Editoriale del Direttore
Carlo Fusi
LA META' ITALIA CHE RINUNCIA A SE STESSA
-Alle ultime elezioni europee c'è stato un boom di affluenza che ha invertito una tendenza all'assenteismo-
Partiamo dai dati. Alle ultime elezioni europee c’è
stato un boom di affluenza che ha invertito una tendenza all’assenteismo
negli ultimi anni sempre più radicata. Spagna, Francia, Germania i casi
di maggiore corsa alle urne. L’Italia è andata in controtendenza: 56,09
di votanti; cinque anni fa erano stati il 57,22. Nelle amministrative
delle settimane scorse i picchi di assenteismo sono stati alti, in
alcuni casi altissimi. Nelle elezioni politiche le cose vanno meglio: il
4 marzo 2018 la percentuale di votanti si è attestata al 72,93% per la
Camera e al 72,99% per il Senato, in calo di circa il 2,3% rispetto alle
elezioni del 2013. Comunque la più bassa nella storia repubblicana
italiana. In sostanza oscilliamo tra un terzo e la metà degli aventi
diritto che ad ogni tornata disertano le urne.
Decine di milioni di italiani non solo non vota più ma
in sostanza volta le spalle, esce dal perimetro di gioco. Non gli
interessa partecipare e non gli interessa neppure verificare le
decisioni prese da altri che pure hanno effetti e pesano sulle loro
vite. E’ una mastodontica massa di persone che si nasconde, si inabissa,
non ha né cerca pregnanza. Ma cosa pensa quest’Italia nascosta, per
numero e composizione sociale di pari peso a quell’altra che continua ad
esprimersi? Cosa vuole, cosa spera, cosa sogna? E’ impossibile che non
abbia desideri, che non covi sentimenti, che non viva, lavori e cammini
assieme agli altri. Però è fantasmatica, incorporea, sfuggevole.
Nessuno pare interessarsene. Partiti e movimenti si
accapigliano, si danno battaglia, solcano i social, spargono quintali di
propaganda, in molti casi perfino si insultano l’un l’altro. Eppure non
riescono a smuovere questa montagna di indifferenza, a spostare il
macigno di disillusione e rassegnazione che pervade l’altra metà del
cielo italiano. E poi forse non è neanche esatto parlare di scoramento:
chi non vota a volte addirittura si sente sollevato, liberato dal peso
di dover scegliere tra offerte politiche e amministrative comunque
considerate non idonee. Pure questa è l’Italia del sommerso. Che naviga
sott’acqua in attesa di chissà che cosa. Scandagliarla sarebbe doveroso.
Invece poco o nulla importa. C’è una gigantesca massa di manovra in
attesa di qualcuno che la interpreti, le dia rappresentanza, la guidi.
Chi ci riesce, avrà vinto la partita per i prossimi decenni.
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