Il racconto delle sue origini in un'intervista del 9 agosto 2002:
"La mia vita è un premio; una madre che genera una vita è una donna
premiata qualunque sia la sua situazione, qualunque siano i conti da
pagare, qualunque siano i suoi problemi emozionali: ha il marito, non ha
il marito, ha quello che la ricatta, quello che l’ha abbandonata.
Il privilegio di portare la vita è un privilegio che gli uomini non
hanno: noi siamo inferiori alle donne per questo. Il miracolo di sentir
germogliare nel proprio ventre una nuova vita, il vederla sbocciare e
vederla venir su rende voi donne più forti. Anche se alla fine i figli
vi deludono, gli anni della creazione della vita nessuno ve li toglierà
mai e in qualunque momento della vostra esistenza, quando la pena del
mondo, l’abbandono degli affetti vi cadrà sulle spalle, ripercorrerete
certamente col pensiero, col cuore quei meravigliosi mesi in cui avete
creato una vita. Che poi quello sia divenuto un assassino, un Papa? Non
importa.
Ed è strano che sia io a dire queste cose, io che non sono né padre né
madre né niente? Sono solo figlio. Di più, sono un aborto mancato. Avrei
dovuto essere abortito perché nascevo da due persone che erano entrambe
sposate: lui aveva una famiglia bella e pronta, lei aveva tre figli ed
erano tutti e due al tramonto dell’età delle frizzole. E invece si
innamorarono pazzamente e mia madre rimase incinta. Tutti naturalmente
le consigliarono di abortire. Il marito era moribondo, quindi non c’era
neppure la possibilità di nascondere la gravidanza illegittima. Mio
padre da buon galletto andava dicendo in giro che questo figlio era suo,
però non faceva niente. Ma la gravidanza andò ugualmente avanti. La mia
nonna stessa me lo confessò e mi chiese scusa; disse «Io ero la prima
feroce nemica di questa gravidanza».
E io invece nacqui contro il parere di tutti, perché a mia madre
ripugnava il pensiero di uccidermi: «Morirei di rimorso, nel pensiero di
aver avuto tre figli e di aver distrutto un’altra vita..... Io non avevo il nome nè di mia madre nè di mio padre. Mia madre inventò Zeffirelli perchè, secondo un'antica tradizione dell'ospedale degli Innocenti di Firenze che si tramanda dai tempi di Lorenzo il Magnifico, ogni giorno della settimana corrispondeva ad una lettera. Il giorno che nacqui io toccava alla Z e mia madre, che oltre ad essere una grande sarta, era musicista, pianista, un'appassionata di Mozart, con tanto di farfalle e zeffiretti, quando le proposero la Z come iniziale, all'impiegato comunale disse, appunto Franco Zeffiretti. Quello non capì bene e, invece delle doppie tt mise le doppie ll, Franco Zeffirelli....».
Firenze,12 febbraio 1923 - Roma,15 giugno 2019 |
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