lunedì 8 marzo 2021

NECESSITA' DI CAMBIAMENTO

-  Da   www.talentilucani.it  -

 


 

I MERCANTI DEL TEMPIO

ROCCO ROSA

Questa politica da suk, fatta di trattative sotto il tavolo, di tradimenti, sgambetti, cambi di casacca, ripudio della coerenza, arrivismo e convenienza, se ancora non è giunta al capolinea si è messa sulla strada per arrivarci. C’è un sussulto di consapevolezza da parte della gente comune che così non si può andare avanti e che occorre riportare nella politica serietà, qualità e valori. Il caso Renzi è esemplare nel rendere l’idea di questo sentiment che si sta diffondendo tra gli italiani. La spregiudicatezza nel giocare con le sorti dell’Italia in uno dei momenti più delicati ha segnato il punto più basso della credibilità politica, dando la sensazione di un Paese in mano ad avventurieri e giocatori d’azzardo, tutt’altra cosa rispetto all’idea di rappresentanza con cui gran parte degli italiani è cresciuta. Due gesti di grande valore hanno fatto scattare il semaforo rosso contro questi scorazzamenti nella strada del potere : la chiamata di Draghi da parte del Presidente della Repubblica, per una sorta di commissariamento della classe politica e di recupero del merito e della qualità nella conduzione delle politiche di settore, e le dimissioni a sorpresa di Zingaretti per richiamare il Pd ad un comportamento più responsabile da parte della sua classe dirigente,tutta presa a  giocarsi la sopravvivenza personale in uno scenario che sta cambiando. Segnali, si, ma non così deboli da non essere percepiti dalla moltitudine degli italiani.A questo , se vogliamo, si aggiungono il licenziamento in tronco del Commissario straordinario all’emergenza Covid, e , dal lato della politica, la sconfessione plateale di Renzi, considerato inaffidabile e pericoloso dagli italiani, soprattutto dopo il suo spregiudicato omaggio ad un regime con le mani macchiate di sangue innocente. E , last but non least, un Movimento cinque stelle che si scrolla la patina di incompetenza, di giovanilismo , di rigidità ideologica, diventando partito e affidandosi a una persona che ha portato freschezza e dignità alla politica, mediando con pazienza, alle volte usando il pugno duro, assumendo su di sé responsabilità che erano di altri, affidandosi ai meccanismi della democrazia anche quando poteva aggirare certi passaggi.  Se gli intellettuali facessero il loro mestiere, se la stampa uscisse da questo servile ruolo che si è ritagliato per sopravvivere in un Paese dove la libertà di scrivere è solo apparente, dovrebbero insieme dare segnali di aver compreso questo sentimento nuovo che serpeggia tra il popolo e dovrebbero amplificarne la tonalità, potenziarlo, portarlo dovunque. E poi la Chiesa, dove il suo Capo spirituale sta lottando da solo contro il suk che è stato chiamato a bonificare , nella comprensione dei fedeli e nell’ostilità lucida e feroce, di una certa curia che si è beata di privilegi terreni, confondendosi con la razza padrona .  E se mettiamo insieme tutte queste cose, forse c’è spazio non solo per chiedere agli altri il cambiamento ma per promuovere noi stessi, come cittadini, il cambiamento pretendendo il ripristino delle regole di democrazia, spendendo bene il diritto di voto, fissando regole morali invalicabili, isolando gli avventurieri e i mercanti del tempio. E se un parroco di un paese del materano, dove in questi giorni la politica ha dato ancora un volta una pessima prova di sé, si spinge , senza mai citare alcuno, a dire queste cose che qui riportiamo, allora forse la speranza di una resipiscenza morale collettiva spunta come un fiore in primavera:  “Non fate della casa del Padre mio un mercato” “Siamo chiamati a distruggere l’idolo del nostro egoismo e gli altari dell’ambizione sulla quale sacrifichiamo le relazioni fraterne. L’amicizia non è un compromesso nel quale ci si spartisce il potere e ognuno ne prende una parte. Chi ama veramente e lavora per il bene comune deve essere disposto a perdere qualcosa di sé, a rinnegare sé stesso e le proprie ambizioni personali. Non possono coesistere autentico interesse al bene comune e cura dei propri interessi. Certamente in privato, facendo il proprio lavoro, si può fare del bene ma la cura del bene comune nella forma dell’impegno pubblico richiede la rinuncia a coltivare l’utile particolare. Il rischio è quello di trattare la cosa pubblica come un fatto privato, come una cosa propria, «cosa nostra!»” (Dalla meditazione sul Vangelo di Gv 2,13-25: Distruggete questo tempio e il terzo giorno lo farò risorgere).

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