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"Buonasera a tutti. Saluto il dott. Nicola Calderano, rappresentante del precedente CdA del nostro Centro e per suo tramite, saluto la prof.ssa Tina, al momento, ancora presidente in carica, che ringrazio per tutto l’immane lavoro svolto fino ad oggi e per quello che, mi auguro, voglia assicurare in futuro; saluto tutti voi presenti. A me il compito di sottoporre alla vostra attenzione le linee programmatiche che il nostro gruppo ha immaginato per la gestione di questo nostro Istituto Culturale per i prossimi tre anni. Io non mi voglio dilungare nella ricostruzione storica degli eventi che si sono succeduti fino ad oggi, che hanno riguardato la vita del nostro Centro in questi ultimi mesi. E’ difficile, assai complicato analizzare questo scorcio di tempo così travagliato per la nostra Associazione, cristallizzata, e direi, degenerata in un clima di contrasti, di controversie, di conflittualità. Ognuno di noi, al riguardo, si sarà fatta una opinione propria, personale, diversa. Perché diversi sono stati gli strumenti che ognuno di noi ha avuto a disposizione, per giudicare. E quindi, in definitiva, sarebbero tutti giudizi non facilmente omologabili, perché in gran parte fondati sul “sentito dire”, sul “visto con la coda degli occhi”, sul “riportato”: tutti elementi che rendono inafferrabile la verità. E di fronte all’inafferrabilità della verità, o alla parzialità di essa, torti e ragioni -come il presunto vuoto collaborativo o un accentuato e quindi colpevole egocentrismo- assumono confini molto labili, indefiniti, che solo il tempo sarà in grado di delineare con precisione. E tutto questo dispiace profondamente, perché c’è sempre una punta di rammarico quando non si riesce a ricucire gli strappi, quando non si riesce a ricomporre, a fare sintesi, perché così è forte la sensazione, che si perde un po' tutti. Oggi però, noi abbiamo il compito e il dovere di andare avanti, facendo tesoro, se possibile con umiltà e con senso profondo di autocritica, della lezione che questa vicenda ha impartito a tutti noi, nessuno escluso.
Come ho già avuto modo di dire sulla procedura elettiva qualcosa va rivista. Lo statuto prevede che nei tre giorni precedenti le elezioni si presentino le liste e che nella stessa riunione praticamente si tenga la
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relazione del presidente uscente, quella del nuovo candidato presidente, eventuali interventi di altri candidati e infine la votazione e la proclamazione della lista vincente. Mi sembra, per così dire, che ci sia troppa carne al fuoco. E’ evidente la necessità di un ritocco. Bene, nelle more di una modifica dello statuto, che risulterebbe prevedibilmente ed inevitabilmente lunga nonchè costosa, si può ovviare con la convocazione programmata, (contenuta cioè nei vari programmi delle liste), non solo come nota di merito ma come vincolo morale e procedurale, anche se non sancito, di una assemblea pre-elettorale, nell’imminenza cioè, del rinnovo degli organi dirigenziali, in maniera da facilitare la pianificazione dei lavori e la presentazione di proposte e candidature, che poi verrebbero ufficializzate nei tre giorni che precedono l’assise convocata apposta per le elezioni. Tutto ciò, perché, credo, sia intento di tutti, quello di dare al Centro, alla Biblioteca, il migliore assetto organizzativo possibile. Insomma il Centro lo dobbiamo tutelare, è un patrimonio che non può andare disperso. E’ stato costruito negli anni con pazienza, con tenacia, con dedizione. E oggi noi ci sentiamo pronti a raccogliere questo testimone; ad assicurare una linea di continuità di lavoro, di attaccamento, di partecipazione quotidiana alla vita del Centro. Perché è qui, in questa aria, che vogliamo profondere tutto il nostro impegno. E’ qui, su questi tavoli che vogliamo spendere tutte le nostre energie per risolvere i problemi e stimolare le nostre intelligenze a trovare le risposte alle difficoltà di tutti