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Diritti
Dopo 14 anni, quattro arresti per l’omicidio di Angelo Vassallo
ll sindaco avrebbe scoperto un traffico di stupefacenti riconducibile ad ambienti camorristici e nel quale sarebbero stati coinvolti anche esponenti dell’Arma
Dopo oltre 14 anni dall’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, ucciso il 5 settembre 2010, ci sono ora quattro colpevoli secondo il raggruppamento operativo speciale dei carabinieri di Roma che ha eseguito le ordinanze di custodia cautelare con l’accusa di omicidio volontario: il colonnello Fabio Cagnazzo accusato di concorso in omicidio aggravato da premeditazione e metodo mafioso, l’ex carabiniere Lazzaro Cioffi, Romolo Ridosso e l’imprenditore cilentano Giuseppe Cipriano.
Secondo quanto si apprende dall’Ansa, la ricostruzione degli inquirenti individua il movente dell’assassinio nella scoperta, da parte del sindaco, di un traffico di stupefacenti riconducibile ad ambienti camorristici e nel quale sarebbero stati coinvolti anche esponenti dell’Arma.
Vassallo sarebbe stato ammazzato dopo aver confidato quanto sapeva sulla vicenda all’ex procuratore capo di Vallo della Lucania, Alfredo Greco, ma prima di poter formalizzare la sua denuncia a un carabiniere di assoluta fiducia dello stesso Greco. Sempre in base alle accuse, Cagnazzo si sarebbe speso in una attività di depistaggio delle indagini organizzata già prima che Vassallo venisse ammazzato.
Angelo Vassallo era conosciuto come il sindaco pescatore, amante dell’ambiente e del patrimonio artistico e culturale italiano. Nel 2009 si era fatto promotore della proposta di inclusione della dieta mediterranea tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità; proposta che fu accolta dall’Unesco il 16 novembre 2010, a Nairobi. Ambientalista, amato dai suoi concittadini, viene ricordato anche per le sue ordinanze, come quella che prevedeva una multa fino a mille euro per chi veniva sorpreso a gettare a terra mozziconi di sigarette. Era stato primo cittadino del comune sul mare del Cilento, Pollica, per tre mandati – dal 1995 al 1999, dal 1999 al 2004 e dal 2005 al 2010 – dopo essere stato a lungo pescatore.
“La svolta nelle indagini sull’omicidio di Angelo Vassallo, frutto del lavoro d’inchiesta condotto dalla Procura di Salerno, guidata dal procuratore Borrelli e dai Ros dei carabinieri – affermano in una nota Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente e Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania – è un passo in avanti decisivo nella ricerca di una verità che la nostra associazione ha chiesto con forza in questi lunghissimi 14 anni. Sarà lo sviluppo dell’attività giudiziaria a illuminare ancora meglio il gravissimo scenario in cui sarebbe maturato l’omicidio del Sindaco Vassallo e dei depistaggi con cui sono state persino cancellate prove decisive. Una cosa è certa: Angelo Vassallo è stato ucciso perché ha sempre difeso, con tutto se stesso, quei valori di legalità, amore per il proprio territorio e la comunità che lo abita, coraggio nel non girare mai la testa dall’altra parte che ne hanno fatto un simbolo dell’Italia migliore”.
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