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E’
arrivato puntuale l’ennesimo incendio nell’area della ex Pamafi di
Maratea, azienda florovivaistica fondata negli anni sessanta dal Conte
Rivetti dove venne prodotta la prima orchidea italiana con l’ausilio di
un tecnico olandese. L’azienda che
occupava circa cento persone poi si specializzò in piante ornamentali e
chiuse attorno agli 2005 dopo una travagliata gestione affidata ad una
azienda toscana che aveva acquisito la proprietà dalla Regione. Sono
trascorsi circa 19 anni dall’inizio della liquidazione ministeriale per
opera di tre commercialisti di altre Regioni ed il sito è’ diventato
una mega discarica con circa 8000 mc di rifiuti speciali e pericolosi in
80.000 mq a trecento metri dal mare, la più grande discarica del Basso
Tirreno. L’ennesimo incendio la dice tutta sugli interessi della
criminalità organizzata intorno al sito della Pamafi e interroga
fortemente sulle responsabilità dei commissari liquidatori per mancata
vigilanza sui beni a loro assegnati. Ci
sono stati tentativi negli ultimi anni di recuperare il sito, con
apposita bonifica con Fondi europei naufragati per l’opposizione di
soggetti che rivendicano ,con l’usucapione, immobili all’interno del
sito e l’inerzia dei liquidatori. Dopo
la perdita dei fondi UE e’ sopraggiunta l’inerzia del Dipartimento
Ambiente della Regione e sono iniziate le inchieste,tutt’ora in corso. Nei
giorni scorsi la seconda Commissione Consigliare della Regione ha avuto
la possibilità di comprendere lo stato dei fatti, dei pericoli e della
giustificazioni raccontate. Stanotte l’incendio di vaste proporzione, con molti punti di innesco e l’aiuto dello scirocco. La
perdida di tempo, i contenziosi, l’inerzia del Ministero dello sviluppo
che sopporta una liquidazione che dura dal 2007, della Regione e del
Comune che non prendono di petto la situazione:ecco cosa accade
nell’importante costa di Maratea. Occorre
sapere che fine hanno fatto le inchieste della Magistratura e cosa ha
fatto la Corte del Conti di fronte agli evidenti danni erariali. Si
tratta ora di recuperare la proprietà del sito e , in quiesta
direzione, non sarebbe male costituitisi in danno verso i liquidatori ed
altri, da parte della Regione ripartendo dalla bonifica urgente e dal
progetto Cittadella dell’Ambiente approvato anche dal Comune di Maratea e candidato dalla Regione alla UE nel 2018.
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