sabato 15 maggio 2021

FONDO DI RIPRESA (Recovery fund), FUTURE GENERAZIONI E SUD

         -  Articolo  di  Nicola  SAVINO  pubblicato  oggi  su   "CONTROSENSO  Basilicata"  -

 

"E’ ovvio che a sbirciare dal buco della serratura si scorge ben poco dell’intero; ma riferendosi questo poco a formazione e ricerca non credo si giustifichi l’entusiasmo quasi unanime per il Pnrr inviato all’Ue da Draghi!

Occorre ricordare che il Recovery Fund è intitolato alla Next Generation, cioè finalizzato a salvaguardare le future generazioni; e dunque che una delle sue priorità non poteva non essere riferita all’istruzione ed alla ricerca. Ebbene, da quanto sulla stampa (nel caso, da Tonelli sul Corsera del 4 maggio), mentre la Francia triplicherà l’investimento per la ricerca entro i 6 anni, partendo già dallo 0,75 % attuale - quasi come la Germania già all’1%-- in Italia il fondo nazionale per la ricerca passerà (udite..udite!!) dallo 0,5 ad “un altrettanto misero 0,6%”!  

Contemporaneamente, le famose borse di studio sono fissate in 4000 euro annue, quando è noto che per mantenere un figlio all’Università occorrono non meno di 10 mila euro e che quindi i giovani “capaci e meritevoli”da una famiglia modesta o povera non potranno accedere a quel livello di studi (tradito di nuovo l’articolo 34 della Carta dopo che-nella legge Ruberti del 1991-l’allora Pds preferì il sostegno alle mense universitarie, cioè alle Coop che in gran parte le gestiscono).

Questa volta si privilegiano “60 centri territoriali per il trasferimento all’industria per segmenti di attività” (di cosa si tratta? Una novità tre volte il numero delle Regioni? E quanto tempo occorrerà per strutturare questa autentica invenzione?)

Non sarebbe stato invece preferibile assistere e pungolare le Regioni a sviluppare, nell’ambito della loro competenza sulla Formazione professionale, le “scuole di mestiere”: che, ricorda Giorgio Colombo sullo stesso numero, “rappresentano un tessuto importante per la cultura del saper fare”? Sfugge a qualcuno che il Sud e la Basilicata stanno perdendo anche la loro ricca ed importante tradizione artigianale? Basti ricordare gli orologi da torre inventati e costruiti nel Lagonegrese, ancora in cima ai campanili di quasi tutte le chiese lucane; o la grande arte degli orafi orologiai ed incisori di Rivello; i maestri del legno del ferro del carbone (da legna) e della pietra; della lana e della sartoria praticate soprattutto dalle donne…un po’ dappertutto. Ebbene, in un piano che si prefigge di rilanciare il Mezzogiorno (Draghi ha solennemente dichiarato che l’Italia cresce se cresce il Sud!), come si fa a trascurare la tradizione produttiva e formativa del Sud e a non stare ben attenti a che non si smantelli quello che già c’era e che può ancora essere utile?

In materia delle Regioni fin dal 1972?

Negli incontri col Governo, cosa hanno chiesto oltre che far propaganda per un’ora in meno di ..coprifuoco?

Quanto all’ Istruzione, si prevede la qualificazione degl’Insegnanti, ormai non più trascurabile, e la diffusione del doposcuola. Ma la spesa di un solo miliardo (altri riportano 4,5) sembra piuttosto simbolica dal momento che il doposcuola implica necessariamente le mense e che di conseguenza ben poco resta per gli asili nido. Questi, nel Nord, sono ormai una realtà diffusa quasi a tappeto, che giova ovviamente sia al lavoro delle madri che alla formazione dei fanciulli. Nel piano si prevede di portarli dal 25 al 33%, mentre in quello originario di Colao s’indicava il 60. Se nel Nord lo hanno più di 68 su 100 i bimbi fino ai tre anni, l’aumento di soli 8 punti percentuali potrà coprire dal 25 al 100% la carenza del Sud, nella zona più debole occorrendo invece fare di più per colmare il divario? Per due motivi: perché soltanto potenziando il fattore umano (concetto guida del Piano) si creano le vere condizioni per lo sviluppo e poi perché, come s’è detto, soltanto <se cresce il Sud cresce l’Italia>! La struttura logica e l’atteggiamento sociale della mente umana si formano entro i tre anni ed è perciò prioritario offrire i nidi; e farlo fino al 100% nel Mezzogiorno per migliorarne le risorse umane indispensabili per tutto. Dalla lotta contro la criminalità al sostegno della occupazione femminile: perché nei nidi lavorano in prevalenza le donne e  perché ,quando possono affidare i loro bimbi al nido, possono impegnarsi in altro lavoro. Senza una diffusione di questa pre-scuola, dov’è la straordinarietà a favore della nuova Generazione?

Con la Quota 100 (imposta dalla Lega), abbreviato il passaggio alla pensione dei Sessantenni (giustificabile per i mestieri usuranti, ma non rispetto al prolungamento della vita!), ai Giovani non sono giunti i 3 posti promessi, ma solo l’ulteriore carico di debiti! Il rifiuto dei 37 mld del Mes (veto inflessibile e incomprensibile del M5S), rende insufficienti i fondi per la ricerca e i nidi, ovviamente a danno dello sviluppo che occorre.

Così per l’edilizia scolastica, nel Sud a lungo bloccata dall’obbligo di “cantierizzare” entro 6 mesi: furbizia utilizzata a favore dei Comuni ricchi del Nord perché soli in grado di rientrare nei 180 giorni!

E dunque, dal buco della serratura si scorge sempre poco; ma stavolta è forse sufficiente per capire che la Next Generation ed il Sud sono di nuovo trascurati.

Se ne sono accorti i nostri Rappresentanti in Parlamento e in Regione? ns"

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