mercoledì 5 giugno 2019

UN APPELLO PER IL CENTENARIO DEL PRIMO GOVERNO NITTI


Articolo pubblicato da "Il Quotidiano del sud -Edizione Basilicata-" del 5 giugno 2019


Onore a Nitti con il Museo “De Lieto” di Maratea
Valerio Mignone*

 
Melfi, 19 luglio 1868 - Roma, 20 febbraio 1953
Il prossimo 14 luglio 1919 ricorrerà il centenario del primo Governo di F.S.Nitti, del quale certamente verranno rievocati sia il pensiero, tramandato con opere che Egli scrisse nella villa ad Acquafredda di Maratea sia l’attività. In tale ambito, non si può non ricordare che fu Nitti, nel 1919, a istituire, con il regio decreto n.1792/1919, il “Sottosegretariato alle Antichità e Belle arti”, pietra fondante di quel che sarà il Ministero dei Beni culturali, istituito sessant’anni dopo.
In occasione di questo centenario è opportuno uscire dalla retorica celebrativa, compiendo un’azione concreta in onore di Nitti: la riapertura del Museo di Archeologia marina, che ha sede nel palazzo “De Lieto” di Maratea, e che, lontano dal Polo museale di Matera di cui fa parte, oggi è in affanno.
Per comprendere il merito di Nitti, è il caso di ricordare che, nel ‘Settecento, Papi e sovrani degli Stati preunitari avevano redatto leggi utili a salvaguardare come bene comune – la utilitas publica – il patrimonio artistico, storico ed ambientale; ma con l’unificazione dell’Italia si creò, in materia, un vuoto legislativo, di cui approfittarono mercanti d’arte per vendere opere, e trasferirle anche all’estero. I danni furono limitati soltanto nello Stato pontificio e nel vecchio Regno di Napoli, ove erano in vigore leggi precedenti. In verità, già con il governo Cavour, nell’Italia unita, fu presentato un primo disegno di legge, che, però, fu subito boicottato! E per molti anni la Camera dei Deputati, interamente elettiva, approvava le leggi che tutelavano il patrimonio culturale ed ambientale, ma il Senato puntualmente le bocciava, essendo esso costituito da aristocratici e proprietari terrieri di nomina regia, interessati a vendere personalmente le loro collezioni.
Tutto ciò durò fino al 1919, quando Nitti, ai sensi del succitato decreto, nominò sottosegretario il veneziano Pompeo Molmenti, che potè insediare la “Commissione incaricata a preparare uno schema di iniziativa legislativa per la difesa e il rispetto delle bellezze naturali d’Italia”, e ne ottenne il testo del disegno di legge, dopo tre mesi di lavoro, nel marzo 1920.
Molmenti, però, si dimise per protesta, per mancanza di risorse economiche; e gli subentrò un deputato toscano, Giuseppe Rosadi, il quale da molti anni si batteva per l’approvazione di una legge per la tutela del patrimonio paesaggistico. Purtroppo, la breve durata del governo Nitti non permise di approvare questa legge. Ma, per fortuna, Rosadi riuscì a mantenere il sottosegretariato anche con il V governo Giolitti, in cui Benedetto Croce, ministro della Pubblica Istruzione, ne ebbe una prima approvazione al Senato il 31 gennaio 1921, trasmettendola, poi, alla Camera il 17 febbraio 1921.
Era un momento di turbolenza politica! Fu sciolta la Camera, e si svolsero le elezioni anticipate il 15 maggio 1921. Ma, prima che si insediasse il nuovo governo, il ministro Croce ripresentò, il 15 giugno 1921, la proposta di legge, di cui i suoi successori Orso Mario Corbino, con il governo Bonomi, e Antonino Anile, con il governo Facta, poterono continuare l’iter. Il Disegno di legge fu approvato di nuovo dal Senato il 5 agosto 1921; ed il 16 dicembre 1921 se ne cominciò la discussione alla Camera, fino all’approvazione definitiva, l’11 maggio 1922, grazie alla perseveranza di Rosadi, riconfermato sottosegretario nei governi Bonomi e Facta. La legge veniva pubblicata sulla Gazzetta ufficiale con il n. 778, il 21 giugno 1922, quattro mesi prima della Marcia su Roma.
Croce, nella sua relazione, non aveva disdegnato di puntare l’occhio al profitto, e di dichiarare: “…mettere in valore le maggiori bellezze d’Italia, naturali ed artistiche” stimola “alte ragioni morali e non meno importanti ragioni di pubblica economia”. Lo spirito della legge Croce - come pubblica utilità e limitazione di proprietà privata - fu condiviso e ripreso durante il fascismo, nel 1939, nella legge Bottai sul paesaggio; ed adeguato ai tempi nostri, nel codice dei Beni culturali, di cui sono stati ministri Urbani, Buttiglione, Rutelli, dei governi Berlusconi e Prodi, di opposte posizioni politiche.   
Per questa unanimità di visione politica in materia, e per “non meno importanti ragioni di pubblica economia” è auspicabile che la Direzione del Polo museale di Matera contribuisca alla commemorazione dell’attività di governo di Nitti rendendo fruibili, per turisti ed operatori culturali, le sale espositive del “Palazzo De Lieto”.
Il “Palazzo De Lieto”, tra l’altro, già di per sé, è un gioiello storico-paesaggistico; è stato sede di uno dei primi ospedali della Basilicata; e dalle sue terrazze lo sguardo può spaziare su quel mare stupendo del golfo di Policastro, che Garibaldi - disceso, per gli aspri sentieri del Pollino, da Rotonda a Marina di Tortora e Maratea per evitare lo sbarramento delle truppe borboniche nel Lagonegrese - percorse in barca fino a Sapri, per fare l’Italia unita. 

Maratea 3 giugno 2019                                   *già parlamentare di Basilicata

Palazzo "De Lieto" nel Centro storico di Maratea

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