i giorni, da quelle spicciole a quelle strutturali. E’ qui che giorno dopo giorno si deve costruire e realizzare un progetto, che si basi sulla ricezione e sulla offerta di cultura. E’ qui, infine, che bisogna essere presenti, sempre, e uniti, senza scollamenti, senza divisioni, anche dopo gli inevitabili e, per certi versi auspicabili, contradditori. E questa progettualità deve essere portata avanti con il massimo spirito di collegialità e condivisione, nell’ambito di una vita assembleare più ricca, più assidua, più intensa. E questo è un punto fondamentale, direi, inprenscindibile e perciò meritevole di particolare attenzione nella valutazione delle proposte: la condivisione e la collegialità delle decisioni
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con la possibilità di esprimere sempre, in ogni circostanza, la propria opinione, ovunque, anche sui canali social, al di là di quelli che possono essere ritenuti, come dire?, “silenzi opportuni”. Noi non siamo un partito politico, non dobbiamo sottostare a nessuna disciplina di partito. Astuzie, furbizie da manovalanze tesserate, non devono appartenerci, non sono e non devono far parte del nostro DNA. Perché se vogliamo essere protagonisti di una nuova stagione culturale a Maratea, dobbiamo assicurare il contributo di tutti, dirigenti, soci, sostenitori, simpatizzanti, senza pregiudizi, senza preconcetti e senza veti. Le intelligenze delle persone poi sapranno interpretare debitamente tutte le parole, tutti gli atteggiamenti, tutte le educazioni e le diseducazioni. Il Centro deve porsi come un riferimento, un crocevia di idee, un luogo di incontro, di dialogo, di scambio. Deve riappropriarsi del suo ruolo di centralità, collaborando naturalmente con altri Enti e associazioni, nella promozione di eventi, mostre, attività culturali, per offrire a tutti occasioni di arricchimento di pensiero e di condivisione di esperienze. Perciò il nostro obiettivo deve essere quello di dare alla nostra comunità un organismo efficace, snello, pronto a cogliere, a intercettare le richieste di “sapere” (genericamente inteso nelle sue varie sfaccettature) di tutto il territorio e a rispondere con l’offerta di organizzazione, di stimoli, di proposte, di cultura che siano all’altezza delle aspettative. A questi requisiti (impegno quotidiano- collegialità delle decisioni), credo che per la dirigenza vadano affiancati, poi, anche altri connotati. Primo fra tutti, quello di una ferma e assoluta autonomia da istituzioni e politica, che non significa certo contrapposizione, ma libertà di scelta, libertà di azione. Ed è in questa ottica che si deve fare sempre tutto il possibile per avere un rapporto positivo e costruttivo, ma non subalterno, con l’Ente Comune, con l’Istituto De Pino, con le altre associazioni. Il nostro Centro va salvaguardato perché è una delle espressioni più originali e identitarie di questo nostro lembo di terra che è ricco di idee, di tradizioni, di cultura. Perciò esso è così radicato nel territorio, perché fa parte della sua storia, naturalmente quella recente, dell’ultimo cinquantennio (e a questo
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proposito raccolgo un’idea rimbalzata sulle chat alcuni giorni fa, quella di rievocare la storia antica di Maratea attraverso convegni, seminari di studi su vicende e personaggi illustri delle varie epoche della nostra cittadina) ma il nostro Centro, dicevo, vive anche e soprattutto la storia di oggi, quella che pulsa di attualità, nelle strade, nei palazzi, nei consessi. Perciò questa nostra Associazione non può e non deve chiudersi in sè stessa, in una èlite culturale avulsa da ciò che la circonda, arroccata su un Aventino pseudointellettuale. (Tentazione che pure serpeggia tra le righe o in qualche atteggiamento, peraltro, malcelato.) Ma il nostro Centro deve a mio parere, accentuare ancora di più la sua vocazione al sociale, la sua apertura all’esterno, favorendo quanto più è possibile, un movimento di idee, di