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Mettendo
in fila le date e gli atti è possibile arrivare alla piena comprensione
di quello che è successo per il Camastra. Premesso che tutte le dighe
lucane non sono collaudate e che si va avanti con una gestione
transitoria, ogni anno si valuta se il volume di acqua invasata fa
correre dei rischi alla strurrura della diga, mantenendo un principio di
prudenza rispetto alla sua portata. A gennaio 2023 nella Diga del
Camastra, avviene un riempimento repentino, il volume di acqua invasato
passa da 9 M mc a 18M mc. E successivamente si svuota ritornando a 9M mc
nell’arco di 10gg Viene diffuso un comunicato( con grafici) di
Basilicata Possibile. Con le domande: 1) Quali prescrizioni ha ricevuto
l’ente gestore della diga per giustificare questo comportamento? 2) Per
quale ragione o quali specifiche ragioni di sicurezza ? 3) Quando queste
prescrizioni sono state ricevute? 4) Quali interventi erano stati
richiesti per il ripristino della funzionalità della diga (al di là
dello sfangamento in assenza del quale la diga comunque avrebbe potuto
invasare circa 24 Mmc) ? 5) Quali interventi da allora sono stati messi
in essere per ripristinare le possibilità di invasare (almeno) fino a 24
Mmc come prima delle prescrizioni? 6) Chi e quando è stato informato
dei rischi cui si andava incontro per effetto del mancato ripristino
della funzionalità dell’invaso in modo da consentire di arrivare
preparati ad una crisi idrica tutt’altro che imprevedibile? Pietro Simonetti
Nessuna risposta. Nel frattempo il Commissario straordinario dell’EIPli, l’ente poi rilevato dalla nuova spa Pubblica Acque del Sud emana un provevdimento urgente per effettuare lavori straordinari alla diga della Camastra. Nel dispositivo si premette che 1) per quella diga vige la limitazione di invaso a quota 524,60 m s.l.m. impartita dall’Ufficio Tecnico per le Dighe di Napoli del MIT con nota R. U. 0007055 del 21/03/2019; 2) che la suddetta quota limitata non consente l’attivazione dei n.2 scarichi di superficie, le cui soglie sfioranti sono poste rispettivamente a quota 531,50 m e 532,40 m s.l.m., pertanto, le manovre di alleggerimento dei volumi di invaso, durante gli eventi di piena, vengono effettuate a mezzo dello scarico di mezzofondo; 3) il richiamato scarico è ubicato nella torre dello scarico di superficie n. I ed è costituito da due coppie di luci (SX1-SX2 e DXI-DX2) ciascuna delle quali è intercettata da una paratoia piana 1,60 x 3,10 m, con battuta a quota 5I9,30 m s.1.m.. Tutto ciò premesso la delibera precisa a) che durante la manovra di chiusura della paratoia DXI si è verificata la deformazione dello stelo di movimentazione della stessa;b) che l’evento occorso non consente la manovrabilità di una delle quattro paratoie di mezzofondo; c) che è necessario ed urgente, per la sicurezza dell’invaso, ripristinare la manovrabilità della paratoia DXI di mezzofondo. A questo fine vengono stanziati euro 80.413,81, autorizzando il ricorso alla procedura di richiesta preventivo mediante l’ausilio di sistemi informatici e l’utilizzazione di modalità di comunicazione, usufruendo del sistema di intermediazione telematica denominato “Empulia” per l’individuazione dell’operatore economico a cui affidare l’esecuzione ai sensi ali’SO, comma I lett.a del D. Lgs 36/2023 con il criterio del minor prezzo.
Fin qui le carte. Quando e se sono stati fatti i lavori non ci viene detto . E’ molto probabile che il etmpo per l’affidamento diretto ci abbia portato in inverno e che i lavori siano stati iniziati in primavera. da qui il legittimo sospetto che ad inizio dei lavori sia stato necessario aprire la paratoia interessata. Se è successo questo, possibile che la Regione sia stata tenuta all’oscuro? E se così fosse, possibile che il presidente non si sia fatto sentire nei confronti dell’EIPLI?
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