sabato 1 settembre 2018

C’È MOLTO DA FARE…

Faccio mio e pubblico l'intervento della Docente Antonella Botti, dopo il recente appello del Filosofo, Prof. Massimo Cacciari:



"INTELLETTUALI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI"
(Risposta all'appello di Cacciari )
 
"Non ho vissuto l'età dei totalitarismi, l'età della morte del pensiero critico ma oggi più che mai posso considerare quanto sia pericoloso il sonno della ragione. Nell'età del ritorno dei Malvolio di montaliana memoria un semplice prendere le distanze  non può bastare,  non è piu possibile una "fuga immobile" anzi può rappresentare una scelta immorale, un disimpegno colpevole. Oggi non è più tempo di tacere, è tempo di prendere una posizione perché ogni esitazione potrebbe mettere a rischio le grandi conquiste culturali del secondo dopoguerra. La cooperazione internazionale, la democrazia, l'integrazione, la tolleranza non possono essere valori negoziabili.
Quello che maggiormente preoccupa non è il ristretto e circoscritto disegno politico di Salvini ma la constatazione dei consensi numerosi che colleziona, non è di Di Maio, che mi preoccupo e del suo serbatoio di voti "protestanti" ma la constatazione che la protesta sinistroide abbia consegnato il paese ad una destra becera e livida e che una larga fetta anche di intellettuali non si sia resa ancora conto che si è prostituita alla peggiore delle destre , non a quella progressista e europeista ma alla destra razzista e violenta di Salvini. Ad una destra incapace di cogliere i segni del tempo, incapace di progettare un mondo di uomini in grado di vivere insieme pacificamente nella consapevolezza che ogni vero progresso raggiunge la sua pienezza col contributo di molti e con l 'inclusione  di tutti, seguendo l'insegnamento terenziano alla base della nostra cultura occidentale :"Homo sum humani nihil a me alienum puto".
Appartengo al mondo della formazione, sto, pertanto, in trincea a contatto con una generazione vivace, intelligente, elettronica e "veloce" che  "vivendo in burrasca" rischia di precipitare nel baratro dell'indifferenza o, nel peggiore delle ipotesi, dell'intolleranza, dell 'aggressività pericolosa e ignorante.
Questi stessi giovani ,invece, meritano di essere salvati, meritano una cultura in grado di coniugare pathos e logos,una cultura che percepisca l 'uomo come fine e non come mezzo, che consideri l '"altro da sè "una risorsa importante giammai una minaccia .
Nell'età delle interconnessioni non c 'è niente di più assurdamente anacronistico dei muri e dei silenzi colpevoli. È solo nelle DIVERSITÀ che si può cogliere il vero senso della BELLEZZA  e l'essenza di un impegno costruttivo che non è mai discriminante ma sempre inclusivo, totalizzante e interdipendente.
Non è neanche questione di destra o di sinistra , di rosso o nero ma il problema è , soprattutto ,di carattere culturale. La vera emergenza è quella di costruire un argine contro ogni forma di populismo, contro la xenofobia, contro i nuovi razzismi in nome di una società civile che riparta dall'UOMO, non prima dall 'uomo Italiano , nè come in passato  ,prima dall'uomo della Padania ma dall'UOMO  in quanto umanità È necessario che in ogni campo sia politico che economico, culturale e sociale non si perda mai di vista l'uomo , la sua dignità, il suo inestimabile valore e, al di là di ogni faglia e filo spinato ,lo si consideri il fine ultimo di ogni progetto.
INTELLETTUALI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI, c 'è  molto da fare, a partire dalla formazione scolastica . Se uniti si costituirà una forza inarrestabile, la forza della cultura, la sola che possa costituire un argine autentico contro la deriva pericolosa del populismo e della miseria, principalmente di quella della mente e dello spirito".

Antonella Botti, docente .

1 commento:

  1. Attraversiamo momenti difficili, la matassa della storia si è ingarbugliata, l'intolleranza la fa da padrona.
    Ci guardiamo in cagnesco timorosi, abbiamo paura.
    Ecco, il distintivo di questo tempo mi sembra la paura.
    Più che camminare brancoliamo nel buio, senza meta.
    Abbiamo cresciuti i nostri figli nell'agio, super protetti; ora sono senza clorofilla, molli.
    A volte mi consolo pensando alla quantistica,alla penosa lotta per le idee che ha permesso all'uomo di disvelare i segreti della natura.
    Heisenberg lamentava la mancanza di un linguaggio per comprendere e descrivere ciò che si osservava, era tanto diverso dal senso comune.
    Oggi, anche nel sociale, c'è bisogno di un nuovo linguaggio, di nuove strumenti per interpretare la realtà, di nuovi occhi per guardare il lontanissimo.
    Noi silenziosi dobbiamo fare sentire la nostra voce, mostrare le nostre azioni.
    Io ho deciso da tempo di salutare ogni straniero che incontro, di sorridergli.
    A un pachistano ho donato una piccola casetta. Quella dove scoppiò una bomba bellica che uccise un mio fratello dante e tolse la vista a mio fratello Massimo. Mi cambiò la vita, spero che possa diventare un simbolo di fratellanza.
    Ettore Vita

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