alla Regione Basilicata e al Comune di Potenza
- Da www.talentilucani.it -
Ormai
sono stati consumati tutti gli aggettivi per descrivere il vuoto
politico che circonda le due Giunte di centrodestra, alla Regione ed al
Comune di Potenza, entrambe sottoposte al vento della contestazione
interna che invano si è provato ad arginare con il rimpasto degli
esecutivi. La guerra fratricida è così riassumibile. Siamo al primo e
forse ultimo giro di questa esperienza politica, si ha la sensazione che
una riedizione degli stessi schieramenti non porti alla vittoria,
ognuno, partiti o persone , cerca di trovarsi la sua scialuppa di
salvataggio pretendendo posizioni che consentano un minimo di vantaggio
personale o postazioni per I propri fedelissimi che possano contribuire
allo scopo. In questo “si salvi chi può”, il punto in comune delle
forze politiche, alla Regione ,è la messa in discussione di
quell’accentramento di potere personale che il Presidente, sulla scia
del successo elettorale, si è riservato . Dato per acquisito che quei
vantaggi non si sono riverberati nè sul partito del presidente nè
tantomeno sulla maggioranza, ma hanno costituito fattore a se stante,
slegato perfino dagli interessi generali della Basilicata, questa ultima
crisi innestata non casualmene dai consiglieri tagliati fuori
dall’ultimo rimoasto, ha costituto il primo nucleo di una valanga che si
è andata ingrossando e che invano,e troppo tardi, il Presidente ha
cercato di fermare. Il ragionamento che all’interno della maggioranza
regionale sta venendo fuori è che , per trovare l’accordo sull’ultima
parte della legislatura, bisogna rimettere in discussione tutto:
l’assetto interno e le postazionie esterne, a cominciare da quelle che
hanno un peso elettorale pari ad un assessorato, e cioè l’acquedotto
lucano, l’Arpab e via via scendendo per li rami del sottopotere. Proprio
la poltrona lasciata libera alla direzione generale di A.L rilancia la
rimessa in circolazione da parte del senator Pepe di quell’Antonio
Altomonte al vertice dell’azienda di distribuzione dell’acqua
inaspettatamente bruciato all’ultimo metro dall’arrivo. Ma da allora la
composizione delle forze è cambiata e chi ha pagato lo scotto è stata
Forza Italia che si è vista rimaneggiata da uscite, spontanee e indotte
, fino a perdere tutto quel vantaggio elettorale conquistato. Ed è per
questo che l’alto là di Moles si è alzato di tono, facendo capire che o
si trova un riequilibrio generale oppure si va allo scontro definitivo
con conseguenze imprevedibili che possono portare anche ad elezioni
anticipate. Ipotesi che non è affatto campata in aria, perchè, a fronte
di probabili resistenze interne da parte di consiglieri che non vogliono
perdere nemmeno un centesimo dei compensi, c’è un calcolo di interesse
politico che maturerebbe mettendo insieme elezioni politiche e
regionali, con la possibilità di provare un nome nuovo per la stessa
compagine di centrodestra e di stoppare in tempo un possibile processo
di aggregazione del centrosinistra che ancora è lungi dal dispiegarsi.
Una sorta di attacco preventivo all’opposizione, prima che trovi il
tempo di organizzarsi. Non è diversa la situazione al Comune di Potenza,
dove il braccio di ferro del Sindaco con Fratelli d’Italia e con Idea,
che hanno alzato le loro richieste fino a renderle inaccettabili, ha
oltrepassato i limiti della decenza e sta ponendo il Sindaco in una
posizione mlto delicata , costretto, suo malgrado, ad offrire uno
spettacolo di ingovernabilità all’indomani di un intervento di
salvataggio finanziario della Regione motivato, manco a farlo apposta,
da una esigenza di governabilità della città che non è dato di vedere.
Anche qui ,gli aggettivi sono stati usati tutti. Senza che abbiano
minimamente scalfito la pelle dura degli interessati.
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