Nicola SAVINO
La Basilicata è chiamata alla resistenza contro l’Autonomia differenziata! Il vulnus alla Unità ha ormai le porte aperte dopo l’audizione del Prof Cassese, presidente della Commissione dei 60 tecnici per la definizione dei i Lep, trasmessa da Radio Radicale il 27 febbraio. Qui il prof. Cassese ha sciolto l’arcano circa il Fondo perequativo di cui all’ ultimo comma dell’art 119, ”per i territori con minore capacità fiscale” e riferito che ”la Commissione ha individuato nel numero di 237i i Lea ( livelli essenziali di prestazioni); ha anche dichiarato che l’impostazione “storica” della Finanza locale (chi più ha, continua ad avere viceversa, è una pesante forma di differenziazione già in atto quasi dalla unificazione!) non facile da eliminare; ed infine candidamente ammesso che “per quel fondo (di perequazione dell’art 119) ci vorrà tempo, essendo impossibile che si realizzi d’incanto ciò che non è stato possibile in 160 anni di unità”.
Insomma, le condizioni d’“equità fra tutti i cittadini” poste dalla Costituzione, sono destinate al rinvio, come già sostenuto (la secessione dei Ricchi di Vieste ). Ovviamente, con l’ulteriore distacco dal Nord, che Bossi chiamava “secessione”.
Insomma, il finanziamento dei Lep nel Mezzogiorno (delimitazione territoriale che Cassese segnala più volte cancellato dalla Costituzione) è rimandato alle calende greche, perché trovare i soldi per la loro copertura è operazione che non si può immediatamente attivare. Nel contempo, le Regioni del Nord, con trattativa singola tra Ciascuna e lo Stato, potranno acquisire nuove competenze e trattenere - dal gettito fiscale sul proprio territorio- i fondi per finanziarli. Non solo, ma potranno associarsi tra di loro, costituendo un’area, delimitata a proprio piacere, tipo Padania o affine!
Rinviati gli asili nido nel Sud “Anche perché, (lì) c’è spesso una “cultura” non matura per affidare i figli al nido”…insomma, per il Sud nulla è urgente nemmeno provvedere a …rimuovere la tradizionale assenza delle donne dal lavoro.
Insomma, un Intellettuale del Calibro di Cassese, nella migliore delle ipotesi forse chiuso in una visione esclusivamente giuridica della realtà, è lontano da ogni considerazione storica della situazione, come anticipato in un’intervista dei primi di Gennaio sulla Repubblica! “Il Sud capisca che l’autonomia è un’opportunità ..chi ha più gambe corre, poi vince chi ha quelle migliori”.
Domanda: . il Centro-Sud può o sarà un Sud più derelitto? <Dipenderà dall’ incapacità della Regioni meridionali di sfruttare adeguatamente le risorse di cui dispongono ..e delle risorse di cui disporrà(sic!), grazie ai livelli delle prestazioni (i Lep ,definiti dalla sua Commissione in 237) garantiti a livello nazionale> Ma poi, come s’è visto, in Commissione Camera dichiara che il Fondo perequativo di cui all’art 119 è “ovviamente” indisponibile.. e, pur qualificandosi uomo del Sud, dà atto a Calderoli di dar “piena attuazione al dettato costituzionale (con) prestazioni uguali per tutti” ( che però in Parlamento dichiara “ovviamente non attuale”!) Aggiunge: “Da Crispi in poi molti (meridionali) hanno governato l’Italia, ma senza accorciare il divario. E’ colpa del Nord?>
Una semplificazione imprevedibile a quel livello, come dire che governare una questione di tale portata sia possibile da un Capo di Governo e non richieda straordinari impegni delle forze politiche, economiche e sociali”! “I Lep sono restano un adempimento costituzionale. Dovranno garantire l’unità non solo politica (sic), ma anche sociale e civile del Paese> Ok…ma poi in Parlamento lo il Nostro dichiara che ci vorrà pazienza a superare l’impostazione storica della Finanza pubblica e costituire il Fondo di perequazione!!
Insomma, se anche un Intellettuale di origine meridionale ritiene poterla “mettere così”, che dire dell’approvazione personale ufficialmente data da Bardi nel ricandidarsi alla guida di una Regione che spinge alla divisione, forse nella presunzione di acquisire maggior potere? Chissà perché la Germania Ovest fu capace di salvare l’Est? ns
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