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Politica
“No all’Autonomia Differenziata” la posizione dell’Unione Lucana Lagonegrese. Il Presidente Pittella
da Oreste Roberto Lanza
L’Unione Lucana del Lagonegrese all’unanimità esprime un netto “NO all’autonomia differenziata”.
Il Presidente Gianni Pittella, sindaco di Lauria, chiarisce la netta
presa di posizione, approvata all’unanimità, su un argomento che negli
ultimi mesi è diventato oggetto di continui dibattiti, accese
discussioni con diverse opinioni. “Il provvedimento verrebbe duramente a
colpire non soltanto l’intera Regione Basilicata ma in particolare
questa area per cui nell’esprimere il proprio dissenso fa richiesta al
Governo di fermare tale scellerato progetto legislativo”. Esordisce il
Senatore Pittella. Il Senato della Repubblica Italiana il 16 gennaio
scorso ha avviato la discussione sul DDL cosiddetto “Calderoli”,
che dà facoltà alle regioni a Statuto ordinario di chiedere “ulteriori
forme e condizioni particolari di autonomia, arrivando anche a 23
materie (c. 3 art 116 Cost.). Un progetto che per molti
porterebbe alla disgregazione dell’Unità della Repubblica e all’aumento
delle diseguaglianze tra Nord e Sud. “C’è di più – continua
Gianni Pittella – il Parlamento, così, verrebbe completamente
esautorato. I livelli essenziali dei diritti sociali e civili saranno
definiti dal governo con il supporto di organi tecnici, mentre il
Parlamento sarà chiamato solo a dare un parere”. Ma le domande sono
tante e continuano ad affollare le discussioni: Ė possibile che a
definire questi livelli siano organi esecutivi e tecnici? Non è di
competenza del Parlamento decidere sui diritti fondamentali? “I
Comuni, cioè gli enti chiamati- sottolinea Gianni Pittella, sindaco di
Lauria e Presidente dell’Unione Lucana del lagonegrese – a gestire
molti dei servizi sociali, dovevano essere parte attiva nella
determinazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP). Dovevano
essere i/le cittadini/e chiamati/e a esprimere le loro valutazioni sui
servizi sociali e dunque sui livelli essenziali dei diritti
fondamentali. Le associazioni, i sindacati, gli enti del Terzo Settore
devono avere un ruolo nella definizione dei livelli delle prestazioni”.
Il rischio pare quello di passare da una Repubblica
parlamentare a a una Repubblica fondata sugli accordi tra governo e
Regioni: “I Comuni devono essere un presidio democratico e di
partecipazione all’interno del progetto. Per questo Motivo Ribadisce il
proprio NO al progetto Legislativo”.
Quindi a ben capire alla fine il provvedimento legislativo pregiudicherebbe in molti casi anche la Basilicata? “Certo verrebbe duramente a colpire non soltanto l’intera Regione Basilicata ma in particolare le aree interne, i piccoli comuni e i territori già disagiati da molti anni”. Un provvedimento che lascia aperta il dibattito che si prevede lungo e pieno di insidie. Resta il dato di fatto che, se approvato definitivamente, l’Autonomia differenziata porterà cambiamenti radicali dal punto di vista sociale, economico e nella gestione amministrativa del territorio. Un vero cambio di passo dove i conti si dovranno fare con le risorse finanziarie che al momento saranno sempre le stesse.
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