Pensieri-ricordo in memoria della mia cara Maestra elementare, peraltro sollecitati dalla bella poesia “MIA MADRE” della figlia, Mariantonietta Mordente.
Mi capita di frequente, e non solo quando ancor oggi entro in quello storico palazzo, di ripensare a quel periodo e di rivedermi bambino tra vecchi banchi, muniti di calamaio, con i compagni di classe, tutti con grembiulino e rispettosi delle regole, in un’aula che, nel mio ricordo, sembra essere stata sempre quella dalla prima alla quinta elementare. C’era anche una porta-balcone da cui poter uscire per raggiungere vecchi gabinetti alla turca posti all’esterno e tali da, comunque, scoraggiarne l’uso.
Ci ritrovammo con una Maestra che fu sempre la stessa, questo lo ricordo bene, e che, con il tempo, imparammo a conoscere come la Maestra Maria Iannini Mordente. Si dedicava alla sua classe ed a ciascuno di noi amorevolmente, con dolcezza accompagnata da tanta pazienza, ed i suoi modi erano sempre materni anche quando si arrabbiava un po’.
Era molto importante il calore umano, almeno quello, in una stanza priva, come allora si usava, di qualsiasi tipo di riscaldamento, ma noi bimbi per l’intera mattinata non ci facevamo caso, abituati come eravamo già nelle nostre case, nelle quali non mancava però un piccolo focolare. O, meglio, nell’aula qualcosa c’era e compariva soprattutto nei giorni più freddi ma si trattava solo di un piccolo, poco utile scaldino, tipico di quel periodo, a disposizione della nostra Maestra che, pur infreddolita, non lo dimostrava.
Eravamo bambini costantemente da lei seguiti e piacevolmente impegnati, tanto da…non avere il tempo di sentir freddo, pur seduti e composti nei banchi, muti testimoni del nostro crescere con quella voglia di imparare a leggere e scrivere…, che ancora oggi ci accompagna.
Grazie, Maestra Maria !
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