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Di Redazione il
SICILIA, SARDEGNA E BASILICATA LE REGIONI PIU’ COLPITE
Spicca l’ennesimo record di temperature globali registrato dal programma europeo Copernicus che indica il 2024 come l’anno più caldo da inizio registrazioni con, per la prima volta, il superamento della soglia di 1,5 °C sopra i livelli pre-industriali. Il mese di novembre 2024 è stato il secondo più caldo a livello globale, dopo il novembre 2023, con una temperatura media dell’aria superficiale di 14,1°C, ben 0,73°C al di sopra della media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020 per novembre. Anche la temperatura superficiale media marina per il mese di novembre 2024 ha registrato livelli record, con 20,58°C, il secondo valore più alto registrato per il mese, e solo 0,13°C al di sotto del novembre 2023.
Simbolo della grande crisi idrica che ha colpito maggiormente le regioni del Sud Italia è stato, quest’estate, il lago Pergusa, in provincia di Enna, ridotto più o meno ad una pozza. Le regioni maggiormente colpite sono state infatti Sicilia (16 eventi), Sardegna (9), Basilicata (3). Il periodo siccitoso che ha colpito Sicilia e Sardegna (e gran parte del sud Italia) da fine 2023, hanno portato a impatti enormi per il comparto agricolo. La riduzione della produzione di olio d’oliva è stimata all’80% rispetto al 2023. In Sicilia, grano, cereali e foraggi hanno fatto registrare un calo di produzione con punte del 100%.
L’assenza di pioggia ha colpito anche gli alberi da frutto, vigne e uliveti, tanto da costringere gli agricoltori a forzare la caduta delle pesche dagli alberi per salvare le piante. Danni alla raccolta delle arance e alla produzione del grano, con cali in alcune zone che hanno raggiunto il 70%. Gravi impatti anche alla produzione di miele, con una diminuzione annuale prevista del 95% a causa delle fioriture non produttive, ossia la mancanza di nettare nei fiori. La situazione, sempre più allarmante, ha colpito la disponibilità idrica in molti comuni dell’isola, con oltre 2 milioni di persone incluse nel piano di razionamento dell’acqua con interruzioni dell’erogazione. In Sardegna, gravemente colpiti allevamenti e terreni agricoli, mentre in primavera si era deciso di limitare l’approvvigionamento idrico per usi agro-zootecnici in modo da non impattare centinaia di migliaia tra residenti e turisti.
(RAPPORTO LEGAMBIENTE 2024)
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