- Articolo di Nicola SAVINO -
"Quanti sono in Basilicata i Neet che non studiano e nemmeno lavorano?
Per l’Osservatorio giovani del Toniolo, in Italia sono 2 milioni: più esattamente, il 30,7 % (rispetto al 28% nel 2019), 12,3 punti più della media europea. Il 40% del totale è bloccato in casa dei genitori a causa di oggettive difficoltà economiche ed in assenza di prospettive per formarsi una famiglia, per mettere al mondo dei figli. Talché, galoppa la crisi demografica di circa 300.000 unità all’anno, da noi più elevata.
Secondo lo studioso Alessandro Rosina, c’è <il rischio di una bomba sociale >. Anche considerando il Pnrr e gli stessi finanziamenti del Fondo Sociale (cifre notevoli), cosa fa la Regione della sua competenza sulla Formazione?
Sarebbe ben utile, specie sul piano morale, un travaso di risorse tra i pochi ricchissimi e i tantissimi giovani privi di mezzi (Letta); così come non dispiace- per la propaganda- incentivare le imprese locali ad assumere giovani laureati. Ma ora serve che l’Assessore Cupparo ricordi ch’è prioritario preparare competenze e professionalità! La delega per la Formazione serve per incentivare le attività produttive, anzitutto il recupero di quelle tradizionali, spesso originali e di spessore culturale nell’ambito del Paese e dell’Europa: e che invece stanno estinguendosi con gli ultimi Maestri! O dobbiamo addirittura sospettare che, per persistente disinteresse, tale delega si sia semplicemente smarrita?
Eppure, fu affidata alle Regioni proprio perché curasse l’espressione identitaria del Territorio.
Altro che sussidi, per tranquillizzarci la coscienza: iniziative possibili anche alle Associazioni private!! Per discutere della l. r. 32/85 (dopo la 285/7), ci fu mobilitazione dei giovani nelle piazze e nei teatri intorno ad “Interventi straordinari di sostegno all’occupazione giovanile.. per la promozione di una nuova imprenditorialità, allo sviluppo del terziario qualificato ed alla elevazione della qualità della vita”. Finanziata col FSE, quelle risorse europee sono ora più abbondanti con l’aggiunta del Pnrr. Perché non aggiornarla--rifinanziarla?
Senza una vera Formazione professionale come affrontare il fenomeno delle morti sul lavoro e la rapida trasformazione tecnologica che pone fuori mercato e ripetutamente la competenza dei lavoratori? Li sussidiamo…li pensioniamo in anticipo…e chi verrà dopo.. se la paga? Di queste tre esigenze (tradizioni artigianali con vere e proprie abilità artistiche; competenza a tutela della vita e preparazione permanente) neppure se ne parla; al punto che ignoriamo se qualcuno in Regione sia davvero delegato ad occuparsene! Per assenza di ricambi, i trattori li guidano ancora pensionati anziani o proprietari che, per non abbandonare i campi, rischiano in proprio..; e quaranta lavoratori della Stellantis sono in Francia per aggiornarsi sulle trasformazioni tecnologiche.
Altro che sussidi, ripetizione della Carità storicamente affiancata allo sfruttamento! Con tanto disinteresse (per la verità.. generale.. in servizio un po’ per caso e giammai per.. formazione), come risponderà la Regione all’ormai famoso Pnrr, che-non a caso-considera l’educazione permanente strumento obbligato per l’occupazione, supporto indispensabile per lo sviluppo tecnologico ed il recupero competenze? In Basilicata non esiste forse questo problema? E’ vero che i nostri Neet sono oltre 44.000 o nemmeno si conosce questo dato?
Il fulcro dello Statuto dei lavoratori era costituito dall’art 18 contro il licenziamento; causa la rapidità dell’innovazione e gli effetti pandemici, ora coincide con la riconquista del lavoro attraverso la riqualificazione.
C’è un luogo in Basilicata per qualificare un Saldatore? Invano cercato non solo da chi scrive, per un immigrato che lo fa, ma sottopagato per mancanza di qualifica!
A suo tempo ci fu invece un forte investimento per la preparazione delle maestranze dell’Officina Meccanica Ferrovie dello Stato (purtroppo chiuse, ma non prima di aver assorbito numerosi lucani!) e per l’esordio della stessa Fiat-Sata. Ebbe anche parziale successo il Progetto artigianato (se non erro un segmento della suddetta legge 32, che inserì 600 giovani –1.000 in meno di quanti previsti!) in botteghe che perciò sono forse ancora in vita. Era in piena espansione la Scuola per Orafi ed Orologiai di Rivello, professioni di successo (negozi anche a Roma, Napoli, Estero) che fu invece soppressa perché (per immaturità campanilista?) trasferita in località priva della relativa tradizione-Queste le cartucce da sparare!
Perché non si rivitalizza quella Scuola nella sua sede tradizionale, prima che scompaiano ultimissimi maestri; perché non si offre questa pregiata opportunità anche ai gruppi di ragazzi immigrati che intelligentemente il Comune accoglie per ripopolare e per occupare un po’ di diplomati e laureati locali per l’inserimento? O quelli li lasceremo andar via, anzi li cacceremo ..perché siamo troppi? Utilizzeremo meglio i Fondi Ue o anch’essi li daremo via?
Nella nostra situazione occorre buona volontà ma anche un po’ di fantasia! O ha ragione Rocco Rosa quando-su https://www.talentilucani.it- lamenta che la Regione è ferma. Anch’essa tra i Neet?" ns
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