa precisazione, è forse possibile considerare, circa i 5S, che la loro “pena” scaturisce dalla mancata regolamentazione dell’art. 49; che la loro stessa nascita fu generata dalla degenerazione dei partiti causata dalla stessa omissione; che l’esser il loro Movimento nato (e forse sprofondato) per la pretesa di uno (o due) galli, è -in parallelo con l’involuzione dei partiti- tutti già scaduti nelle mani dei leader. I quali, soppressa la democrazia interna, dettano le candidature ai loro fedeli..

Ed è così che, omessa l’attuazione degli art. 39 e 49 della Carta, il pernio del dibattito politico non può che porsi sulle tracce del Personaggio e delle doti di cui sembra dotato: tra quelli che, per caso, hanno modo di salire all’attenzione pubblica! Sicché, una delle penne migliori del panorama pubblicistico italiano, su Cronache lucane del 28 giugno, ha avuto l’intuizione di Figliuolo in alternativa a Bardi: come dire non tra galli, ma tra generali!

E’ pur vero che Andrea Consoli confessa un’intuizione sulla traccia dei sentimenti: “solo una suggestione.. perchè ..i partiti.. non riescono a compattarsi intorno a figure carismatiche”. Ma da come sono stati trattati gli artt.49 e (anche) 39 della Costituzione, il nodo sembra invece nel fatto che proprio essi si sono (e ci hanno) ridotti a tanto! Del resto, anche un Draghi rischierebbe di non funzionare se infine il Parlamento non lo sostenesse; e Figliolo o Bardi similmente rispetto al Consiglio di Basilicata. Il pallino torna comunque alla radice, alla effettiva e piena funzionalità democratica delle <parti>, all’ insostituibile ruolo loro assegnato dalla Carta, alla funzione selettiva ed educativa di esse e di tutte le strutture formative! Può certo darsi che le virtù personali “fondino” il leader, ma quanto alla sua utilità “politica” in relazione ai programmi, soltanto la collegialità può valutarla nell’interesse collettivo, prima che scattino i meccanismi del potere...

Una via di certo più complessa e moltissimo faticosa, ma - come la stessa esperienza 5S dimostra –senza alcuna alternativa effettivamente costituzionale!  ns

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