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L’AFFOSSATORE DEL SUD, ACCOLTO A POTENZA CON TUTTI GLI ONORI
Di Redazione il 10/02/2024 Politica & Società
E’ venuto a Potenza non per dare risposte ai lucani ma per parlare del suo sogno siciliano e preparare la campagna elettorale delle Europee come l’uomo del fare, l’uomo che vuole rappresentare l’Italia del Si, dove tutto può farsi lasciando mani libere ai politici e agli amministratori, togliendo i controlli, mettendo fuori gioco la Corte dei Conti, estendendo a dismisura gli importi per la trattativa privata, legittimando l’affidamento diretto come metodo per conseguire risultaiti, ampliando in maniera abnorme la discrezionalità degli amministratori e soprattutto ignorando le proteste e le proposte, e suonando la grancassa dell’Italia che va veloce. E lo dice a Potenza dove l’alta velocità è stata negata, contrabbandata con un ammodernamento di una linea che continuerà a correre in pendenza , rallentando visibilmente nel tratto che scorre , si fa per dire, lungo le gole tra Balvano e Sicignano, dove il treno tocca per venti minuti gli ottanta all’ora.
E lo fa nella sede di una compagnia, le Fal, che alla Basilicata ha tolto tutto , intascando un sacco di soldi per una metropolitana che non vedrà mai la luce, per una linea Potenza- Genzano- Gravina che non funziona più, e per treni stadler che non possono passare perchè bisognerebbe rifare le gallerie .. Rigidamente preclusa la partecipazione a quanti avrebbero da obiettare su queste grave trascuratezza del Ministero dei trasporti, aperto alle lobbies delle azien de concessionarie potenti e sorde alle esigenze dei cittadini. Avesse dato uno sguardo alla stampa locale prima di arrivare a Potenza, si sarebbe reso conto che la realtà è totalmente diversa e che qui , a Potenza, c’è visivamente, l’evidenza di uno sfascio dell’Italia sulla connessione infrastrutturale, con opere che servono a spendere i soldi in favore di progettazione e di appalti ma che non arrivano alla stazione della funzionalità e della utilità nonchè opere che avrebbero potuto dare una indubbia spinta allo sviluppo -vedi la bretella Tito-Auletta di alta velocità- e che invece sono state negate. Anziché andare sulla Brienza Tito, a visitare opere che non sono state pensate dal suo Governo-avrebbe potuto passare per la stazione di Potenza e vedere con i propri occhi come un disabile o un anziano deve portare le valigie sul marciapiede del secondo binario, dove transita il Frecciarossa. Niente ascensore, niente scale mobili, nessun sollevatore di necesità per i disabili. Terzo mondo. Ma lui guarda avanti e propone la sua ricetta di una italia a due velolocità proprio qui, a Potenza, dove si vedranno i segni di un abbandono al sottosviluppo, per via di una legge che dà tutto a chi ha già tutto e niente a chi doveva avere quello che sinora gli è stato negato. La sede scelta è un atto di sfregio, una violenza, un monito a chi vorrebbe un po’ di serietà in questa regione che è succube, supina ai potenti e che non ha il coraggio di un moto di orgoglio. Ma la colpa non è sua, di Salvinii; la colpa è di chi per fare carriera se ne sta silenzioso e ubbidiente, quando invece avrebbe dovuto far parlare la propria dignità di amministratore e chiedere conto di dove si sta portando l’Italia. E la colpa è di un popolo che non riesce più ad alzarsi dal letto del fatalismo e dell’acquiescenza e a far capire che è stufo di questa cattiva politica che non intercetta le necessità vere della comunità ma cerca di portare acqua al proprio mulino personale, fatto di un carrierismo sfrenato e di una corsa a piazzarsi lì dove si maneggiano con discrezionalità assoluta i finanziamenti. Siamo arrivati al partito di DCV, ” dove conviene vado ” e nessuno s’indigna! Dov’è finito quel moto di dignità dei centomila di Scanzano? Rocco Rosa
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