sabato 16 luglio 2022

POLITICA E QUESTIONE MORALE

 

         -  Articolo  di  Nicola  SAVINO*  -

Pubblicato oggi su  ControSenso  Basilicata

Il 3 luglio di 30 anni fa, alla Camera, Craxi pronunciò il discorso sulla <moralizzazione della vita pubblica>.                            

Il finanziamento della Politica <in buona parte irregolare o illegale>, afflitto da <abusi e degenerazioni ... da tempi immemorabili>, occorreva affrontarlo politicamente per non innescare <un esplosivo>, che, colpendo l’intera classe dirigente, facesse saltare il Sistema…

Attenti quindi a distinguere gli abusi di natura personale dalle disfunzioni ormai gravi nella Cosa Pubblica! A queste si sarebbe già dovuto provvedere con le riforme; gli altri <vanno (invece) definiti, trattati, provati e giudicati> con rigore ed equilibrio, non con la caccia alla streghe.  

Il tempo della prima Repubblica era in scadenza già dagli anni ’60: da quando erano state bloccate le riforme per cui era sorto il Centrosinistra. La Programmazione economica, di cui il Paese aveva bisogno per assestare il miracolo economico; la nazionalizzazione dell’elettricità, ma non favorendo il capitale da rimborsare; la stessa regolamentazione urbanistica, già tanto indifferibile (la frana di Agrigento) quanto indigesta(persino alle parti sociali più deboli, che ne avrebbero pagato le conseguenze)! La minaccia del colpo di Stato col piano Solo ed il <tintinnar di spade> del generale De Lorenzo (ne resta il ricordo?) piegarono il Psi; né il Pci volle dare una mano, pensando forse di ricavar vantaggi dal fallimento!

Il 6 aprile, le elezioni generali avevano conservato la maggioranza al Quadripartito (Dc-Psi, Psdi, Pli); e tuttavia, il Corsera aveva intitolato: <L’Italia protesta, elezioni terremoto>, e la Repubblica: <E’ crollato il Muro DC>. Segni di un clima tale che Cossiga si dimise il giorno della Liberazione per dare spazio ad un Presidente <nella pienezza dei poteri>. Ma Luigi Scalfaro, eletto sull’onda della strage di Capaci (il 28 giugno insedierà, con G. Amato, l’ultimo esecutivo “politico” della Prima Repubblica), intimidito dai proclami tv di Mani pulite, non volle sottoscrivere il decreto del Ministro Conso. D’intesa con Amato, il Titolare della Giustizia proponeva il medesimo provvedimento con cui anni prima era stato amnistiato il Pci dei finanziamenti dall’Urss.

Decollò così l’operazione contro i Partiti, contro la loro funzione indispensabile nel Sistema (invece di ripulirli con l’applicazione integrale dell’art 49 CC -atto Camera 4260 dell’ott. 89). E però, non decifrando il pericolo, il Pci continuò nella linea del trarne vantaggio … visto che il compagno Greganti- a differenza di quasi tutti gli altri addetti al finanziamento delle loro organizzazioni-riusciva a “non confessare” la provenienza della famosa “valigetta”. Del resto, il compagno Berlinguer non aveva insistito per anni sulla questione morale? Fosse stato ora, rispetto ai risultati del 2018, avrebbe recato sollievo quello del 6 aprile! 

 

E però, trent’anni fa, una complessa convergenza di eventi (tipo la trasposizione di reati personali in pubblici, il martellamento della Grande Stampa, quindi degli ambienti di essa proprietari) riuscirono a orientare l’Opinione pubblica. Sicché, invece di rilanciarsi le riforme e di recuperare le omissioni di trent’anni prima (quando il Centrosinistra era già stato indebolito dalla scissione del Psiup- e dalla pur breve unificazione col Psdi), saltò in aria la Classe dirigente che forse avrebbe potuto raddrizzare la situazione.

Al coraggioso e lucido discorso del 3 luglio si corrispose così con un silenzio finalizzato a trasformare Craxi (ed il Psi) in capro espiatorio del costume già in atto <da tempi immemorabili>, utilizzato da tutti i Partiti secondo la loro consistenza ed i loro legami internazionali.

Ebbene, devo confessare che la percezione di questa “trasposizione” percosse tutti noi socialisti in Aula! Ciascuno si volse in giro per qualcuno che intervenisse e si pose l’interrogativo del perché non si alzasse lui stesso a smascherare quel silenzio, quell’autentica truffa! Ma gli attimi scorsero tra i dubbi: del non esser stati preavvertiti dal Partito (possibile il Segretario affrontasse una tale questione senza preparare il Gruppo?), dell’eventualità che intendesse gestirla … con una tattica non aperta ai singoli deputati .. Insomma, in quell’incertezza, gli altri defluivano e con essi quell’attimo …!

Quante volte- in questi trent’ anni- ciascuno di noi si è pentito di non aver squarciato quel silenzio, di non averne tentato la discussione lì, subito ..nella Sede ..deputata: prevenendo la strumentalizzazione contro la democrazia dei Partiti? Forse troppo ingenuo lo stesso Craxi, nel non predisporre una batteria d’interventi ed anticipare le cosiddette “mani pulite”!

Da allora son convinto che ..un Eletto dovrebbe sempre trovare il coraggio di esprimere quel che sente e quel che pensa.., ovviamente a.. rischio personale! Perch’ è in quel luogo ed in quel momento che gli tocca cogliere l’attimo, valutare i fatti ed i loro possibili sviluppi! Forse, difendendo ciò che la coscienza riteneva giusto, si sarebbe sventata la “manovra del silenzio”; e così forse innescato qualcosa di buono anche per la Basilicata! ns          

                                                                  *già Parlamentare e Sottosegretario di Stato

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