Lo Stato Vaticano tra Arte cultura storia come Stato indipendente in Italia
Valerio Mignone
Chi scrive era stato in Piazza San Pietro nell’ottobre 1997, quando senatore della Repubblica italiana, era sul palco delle Autorità, in occasione della Beatificazione di don Domenico Lentini, prete nato a Lauria il 20 novembre 1770, deceduto il 25 febbraio 1828, e considerato “Santo” dai suoi concittadini.
Quel giorno, sul palco delle Autorità era il professor Nicola Calcagno, Sindaco di Lauria, Emilio Colombo, già parlamentare e Ministro, e, successivamente, Senatore a vita, nominato dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Purtroppo, in quella occasione non si ebbe l’opportunità di addentrarsi ulteriormente nella Città del Vaticano. Ciò è avvenuto qualche giorno addietro. Accompagnato da un amico romano, membro della Guardia Pontificia, si è varcato il confine della Città Vaticana, vigilato dalla Guardia Pontificia con la sua tipica divisa a colori.
L’imponente colonnato, costituito da due emicicli, a colonne bine, progettato dal Bernini, fa da limite alla piazza con al centro un alto obelisco. Il doppio colonnato è sovrastato da 140 statue, 70 su ogni emiciclo. Al di là dell’obelisco è la Via Conciliazione, che segna il confine tra lo Stato Vaticano e lo Stato italiano.
Entrati nella Basilica di San Pietro, si scopre un vero e proprio “Museo”, con vari altari, ed un’ampia, luminosa, cupola.
La presenza di statue, e di pitture su tela, distrae persino i fedeli dal recitare le preghiere di rito! Infatti, la Basilica, luogo di culto del Cattolicesimo Apostolico Romano, attira per le sue opere d’arte.
S’impone, da subito, una monumentale statua in marmo: la “Pietà”, che Michelangelo Buonarroti, scolpi in giovanissima età, tra i diciotto ed i ventidue anni, su marmo di Carrara. Quel volto della Madonna esprime tutto il suo dolore nel tenere tra le braccia il corpo del figlio Gesù! E a chi ha avuto occasione di visitare la Cappella Sansevero, nella vecchia Napoli, ricorda il “Cristo velato”, di Giuseppe Sanmartino.
Salendo sulla cupola della Basilica, si possono ammirare numerosi, pregiati mosaici, lungo le pareti; e vasti panorami sulla Città “Eterna”.
La Basilica Papale di San Pietro in Vaticano è la più grande basilica del mondo per dimensioni, e per importanza, essendo essa collocata nello Stato Vaticano, capitale mondiale del Cattolicesimo. E’ inclusa nel Patrimonio dell’Umanità UNESCO. La sua superficie è di 23 mila metri quadri, la sua lunghezza è di 218 metri, e, fino alla cupola, è alta 133,30 metri. Su questo sito, precedentemente, era stato seppellito l’Apostolo Pietro.
La costruzione della basilica ebbe inizio il 18 aprile 1506, con Papa Giulio II, e terminò nel 1626 con Papa Urbano VIII. La costruzione della piazza antistante la basilica fu curata da Gian Lorenzo Bernini, e completata nel 1667, con Papa Alessandro VII.
Alla costruzione della basilica, in stile rinascimentale-barocco, contribuirono, tra gli altri, gli architetti Bramante, Raffaello Sanzio, Michelangelo Buonarroti, Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini.
La facciata della basilica, innalzata tra il 1607 e il 1614, è larga 114,69 metri, alta 45,44, ed è sormontata dalle statue di Gesù, Giovanni Battista, e undici Apostoli. Ai lati della facciata sono collocati due orologi del 1785; e sotto l’orologio di sinistra è collocata la cella campanaria, con sei campane. Dal cancello centrale si accede al portico che si estende lungo tutta la facciata, dotata di cinque portali con porte di bronzo.
Lo spazio interno è lungo 186,36 metri, e si espande in tre navate, inframezzate da pilastri sovrastati da grandi archi a tutto sesto, alti 23 metri, e larghi 13; la superficie calpestabile è 15.160 metri quadri.
Imponente è il “Baldacchino” di Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini; ed è il punto cruciale della chiesa.
Nel fare un salto a tempi più vicini a noi, è opportuno ricordare che Papa Pacelli, con il nome di Pio XII, durante il Fascismo, si attivò a proteggere gli ebrei, pur essendo essi di religione diversa, e destinati, in assenza di questa protezione, ad essere imprigionati, trasferiti, e trucidati nei campi di concentramento, ad Auschwitz, tristemente nota per l’Olocausto.
Purtroppo, nel 1938 era stato redatto il Manifesto della razza, noto anche come Manifesto degli scienziati razzisti, sottoscritto anche da medici, che tradirono il giuramento di Ippocrate. E nel 1940, 160 Ebrei furono arrestati, e internati a Tarsia, in provincia di Cosenza; altri Ebrei furono internati a Campagna, in provincia di Salerno.
Di tutto ciò fu ben consapevole Francesco Saverio Nitti, che, il 3 ottobre 1945, al Teatro San Carlo di Napoli, dichiarò, tra l'altro: “Nell’ora più trista della vita dell’Europa in cui il nostro continente è stato minacciato dalla barbarie del nazismo…il Papa Pio XII… ha sentito il dovere, nelle misure delle sue possibilità, di difendere la causa dell’umanità…In nome del Cristianesimo …ha inteso che tutti i perseguitati appartenevano alla stessa famiglia…anche quelli …considerati nemici della Chiesa”.
Maratea 03 Febbraio 2025
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