E' dedicato a tanti il libro di Giuseppe D'Alascio dal titolo "Una vita indivisa - Grafiche Zaccara- Edizione 2018, con prefazione a cura della Prof.ssa Isabella Di Deco: in primis "a chi tutti i giorni combatte oni forma di dipendenza, dalle famiglie alla Scuola, dalla Chiesa alle Istituzioni" e poi, alla fine, ai...ricordi.
Nel volumetto l'autore racconta di sè, "dei dodici anni di servizio a Milano e della sua stretta colleganza con il mondo della droga"; racconta del suo "vissuto per tenere alta l'attenzione su un dramma che investe l'intera società, le famiglie e soprattutto molti giovani adolescenti" e racconta "per dare voce a chi in qualche modo ha vissuto e vive questo dramma, direttamente o indirettamente, ma che in ogni caso lascia dietro di sè una scia di dolore e di sofferenza. Il dramma della droga" (dal Prologo).
Nella lettura una pagina tira l'altra ed in esse "palpita il cuore di un uomo con le sue fragilità, i suoi valori, i suoi dubbi e le sue certezze; un uomo che è un poliziotto ma anche un padre..." (dalla Prefazione), lungo un percorso di vita da Maratea a Milano, dove "dieci anni di antidroga lasciano il segno", per poi tornare nel suo paese natale e lavorare, sempre in Polizia, nella vicina Lagonegro.
E' stato ed è un bravo poliziotto Giuseppe ma è innanzitutto un uomo perbene, già ragazzo serio ed equilibrato, legato alle sue radici ed alla sua famiglia, a piazza Buraglia ed agli amici, tra i quali il coetaneo Biagino tragicamente morto una notte di Natale: era il 24 dicembre 1990 ed aveva solo venti anni.
Il racconto desta tanti ricordi ed emozioni che l'autore riesce a trasmettere al lettore con linguaggio chiaro e diretto sino a coinvolgerlo nella sua appassionata ed onesta esperienza lavorativa in divisa, a cominciare da quella vissuta presso la Questura di Milano.
Ovviamente ne consiglio la lettura.
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