persone, qui tra questi muri, in questo splendido contesto. A tal fine si possono organizzare, sfruttando magari qualche conoscenza che abbiamo, Laboratori di recitazione; Corsi di scenografia; corsi di fotografia; Laboratori di musica, coinvolgendo eccellenze che pure sono molto vicine a noi; laboratori di pittura, intercettando così una buona fetta delle aspirazioni e delle aspettative dei nostri ragazzi. Non disdegnerei di prendere in considerazione nemmeno attività ludico-ricreative legate un po', queste, alla possibilità che spero si concretizzi di usufruire dei locali del piano terra del Centro e del giardino antistante. Ci impegneremo per la creazione di un sito Web che integri le attività del centro culturale e della biblioteca: che sarebbe come una finestra aperta sulle nostre iniziative con la possibilità di consultare il catalogo librario, opuscoli, articoli di giornale. Si può realizzare una emeroteca e una videoteca digitale che focalizzi l’attenzione sulla nostra cittadina, sul nostro territorio. Per quanto riguarda poi la presentazione dei libri, che occupa una discreta parte dell’attività del Centro, presentazione autonoma, insomma non quella inserita nei canali letterari organizzati, credo che anche lì qualcosa vada rivista. E’ necessario e non più procrastinabile per il prestigio del nostro Centro, la costituzione di un comitato ristretto per l’analisi dei testi da offrire al pubblico. (Un comitato che non necessariamente deve essere composto solo da elementi della
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dirigenza, si può pensare a qualche contributo esterno, che garantisca, come dire, la “qualità del prodotto”). Si può immaginare poi l’istituzione di un premio letterario per la narrativa, per la saggistica, per la poesia, intitolato a qualche nostro personaggio di rilievo o al Centro stesso.
Dobbiamo, inoltre, valorizzare ancora di più la Biblioteca. Dobbiamo dare un forte impulso a consumare libri. Si può avviare una campagna di diffusione dei testi con la promozione della lettura, con iniziative come “un libro da leggere in ogni casa”. La fruizione di questo patrimonio, insomma, va incoraggiata e deve essere facilitata con una maggiore elasticità degli orari di apertura e va ulteriormente incentivata anche con il coinvolgimento delle scuole di Maratea e di Trecchina, con corsi di arti visive, corsi di scrittura creativa, inculcando nei giovani studenti l’idea che la biblioteca costituisce non solo un luogo di studio, di lettura, ma anche un luogo di crescita, di ricerca delle proprie attitudini, di esplorazione delle proprie capacità.
E ancora, è impellente un rilancio della campagna di affiliazione, necessaria per il sostegno stesso del Centro. E questo si può realizzare concretizzando quelle iniziative cui accennavo prima. Perché più persone entrano in questo circuito più il Centro è ricco, e non solo di idee. A tal proposito, di “economia”, bisogna percorrere poi tutte le strade, studiare tutti gli iter burocratici per garantire contributi e finanze che sono vitali per il Centro. E’ opportuno attivare campagne di raccolta fondi, cercare il sostegno di sponsor pubblici e privati, partecipare a bandi pubblici e cercare di beneficiare, insomma, di tutte le apposite risorse ministeriali disponibili.
Ecco, ho tracciato per sommi capi, quello che secondo noi dovrebbe ispirare la linea del nuovo staff dirigenziale che andrà a insediarsi, naturalmente con tutte le possibilità di integrazioni, suggerimenti e perché no, modifiche laddove ritenute e dimostrate opportune.
Noi oggi ci presentiamo come candidati alla presidenza e al CdA del nostro centro culturale “Josè Cernicchiaro”, consapevoli dell’arduo
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compito che ci aspetta, ma forti della convinzione, della determinazione, della passione, della carica, che ci animano e che ci spingono a chiedere il vostro sostegno".
Antonio Arenella
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