Giuseppe Caravita di Toritto è un Avvocato del Foro di Roma ed è l'autore di un volume dal titolo "Avvocà, per ora grazie 2 e la storia continua" -Primiceri Editore 2017. Si tratta di una seconda edizione, nella quale l'Avvocato di lungo corso, figlio d'arte, racconta storie di Avvocati con una lunga serie di episodi da leggere tutti d'un fiato.
Uno di questi episodi, indicato con il n. 33 e presentato come "Possente contro orgasmo", ha simpaticamente attratto la mia attenzione. Anche per la sua brevità, ho deciso di trascriverlo di seguito integralmente:
"L'uso di chiamare le cause civili ad alta voce entrando nell'aula è un uso vecchio. Non voglio dire antico, perchè risale quanto meno agli anni 80, ma sicuramente vecchio. Vecchio almeno quanto me. Mi scontrai con questo uso la prima volta che mio padre mi spedì in udienza. Il suo cliente si chiamava Possente. La controparte, che lo crediate o no, si chiamava di cognome Orgasmo. E, quindi, secondo l'uso e secondo mio padre, io sarei dovuto entrare in aula e dire ad alta voce "Possente Orgasmo". Non lo farò mai, pensai mentre ascoltavo mio padre elencarmi le istruzioni di causa. Ma quaranta anni fa non era pensabile contraddire un padre che era pure il tuo dominus. E anche se la mettete all'incontrario, non era possibile lo stesso: contraddire un dominus che era anche tuo padre? Impossibile.
Me ne andai quindi in Tribunale, pensando e rimuginando su cosa fare per evitare un imbarazzo così grande. Per quanto fossimo negli anni degli hippies e dell'amore libero, e io ne fossi felice sostenitore, l'idea di gridare in mezzo a degli sconosciuti in giacca e cravatta, "Possente Orgasmo" mi faceva venire i crampi allo stomaco.
Entrai in aula, bisbigliando "possente orgasmo". Mi feci coraggio e a mezza voce dissi "Psste Osmo". Mi guardai intorno, e con voce più alta dissi "Possente" e poi aggiunsi a mezza bocca "Ossasmo". E finalmente mi venne incontro un avvocato anziano, dell'età di mio padre, e mi disse "Gesù, ma tu sei il figlio di Caravita, Gesuemmaria gli hai staccato la testa, sei identico, ti ho riconosciuto subito... Vieni, il fascicolo ce l'ho io, andiamo a verbalizzare..."
Precedono e seguono tale episodio tante storie che l'autore racconta in poche pagine ed, a volte, in poche righe, centrando un argomento e prendendo direttamente l'animo del lettore per la semplicità del linguaggio e lo stile asciutto. Sono storie di avvocati che potrebbero essere le storie di tutti gli avvocati.
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