Come
non notare nell’addormentato paesaggio
invernale del nostro Centro storico, alla
via intitolata ad Alessandro Mandarini ed a quattro passi dalla gloriosa
bandiera italiana e da quella europea sventolanti presso la Casa comunale, la
comparsa di vessilli della Lega…?
E
non della Lega navale italiana…ma proprio della Lega…Lega, quella con l’effige
di Alberto da Giussano e la scritta “Salvini premier”, figlia erede della Lega
nord, o meglio, della Lega nord per l’indipendenza della Padania, sbarcata al
sud per un tentativo di pacifica ed indolore sua conquista.
Allo
scopo ha ufficialmente accantonato lo slogan “prima il nord” con quello, più
ampiamente condivisibile, “prima gli italiani” che sembra, tuttavia, nascondere un seguito non
detto e cioè “...ma sempre prima ancora i veneti e i lombardi”. Si spiega così perché
silenziosamente, in una sorta di silenzio generale e quasi senza opposizione,
dopo aver abbandonato l’idea della secessione della Padania, la Lega stia
comunque portando avanti un vasto e radicale progetto antimeridionale indicato
dolcemente come “autonomia regionale differenziata”.
Ciò in armonia con il
saggio proverbio “il lupo perde il pelo ma non il vizio”.
Alle
due regioni del nord, Lombardia e Veneto, e all’Emilia
Romagna, i cui abitanti sarebbero considerati più italiani degli altri,
dovrebbe essere assicurata la maggior parte dei propri introiti fiscali e
dovrebbe essere concessa la piena autonomia amministrativa su 23 materie. Si
tratta, in parole povere, di ripartire la ricchezza fiscale in modo da rendere
le regioni ricche sempre più ricche e quelle povere sempre più povere, con una
sanità di serie A ed una sanità di serie B e così via in ogni altro campo. E,
purtroppo, sembra proprio che ancora una volta il nostro Mezzogiorno,
nell’agognare il propagandato reddito di cittadinanza con l’asserita abolizione della
povertà, si lasci ingannare mentre, se con legge passerà l’autonomia regionale
differenziata, peggioreranno in breve tempo le condizioni di tante aree del sud
già in stato di povertà e sulla strada della disperazione sociale (si pensi ai
pastori sardi).
Occorre
allora conoscere e contrastare un tal progetto, difendere l’unità e la
solidarietà nazionale e far trionfare la coesione e i diritti uguali per tutti
con l’unità giuridica ed economica del Paese.
Altro
che Lega, ex Lega nord, con Alberto di Giussano nel meridione d’Italia…!
Alé,
Alé…Sveglia e forza Mezzogiorno!
E
che Maratea, a partire da via Mandarini, comprenda…!
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