sabato 18 giugno 2022

LA QUESTIONE DEL CENTRO STORICO DI POTENZA

                                     E  DEI  CENTRI  STORICI  IN  GENERALE  


           -  Articolo  di  Nicola  SAVINO*  -

Pubblicato oggi su ControSenso Basilicata

 

Non sembri frutto di un’inclinazione elitaria …..l’idea di trasferire “quel progetto” a Via Pretoria!

Al tema son tornato leggendo, sull’ultimo numero di Controsenso, di 70 alloggi e 10 locali in un accordo tra Assessorato Regionale- Comune di Potenza ed Ater. Per l’Assessora Mecca si “tratta di un intervento strategico per incrementare la disponibilità di alloggi sociali”; cui aggiunge il trasferimento- dall’Ater al Comune-della competenza su appalti e costruzioni (che innescherà tendenza anche per altri Comuni?).                

E però, nella “strategia”, c’è qualcosa per Potenza ed il suo Centro storico? La questione è di una enorme complessità e riguarda un problema cui le Istituzioni, Comune in testa, non dovrebbero non applicare particolarissima cura! Per soluzioni personalizzate con l’impegno dell’associazionismo sociale e studentesco -anche universitario e cattolico (in genere, particolarmente attivi).

Trattandosi di promuovere il risveglio della Comunità è richiesta una vasta convinta partecipazione dell’intera Regione! Come dire che, se una mobilitazione è ancora ipotizzabile, diviene possibile sperare sulla strada del “miracolo”; ma che, in caso contrario, siamo già lì dove la storia, poiché non si ferma, sta per accelerare nella direzione già in atto! Per evitarla, qualsiasi strategia che riguardi il Territorio non dovrebbe perciò eludere il risveglio del Centro storico: se no- ci si ridurrebbe ad un accampamento di periferie, degl’ <insiemi> di costruzioni nemmeno connotabili per stile o identità , architettonica e sociale! Cosa infatti Gallitello..la Fondovalle e le parallele, uno o due (o tre o quattro?), mix- a dir poco- caotici ? Materiali edili e giocattoli .., auto e ..materassi .., abbigliamenti e ferramenta.., farmaci e vini (per tacere dell’impianto di smistamento elettrico); servizi  Rai ed Asl.. mercati e super e bancarelle, ..parcheggi e camion di frutta o rotoli di carta.. bancarelle! Intorno all’ Università all’Ospedale e alla Regione, edifici raramente correlabili ad un profilo identitario o da quartiere. Forse per l’immigrazione … provvisoria, da cui ripartire dopo qualche ora per il paese o cui è comunque arduo pensare le nuove generazioni possano legarsi per il loro futuro! 

 

A non farla lunga, senza il suo Centro, Potenza scadrebbe ad agglomerato di uffici.. botteghe ..appartamenti: al meglio in funzione dei Borghi vicini , dove nemmeno più qualche incontro per un caffè a Sedile o Prefettura o Porta Salsa! Nonostante ora rispunti Torre Guevara, restano i “si vende” e i ”si fitta”; e nulla più.. nemmeno di provvisorio… si nota si vede come- fin a tempo fa- gli estremi tentativi di qualche giovane bottega! 

La questione del Centro storico è aperta in ogni Borgo e non solo della Basilicata; una tragedia indotta da cause leggibili e che si aggrava diffusamente! Ma che nel Capoluogo lucano andrebbe ridimensionata e subito ..con una “strategia d’urto ..”, appunto con l’investimento Fers, destinandolo ad avviare il superamento di vecchi errori ed a farne modello per i Borghi non solo lucani. Diversamente, quale turismo “in quel che resta qui e nel resto” della Regione? Siamo al punto che sollecita ad acuire le risorse di ciascuno, anche la fantasia, per affrontare contestualmente e per un possibile futuro… problemi che pur appaiono diversi fra loro!

C’è da cambiar logica e subito; nel caso, correlare una sistemazione sociale che attende da decenni con il recupero di un Centro ch’è per di più emblematico di quasi tutti gli altri 130 Comuni. C’è da trasferire e ricollocare 70 famiglie per ripopolare, per non emarginarle sulla collina dell’emergenza (che di questa fatalmente conserva i connotati) con consumo di altro suolo e di altri servizi.

Nessunissimo dubbio che l’operazione sia molto complessa! Ma tuttavia coordinabile tra gli Enti, per assistere ciascuno degli “aventi titolo secondo graduatoria”, perché scelgano casa e gli eventuali adattamenti. Persino inventando album di foto degli alloggi acquisibili dall’Ater e consentire la scelta di tecnici di famiglia per gli adattamenti- rifacimenti concordati (con riflessi sull’occupazione dell’artigianato locale); infine, per un percorso, che-raggiunto lo scopo prioritario- potrebbe estendersi anche ad altri alloggi in vendita. Con una forte collaborazione dell’ associazionismo e del volontariato: su problemi man mano emergenti, per discuterne, confrontarsi, conoscersi e decidere insieme, tra futuri e vecchi residenti. Convinti ad invertire lo sfaldamento del Capoluogo e d’offrirne modello per i Borghi; per un assetto regionale adatto ad un vero e percorribile destino turistico, ad una qualche “tenuta” demografica!

Siamo al destino del Capoluogo e, per il suo valore emblematico, del territorio regionale: nella fase del <se non ora, quando?>. Perciò, le ultime “cartucce” occorre colgano obiettivi multipli! Se no- altro che inclinazione elitaria-si ri-emargina Torre Guevara, anche se …appena riesumata! ns      

                                                             *Già Parlamentare e Sottosegretario di Stato 

 

Centro storico di Maratea


 



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