Di Pietro Simonetti il 05/01/2025 Politica & Società
A cinquanta anni dalla morte di Carlo Levi la sua esperienza, i suoi racconti, le sue lotte servono a decifrare anche la situazione attuale di una regione che dagli anni 50 del scorso secolo era uscita dalla miseria e dal latifondo per poi raggiungere traguardi importanti. Dopo una riforma agraria dimezzata,il primo polo industriale voluto da Mattei, l’irrigazione e l’acqua per tutti,l’aumento dei redditi e dell’occupazione,anche a seguito della vertenza Basilicata, le infrastrutture i servizi ottenuti grazie ad una buona amministrazione della Regione portata avanti con grane unità di intenti delel forze politiche, al di là dei ruoli di ciascuna.
Poi il sisma: generatore di interessi di gruppo di speculatori, specialmente del Nord e faccendieri della pubblica amministrazione locale,impegnati nel drenaggio di risorse pubbliche e rapine. Tante spese poca resa per le attività produttive salvo la ricostruzione dei centri storici in collaborazione con l’Emilia ed il Friuli.
Poi la Fiat e l’Eni. La prima mantenne gli impegni produttivi e occupazionali ,la seconda scelse la strada del prelievo con impianti non innovativi e distribuzione di sub appalti che portarono poi anche ai noti sversamenti. Inquinamenti e nessun investimento di chimica fine e derivata.Solo compensazioni. La storia recente di Stellantis,della crisi idrica,dell’aumento della povertà,dello spopolamento e del declino di Unibas disegna un paesaggio urbano ormai decotto anche dal disimpegno elettorale di votanti e dalla presenza di un galoppante trasformismo che degenera oltre modo nella gestione dei resti di organismi ed enti. ultimamente tutto questo è condito da un provincialismo che sfocia in sagre,premi,festival per la ricerca di spazi dell’apparire per ottenere un incarico,una consulenza,una medaglia, un vicolo oppure uno spazio pubblico anche a costo di barare. Indossare un abito da sera da tempo conservato negli armadi diventa un ambizione,al tempo della ragione triste. Ecco che torna Levi per dire a tanti:tornate a lottare,ad impegnarvi prima che della Basilicata non resti nulla.
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