La barca di zi Matteo |
Compariva e si tratteneva alla Secca di Castrocucco da giugno
a settembre e lì trovava accoglienza ed un rifugio per sé e la sua piccola
barca a remi. Ero allora poco più che ragazzo e notavo lì la sua presenza
piuttosto schiva e silenziosa tra il mare, gli scogli e gli antichi fabbricati
subito a monte della splendida insenatura. Mi limitavo a salutarlo, a scambiare
con lui poche parole e ad osservarlo mentre si accingeva a curare la sua rete,
unica attrezzatura da pesca di cui disponeva e che gli consentiva cibo e minimo
guadagno giornaliero, mare permettendo. A sera, prima del tramonto, si
ritrovava a sostare e chiacchierare con qualcuno che lì dimorava abitualmente e
che di anno in anno, nel solito periodo, lo vedeva arrivare dal mare e poi,
dopo qualche mese, partire. Appresi da mio padre che era un pescatore di
Villammare zi Matteo, che da solo con la sua barchetta a remi, se ne veniva
lungo la costa di Maratea sino a raggiungere la Secca per poi sostarvi sino al viaggio
di ritorno. Come sempre, lo aspettavano tutti ancora una volta ma la sua
piccola barca a remi, con il passare degli anni, non comparve più ed anch’io notai l’assenza di
quell’amabile, solitario pescatore.
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