Nicola SAVINO*
Ricorrendo cent’anni dalla nascita di Rocco Scotellaro, è quasi doveroso chiedersi se gli “operatori politici” attuali si emozionino alle sue poesie! Quando i nostri Borghi erano ancora popolati e la demografia non avversa, pensando al futuro delle Amministrazioni, i Sindaci cercavano di scoprire giovani da “mettere in politica”. Vent’anni dopo, il padre di un ragazzo .. che non amava studiare… chiedeva- come “favore”- che il figlio fosse “sistemato magari a fare il sindaco”!
Dunque, la Politica era cambiata nel cuore della Gente e non a caso se ne addolorava il sen Verrastro nei “Dialoghi”, pubblicazione dell’Azione Cattolica. Egli era stato “spinto in politica” da quest’Associazione e da Monsignore il Vescovo, dopo un non breve “tirocinio” e la frequentazione dei confinati antifascisti ad Avigliano, Rossi Doria e Venturi. Di lì fu poi, nel 52, “portato” alla Provincia...al Senato nel ’68 e- dal ’70 all’82- alla Presidenza della Regione. E qui gli toccò anche il peso della straordinaria tragedia del terremoto, le cui conseguenze forse aggravarono la sua sofferenza per “il frazionismo, le ambizioni smoderate, l’esercizio irriguardoso del potere, .. la totale assenza di spiritualità”!
Si trattava di fenomeni ormai presenti anche sul versante di chi derivava il suo impegno politico dal dovere civico più che dalla fede religiosa: ormai, il “morbo” che un tempo era qui sembrato assente si era ormai diffuso; talché non è peregrina l’ipotesi che fosse spuntato con gli affaristi calati dal Nord per lucrare sul terremoto! Da esso scaturirono infatti e si allungarono gli elenchi dei “più danneggiati”, si diffuse la corsa ai contributi pubblici o bonus e si costruirono capannoni ed aree industriali che rimasero inutilizzati (tanto, paga Pantalone)!
Furono queste le cause, oltre che gli esempi “illustri” e tragici di casa nostra, per cui non pochi impararono a “profittare”, si scosse nel profondo la moralità civica dei Lucani ed anche da noi la Politica si trasformò in opportunismo? E però, ancora nel’93, in La tradizione civica nelle Regioni italiane, Robert Putnam lodava la classe dirigente lucana al confronto con quelle delle Regioni più efficienti: un giudizio ch’Egli ha confermato di recente per la serie Tv dei “cinquant’anni della Regione”.
Può dunque anche darsi che non sia stata (solo) conseguenza del sisma e dei nostri guai domestici; ma, più alla radice, da Mani Pulite, un fenomeno la cui gravità meriterebbe di non esser dimenticata e su cui occorrerà ritornare. Sta di fatto che ora ci si trova dinnanzi a casi- limite, impensabili se i Partiti fossero stati come previsto dalla Costituzione (art 49)! “Esibizioni” che, anche in ambito istituzionale, fanno “drizzare i capelli”; interventi tanto roboanti, quanto privi di logica e di significato; autodichiarazioni d’incompetenza ( sic ??!!) ..spontanei; sproloqui non obbligatori; addirittura lottizzazioni delle superfici di Rappresentanza!
A parte la reiterazione dei flop .. e la frequenza delle “ruggini personali” tradotte in difficoltà Istituzionali, dal di fuori, non si è più in grado di comprendere cosa stia succedendo nella “pancia” della Basilicata! Ad esempio, circola voce che il Presidente sia intervenuto alla seduta celebrativa del Cinquantennale da un piazzale dell’autostrada; che, nel Comitato Stato-Regioni, Egli abbia votato senza alcun mandato consiliare; che, di conseguenza, per timore dello scioglimento anticipato, l’Assemblea ne abbia, cinicamente, avallato il “tradimento”! E’ come si spegnessero le luci, calasse il sipario…non solo la scena, ma anche la platea si spopolasse !!!..Non a caso, alle 18,45 del 14 marzo (pur senza pioggia e senza freddo) Piazza Prefettura è deserta’!
Il problema-qui ed ora- non è dunque più di programmi o bilanci e della capacità di approvarli e di attuarli, né di questo o quel Partito (o comitato elettorale? ); sempre più chiaramente, è di dignità, di livello culturale, di moralità civica: di rispetto della Comunità e dei suoi problemi!
Si è insomma all’esatto opposto della Democrazia fresca.. da costruire, che, dopo guerra e fascismo, si affidava alla credibilità ed al prestigio delle Istituzioni: una regressione tremenda perché sempre più priva di speranze!
Rocco Scotellaro, già sindaco a 23 anni, nel suo brevissimo tempo, realizzò le strade di campagna ed un ponte; addirittura l’ospedale civile (tentandovi l’autogestione) proprio per la fiducia che avevano in lui! Gli Emigrati tricaricesi gl’inviarono danaro (altro che bonus!) ed il vescovo Delle Nocche gli concesse non soltanto i locali e qualche arredo, ma tutto il suo appoggio! Fu tempo che i Partiti tendevano alla riqualificazione delle Istituzioni dopo l’”orgia” (non al voto in sé e per sé), e meritavano “credibilità” per il loro impegno: e che si affidavano a persone preparate, anche emergenti dal confronto democratico anzitutto interno. Quello che oggi non esiste più, in Italia da Mani pulite e qui da noi anche per le nostre vicende: da cui il crollo della fiducia e della preparazione e della selezione, e la Gente che non va più a votare! E non solo di settembre, ma anche dopo, nel Friuli!
La sofferenza di Verrastro era dunque anticipatrice di tutto questo? E quando Scotellaro auspicava l’<Alba nuova> perché saremmo “entrati in gioco anche noi” era forse convinto che i Lucani-anche per il diffondersi della Scuola che lui aveva dovuto cercare altrove!- avrebbero “fatto politica” per il “bene comune” e ridato dignità alle Istituzioni: ma di sicuro non immaginava che sarebbero tornati al borbonismo!! ns
*già Parlamentare e Sottosegretario di Stato
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