- Da www.talentilucani.it -
Ci
risiamo. Dopo aver usufruito di tutti i privilegi, dopo aver incamerato
stipendi, prebende e pensioni grazie all’elezione in Basilicata, dopo
aver dimostrato la totale nullità politica, ecco che alcuni ex senatori,
senza più alcuna utilità, provano a svendere Matera alla Puglia. Ma
dove è finito il loro senso di appartenenza? Dove è finito il rispetto
per la terra che ha dato loro un mandato? Matera non è merce di scambio
per tentare di rimanere a galla politicamente o, peggio ancora, per
ottenere qualche beneficio personale. L’idea di un referendum per
portare Matera in Puglia, rilanciata dagli ex senatori Tito Di Maggio e
Corrado Danzi con l’associazione “Matera terra d’Otranto”, è l’ennesimo
tentativo maldestro di chi, esaurito il proprio ruolo, cerca
disperatamente di ritagliarsi uno spazio, poco importa se a danno della
comunità materana. Non sorprende che i senatori dell’allora
centrodestra, oggi in cerca di un nuovo padrone politico, siano ben
lieti dell’ingerenza della politica pugliese in Basilicata. Del resto,
lo abbiamo già visto con le recenti nomine di trombati del centrodestra
di fuori regione in posizioni apicali lucane: una spartizione di potere
che non guarda minimamente agli interessi dei cittadini lucani. Ora, gli
stessi personaggi si propongono come primi vassalli della Regione
Puglia, sperando in un ulteriore strapuntino politico, magari in terra
pugliese, dove poter continuare a sopravvivere politicamente. Matera non
si svende, né si baratta per i giochetti di chi non ha più alcun peso
politico. Se davvero avessero avuto a cuore il destino della città,
avrebbero fatto qualcosa quando erano in carica, invece di approfittare
dei privilegi e poi voltare le spalle alla regione che li ha eletti. Chi
tradisce il proprio territorio merita solo un metaforico – ma deciso –
calcio nel sedere. I materani non si faranno prendere in giro da chi
cerca solo visibilità.
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