mercoledì 17 maggio 2023

BASILICATA, PRESIDENTE BARDI E...AUTONOMIA DIFFERENZIATA

  


              Nicola  SAVINO*                                           

 

                                                    Finché s’è trattato di “opinioni”, anche quella di Bardi poteva esser “assolta” in un Paese che- chissà ancora per quanto- ne riconosce il diritto! Ma ora che, oltre agli studiosi ed alle Agenzie qualificate come Svimez, si è pronunciato addirittura l’Ufficio del Senato (Assemblea presieduta da Ignazio La Russa ), uno Staff tecnico che cura i conti pubblici per questa Camera (quasi certamente d’intesa con l’ Ufficio parallelo dell’Altra), come se la caverà il nostro Generale per giustificare il suo favore all’”autonomia differenziata”?

Il caso è scoppiato il 16 maggio con Salvini che ha minacciato per telefono la Meloni, impegnata all’Estero: la Presidente se l’è cavata dicendosi ignara (Rassegna stampa radicale del 17).

Tra le proteste di Calderoli che già- in un’intervista a La Repubblica-aveva dichiarato di “dimettersi dalla politica se la sua Legge non passasse…e non come Renzi”(si ricorderà, non mantenne).  A quel punto si son rincorse dichiarazioni stampa di smentita e conferma; la Relazione del Bilancio pare sia scomparsa, intanto ch’era già sul sito de La Repubblica ecc ecc.

Ma cosa dice infine quel Documento? Le stesse cose che siamo andati ripetendo tutti: che il Mezzogiorno ne riceverebbe un danno insanabile, che non basta “determinare  l’identità “ dei Lep (livelli essenziali di prestazioni da assicurare a tutti i cittadini, anche a quelli del Sud), ma servono soldi per finanziarli; che con l’autonomia le Regioni del Nord tratterrebbero a sé il “residuo fiscale” (molta parte del loro gettito) per sostenere i nuovi poteri acquisiti, mente ai Lep ed al Sud non resterebbe nulla, salvo contrarre altro debito pubblico (scelta bloccata dall’Ue per la tutela della moneta comune). Ma se questo è stato già scritto e dimostrato dagli studiosi perché tant’ agitazione nel Governo? Perché quello del Senato è un Documento ufficiale la cui pubblicazione non solo è difficile contestare o minimizzare, ma è “letta” dai Leghisti come iniziativa del Presidente La Russa (maestro della Melone) e quindi come il segnale che i Fratelli d’Italia- in realtà- non sono disposti a sostenere fin in fondo la Linea inventata da Bossi e da lui apertamente definita “secessione”. 

 

A Roma è dunque questo il “vero” problema: se avviare il processo inverso a quello che realizzarono Cavour e Garibaldi, un passaggio storico enorme per chi dice di amare la Nazione! In Basilicata la questione è invece altra, molto più “terra terra”: se la Lega regga alla Linea che Salvini aveva qui promesso di “aver sepolto” per sempre e che sta ispirando da mesi la transumanza verso FdI.

Da quel che si nota in Tv o nei Convegni, tra i Sindaci eletti o in carica della Lega, c’è ancora qualcuno ben preparato. Resterà con Salvini nonostante il “tradimento” testimoniato qualche settimana fa da Zullino (non a caso Ex) in un convegno organizzato a Matera dal dottor Vizzini? Cosa faranno se, proprio perché convinti di aver capacità politiche, per una ”nuova partecipazione”, sono andati con la Lega perchè le altre vie erano già occupate e contese “a coltello” ? Non diventa ora molto più probabile che vadano in FdI, dopo l’evidente “fissazione” antiunitaria e nordista di Salvini, che non certo può bilanciare con il solito Ponte di Messina? Si può continuare a negare ch’é in chiaro pericolo la sopravvivenza dei nostri Borghi e persino il valore della casa e/o dell’orto; e si può onestamente insistere che l’autonomia sia un bene per la Basilicata?

Non è perciò infondato prevedere che proprio i più intelligenti si ritrovino con la Meloni; e che dunque ne risultino rafforzate le possibilità dei suoi Esponenti sia per il Comune di Potenza che per la stessa Regione! Quelle poltrone sono infatti più contendibili proprio in risposta al Salvini che venne ad illuderci di non esser antimeridionalista come Bossi; mentre con Fontana e Zaia mostra in chiaro di non esser sazio della ricchezza di cui le loro Regioni godono anche (certamente non poco!) per i 6 milioni di “terroni” (cui non si fittavano le case e ..non solo!) che emigrarono lì negli anni del Miracolo economico!     

E gli altri cosa fanno? Il cosiddetto terzo polo, spera di potersi esercitare come “ago della bilancia”, mentre la Sinistra (?) continuerà a divedersi per l’unica poltrona che conta .. a rischio di ulteriore sfarinamento ( ch’è la “carta” del terzo polo)! A meno che non si convinca, la Sinistra, che l’elezione diretta del Governatore costituisce un pomo di discordia insuperabile e si presenti con l’impegno di ritornare all’elezione consiliare, integrata dalla <sfiducia costruttiva>. C’è questa volontà per rendere possibile l’alternativa a Bardi ed al Leghismo? O si continua a franare??? nc       

                                                       *già Parlamentare e Sottosegretario di Stato

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