venerdì 15 marzo 2024

CARICHE PUBBLICHE AI GIORNI NOSTRI

 


Mediante elezioni regolarmente indette e svoltesi è possibile accedere, previa candidatura,  ad una carica pubblica per poter essere membro di un’assemblea rappresentativa quale, ad esempio, quella del Consiglio  comunale, provinciale, regionale, e del Parlamento con Camera dei Deputati e Senato della Repubblica.

Secondo dettato costituzionale (Art. 51),

Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso  possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge [97 ss.]. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini .

La legge può, per l'ammissione ai pubblici uffici e alle cariche elettive, parificare ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica.

Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro”.

Nell’antica Roma, in età repubblicana, il cittadino che voleva ricoprire incarichi politici, doveva seguire un certo percorso, ricoprendo cariche successive di crescente responsabilità (cursus honorum), i cui gradini erano: questura, edilità, pretura, consolato, censura. Condizione necessaria per accedere a queste cariche, era l'aver precedentemente rivestito cariche di minore responsabilità.

 

Nel nostro tempo si è diffusa la tendenza ad assecondare qualsivoglia candidatura sino ad estrarre, per così dire, il coniglio dal cilindro, nel senso di riuscire a trovare, magari all’ultimo momento, una soluzione inaspettata come usano fare più propriamente…i maghi.

E di “cursus honorum” nemmeno a parlarne…!

Eppure, penso sia noto a tutti che non sia cosa semplice ricoprire una carica pubblica, a cominciare anche dalla più piccola, tanto da rendersi più che opportuno, per chi aspiri a tanto, procedere per gradi, con graduale acquisizione della necessaria esperienza nel sempre più complesso campo politico- amministrativo.

Sarebbe, dunque, di gran lunga preferibile  non affidarsi …all’estrazione dal cilindro e quantomeno dubitare che il risultato possa essere positivo, gradito agli elettori e soprattutto tale da garantire tranquillità circa la sicura, accertata volontà e capacità del soggetto estratto di adempiere al mandato, ove poi eletto.

E’ quel che sembra essere capitato all’ottimo Dott. Domenico Lacerenza, Primario oculista dell’Ospedale “San Carlo” di Potenza, all’improvviso ritrovatosi candidato addirittura alla carica di Presidente della nostra Regione, non avendo fin qui mai ricoperto alcuna altra carica pubblica.

A caldo, piuttosto sorpreso e spaesato, prima ancora di cominciare e quasi come se la candidatura arrivasse a sua insaputa, ha dichiarato:

 “Io sono stato coinvolto appena ieri pomeriggio, prendo atto della fiducia che mi è stata riconosciuta. Sono stato catapultato in questa impresa, che può incuriosire, mi rendo conto, ma mi servono 24 ore per orientarmi“.

E’ cosa certa che il fatto non può che incuriosire…, non dubitandosi delle qualità professionali di un candidato designato che, stimato Primario oculista, si troverebbe a dover navigare, da Presidente o comunque da Consigliere regionale di minoranza, in un mare a lui sconosciuto ed a digiuno di pregressa esperienza politico-amministrativa.

Forse, ripensare ad un “cursus honorum” in politica da parte di tutti i Partiti non sarebbe male!

AUGURI E...BUON ORIENTAMENTO, DOTT. LACERENZA !

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