MARATEA: quale
Turismo?
Maratea, a mio avviso, negli ultimi
anni sta vivendo momenti difficili in termini di sviluppo e di immagine, solo
in parte connessi alla crisi economica e turistica del nostro Paese. E per
fortuna si è conclusa positivamente, seppure con delle inevitabili
ripercussioni, la vicenda della presunta “nave dei veleni”, che aveva gettato
un’ombra sinistra sul nostro futuro.
L’economia
turistica della Città appare in affanno, anche in conseguenza della eccessiva
brevità della stagione estiva. E l’obiettivo, timidamente perseguito, del
prolungamento della stagione ha prodotto finora solo deboli effetti. Ritengo pertanto
che sia piuttosto diffuso tra gli Operatori un certo senso di frustrazione.
Penso che a livello imprenditoriale, ma anche a livello politico e sociale ci
si interroghi su quale debba essere il futuro turistico di Maratea. Più
precisamente ci si domanda se il cosiddetto turismo di “élite” o di “qualità”,
a cui da sempre Maratea si è ispirata, abbia o meno prodotto i risultati attesi
in termini di crescita e di benessere per la Città, oppure se non sia giunto il momento di
adottare una nuova politica turistica, ricettiva e del territorio, tesa a
massificare l’offerta e, conseguentemente ed in linea tendenziale, a
massificare la domanda.
Sono convinto
che oggi proprio in virtù del momento di crisi che attraversa il settore e
l’economia della Città, la “tentazione” di incamminarsi verso la costruzione di
un modello di offerta ricettiva intensiva sia molto viva, alla ricerca del miraggio
del rapido e sicuro sviluppo, e ciò anche sotto la inevitabile spinta dei
grandi appetiti speculativi che un territorio unico come quello di Maratea
certamente stimola.
Penso che
orientarsi in tale direzione non sarebbe né saggio, né lungimirante per varie ragioni.
In primo luogo
perché Maratea, geograficamente, non può contenere le enormi masse di turisti
che vi si riverserebbero in quanto il suo territorio è composto da piccole cale
e spiaggette che non potrebbero, proprio fisicamente, accogliere numeri elevati
di persone.
In secondo luogo,
per accogliere le masse occorre inevitabilmente cementificare il territorio
facendo insediamenti ricettivi intensivi per aumentare l’offerta, producendo in
tal modo la cancellazione della unicità del territorio di Maratea.
Al contrario,
bisogna proseguire con coraggio lungo la strada, forse piu’ in salita, della
costruzione del “ modello Maratea” di sviluppo turistico. Sono convinto che
tale strada porti verso il futuro. Maratea oggi rappresenta uno dei luoghi naturalisticamente
meglio preservati e più belli d’Italia.
Va dato merito ai Cittadini di Maratea, alle Istituzioni locali, Regionali e
Statali succedutesi nel tempo per aver preservato e reso unico il territorio di
Maratea che oggi può essere visto e goduto da tutti. Ed al riguardo, penso anche che la costa di Maratea meriti di
essere dichiarata “Patrimonio dell’Umanità”
dall’Unesco. Il futuro turistico ed economico di Maratea risiede nella unicità
della sua costa e del suo mare; ed in tempi in cui la devastazione ambientale
del pianeta si fa sempre più feroce, la costa di Maratea, se così mantenuta,
diverrà, nel tempo, sempre più bene raro e prezioso e costituirà quindi sicura
potenzialità di crescita per la
Città.
Maratea può
rappresentare un modello di sviluppo turistico eco-compatibile. Occorre saper
intercettare e veicolare la domanda qualificata di turismo
naturalistico-ambientale-culturale, amante della natura, del bello e rispettosa
del territorio.
Anche per
prolungare la stagione va condivisa e sostenuta, l’idea che comincia ad
affermarsi, di sviluppare il “turismo pedonale -naturalistico”, attraverso il
recupero e l’arredo dei numerosi e stupendi sentieri, opportunamente attrezzati,
sì da consentire la piena fruibilità del meraviglioso territorio ed il contatto
diretto con la natura, destinando a ciò, con scelta coraggiosa ma lungimirante,
anche la gran parte delle risorse pubbliche attualmente disponibili dei P.I.O.T
(Programmi Integrati di Offerta Turistica) . In definitiva dobbiamo “vendere”, oltre al mare, i panorami incantevoli ed i tramonti
struggenti che solo il territorio di Maratea sa offrire.
Rivolgendosi a
tale utenza potenziale si può gradatamente raggiungere l’obiettivo della
de-stagionalizzazione del turismo e passare dal turismo strettamente balneare,
meteorologicamente breve ed instabile, al turismo climatico- ambientale che può
essere praticato anche in periodi molto più lunghi dell’anno. In definitiva, la
vera sfida non è tanto quella dell’abnorme aumento dell’offerta ricettiva, quanto
quella del prolungamento della stagione e della diversificazione dell’offerta
turistica.
In tale ottica,
va anche ripreso, valutato ed approfondito il discorso sulla istituzione del
Parco marino, che può rappresentare un ulteriore valore aggiunto all’offerta
turistica di Maratea, che in tal modo verrebbe inserita in quel ristretto
numero di località che si contraddistinguono per politiche e strategie di alta
protezione ambientale; tale scelta consentirebbe di intercettare una ulteriore,
più consistente e qualificata domanda
turistica, oltre alla opportunità di sviluppare iniziative scientifiche
collaterali. In proposito, pare che le uniche località che hanno incrementato
le loro presenze turistiche, nonostante
la crisi, siano state quelle in cui l’attenzione alla tutela ambientale è stata
più alta.
E’ evidente che
rivolgendosi ad una domanda turistica selezionata, occorrerà necessariamente
elevare la qualità dell’accoglienza e dei servizi offerti sul territorio,
attraverso iniziative di adeguata formazione e sensibilizzazione degli
Operatori, a qualunque livello.
Inoltre, al fine
di sviluppare l’economia complessiva del territorio occorre realizzare un’ area
adeguatamente attrezzata che possa dare impulso ad attività artigianali, a
sostegno dell’economia turistica e che da questa possano trarre occasioni di
sviluppo e crescita.
Naturalmente, in
una visione più complessiva, occorre anche prestare la dovuta attenzione ai
trasporti ed alle vie di comunicazione; valorizzare la ferrovia e non farla
depotenziare come sembra voler fare la politica di Trenitalia; sperare nel
rapido completamento dell’Autostrada SA/RC e nell’avvio, e magari nel potenziamento, almeno per il periodo estivo, dell’Aeroporto
di Scalea.
Infine, in tema
di turismo, l’intera Area del Lagonegrese dovrebbe operare per il rafforzamento
turistico di Maratea, in quanto solo una Maratea “turisticamente forte” può consentire,
realisticamente, con lo sviluppo di
idonee sinergie e progetti integrati, la
diffusione su tutta l’area dei benefici dell’economia turistica. Quindi, un
eventuale indebolimento turistico di Maratea non gioverebbe a nessuno e
rappresenterebbe soltanto un sicuro
impoverimento per tutta l’area sud della Basilicata.
Maratea, gennaio
2010
(Francesco
Garramone)
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