La Costituzione italiana, legge fondamentale del nostro Stato, afferma nel primo dei suoi Principi fondamentali che "la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".
L'art. 49 recita: "Tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale".
Ebbene, penso sia proprio ora di dire BASTA AI PARTITI PERSONALI...
Da troppo tempo si assiste alla nascita, ascesa con il vento in poppa e declino di partiti politici, concepiti da un leader-capo e del quale seguono poi le sorti, con deformazione e adattamento di uno strumento di democrazia all'ambizione, alle mire, agli interessi di un rampante personaggio di turno.
Dopo i grandi partiti di massa come la Democrazia cristiana, il Partito socialista, il Partito comunista ed altri di minore entità, nei quali si sono ritrovati e formati per lungo tempo statisti dediti al bene dell'Italia nella casa comune europea, sono comparsi il partito di Berlusconi, quello di Bossi e poi di Salvini, quello della Meloni, in qualche modo anche quello di Grillo e Casaleggio. Ora ci provano a farne uno personale Giovanni Toti, stanco di Berlusconi non più con il vento in poppa, Carlo Calenda, stanco del partito democratico, e da ultimo lo scalpitante Matteo Renzi, che ritorna alla carica...
E il popolo, dividendosi, finisce con l' accodarsi all'uno o all'altro, a piacimento, tanto ce n'è per tutti i gusti di aspiranti al potere per il potere ed alle ambite...poltrone romane e non solo...
Mi sono recentemente imbattuto in uno scritto ( www.glistatigenerali.com ) del 29 gennaio 2018 della Prof.ssa Sofia Ventura, Docente di Politica comparata presso l'Università di Bologna, particolarmente critico su tale specie di partiti del nostro tempo.
Confesso di essere stato attratto dal titolo:
"I CAPI NELL' ERA DEI PARTITI PERSONALI NON CHIAMAMOLI LEADER, SONO AVVENTURIERI".
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