- Articolo del Prof. Francesco Garramone del gennaio 2010 -
MARATEA: quale
Turismo?
Maratea, a mio avviso, negli ultimi
anni sta vivendo momenti difficili in termini di sviluppo e di immagine, solo
in parte connessi alla crisi economica e turistica del nostro Paese. E per
fortuna si è conclusa positivamente, seppure con delle inevitabili
ripercussioni, la vicenda della presunta “nave dei veleni”, che aveva gettato
un’ombra sinistra sul nostro futuro.
L’economia
turistica della Città appare in affanno, anche in conseguenza della eccessiva
brevità della stagione estiva. E l’obiettivo, timidamente perseguito, del
prolungamento della stagione ha prodotto finora solo deboli effetti. Ritengo pertanto
che sia piuttosto diffuso tra gli Operatori un certo senso di frustrazione.
Penso che a livello imprenditoriale, ma anche a livello politico e sociale ci
si interroghi su quale debba essere il futuro turistico di Maratea. Più
precisamente ci si domanda se il cosiddetto turismo di “élite” o di “qualità”,
a cui da sempre Maratea si è ispirata, abbia o meno prodotto i risultati attesi
in termini di crescita e di benessere per la Città, oppure se non sia giunto il momento di
adottare una nuova politica turistica, ricettiva e del territorio, tesa a
massificare l’offerta e, conseguentemente ed in linea tendenziale, a
massificare la domanda.
Sono convinto
che oggi proprio in virtù del momento di crisi che attraversa il settore e
l’economia della Città, la “tentazione” di incamminarsi verso la costruzione di
un modello di offerta ricettiva intensiva sia molto viva, alla ricerca del miraggio
del rapido e sicuro sviluppo, e ciò anche sotto la inevitabile spinta dei
grandi appetiti speculativi che un territorio unico come quello di Maratea
certamente stimola.
Penso che
orientarsi in tale direzione non sarebbe né saggio, né lungimirante per varie ragioni.
In primo luogo
perché Maratea, geograficamente, non può contenere le enormi masse di turisti
che vi si riverserebbero in quanto il suo territorio è composto da piccole cale
e spiaggette che non potrebbero, proprio fisicamente, accogliere numeri elevati
di persone.
In secondo luogo,
per accogliere le masse occorre inevitabilmente cementificare il territorio
facendo insediamenti ricettivi intensivi per aumentare l’offerta, producendo in
tal modo la cancellazione della unicità del territorio di Maratea.
Al contrario,
bisogna proseguire con coraggio lungo la strada, forse piu’ in salita, della
costruzione del “ modello Maratea” di sviluppo turistico. Sono convinto che
tale strada porti verso il futuro. Maratea oggi rappresenta uno dei luoghi naturalisticamente
meglio preservati e più belli d’Italia.
Va dato merito ai Cittadini di Maratea, alle Istituzioni locali, Regionali e
Statali succedutesi nel tempo per aver preservato e reso unico il territorio di
Maratea che oggi può essere visto e goduto da tutti. Ed al riguardo, penso anche che la costa di Maratea meriti di
essere dichiarata “Patrimonio dell’Umanità”
dall’Unesco. Il futuro turistico ed economico di Maratea risiede nella unicità
della sua costa e del suo mare; ed in tempi in cui la devastazione ambientale
del pianeta si fa sempre più feroce, la costa di Maratea, se così mantenuta,
diverrà, nel tempo, sempre più bene raro e prezioso e costituirà quindi sicura
potenzialità di crescita per la
Città.