- Da Nessuno Tocchi Caino newsletter <noreply@nessunotocchicaino.it> del 29/03/2025
PENA DI MORTE PER ASFISSIA, LA LOUISIANA UCCIDE UN UOMO NELLA SUA PRIMA
ESECUZIONE CON GAS AZOTO DOPO 15 ANNI DI MORATORIA
Sergio D’Elia
Il 18 marzo 2025, dopo una pausa di 15 anni, lo Stato americano della Louisiana
ha ripreso le esecuzioni e per la prima volta ha usato il metodo della morte
per asfissia tramite il gas azoto. È stata la quinta volta negli Stati Uniti
dopo quattro esecuzioni con lo stesso sistema avvenute tutte in Alabama. Jessie
Hoffman Jr è stato dichiarato morto alle 18:50 ora locale presso il
penitenziario di Angola, dopo che l’azoto puro era fluito per 19 minuti nel suo
corpo attraverso una maschera facciale a tenuta stagna.
Il rito funebre della morte per asfissia è avvenuto in una camera piastrellata
di bianco, illuminata di luce al neon e asettica come una sala operatoria. Il
condannato è stato steso su una barella imbottita di pelle nera. Cinque fila di
cinghie hanno avvolto il suo corpo. Dalla maschera che gli ha tappato la bocca
non poteva filtrare nemmeno un alito di ossigeno da respirare, ma il suo nemico
mortale, l’azoto per asfissiare. Appena sotto la testa due braccia aperte del
lettino lo hanno fatto sembrare una croce. E, così, dopo duemila anni, da
simbolo di pace e amore universale, la “croce” è tornata a essere, come al
principio della storia, lo strumento tremendo di un supplizio capitale.
I testimoni dell’esecuzione hanno detto che Hoffman sembrava tremare
involontariamente o avere “qualche attività convulsiva”. Ma i tre testimoni che
hanno parlato, tra cui due membri dei media, hanno concordato che, in base al
protocollo e a quanto appreso sul metodo di esecuzione, nulla sembrava fuori
dall’ordinario. La reporter Gina Swanson ha descritto l’esecuzione dal suo
punto di vista come “clinica” e “secondo protocollo”. Un funzionario della
prigione l’ha definita un’esecuzione “impeccabile”. Nessuno dei presenti che
hanno commentato il fatto, ha considerato l’ipotesi che sia l’esecuzione
capitale in quanto tale il peccato originale, il danno che danna per sempre non
solo l’autore del delitto ma anche l’esecutore del castigo, con ciò tradendo
l’umanità di tutti e il fine nobile del rendere giustizia.
Pare che Hoffman abbia rifiutato un ultimo pasto sul quale in America spesso si
favoleggia prima di ogni esecuzione. Non sappiamo se prima di entrare nella camera
della morte per asfissia gli sia stato concesso, prima dell’azoto, di aspirare
il fumo di un’ultima sigaretta che non si nega mai a un condannato a morte. Una
volta legato al lettino a forma di croce, Hoffman ha rifiutato di rilasciare
una dichiarazione finale. Forse avrà solo pensato: “Padre, perdona loro perché
non sanno quello che fanno”.
Gli avvocati di Hoffman si erano rivolti alla Corte Suprema degli Stati Uniti
nella speranza di fermare l’esecuzione. Avevano sostenuto senza successo che la
morte per asfissia provocata dall’azoto puro viola l’Ottavo Emendamento della
Costituzione americana, il quale vieta le punizioni crudeli e inusuali. In un
ultimo disperato ricorso, i suoi difensori hanno anche sostenuto che il metodo
avrebbe violato anche la libertà di Hoffman di praticare la sua religione, in
particolare la respirazione buddista e la meditazione nei momenti che precedono
la morte. La Corte Suprema degli Stati Uniti, come Ponzio Pilato, se n’è lavata
le mani e ha deciso 5 contro 4 di non bloccare l’esecuzione con l’azoto sul
letto a forma di croce.
Hoffman è morto a 46 anni. Ne aveva 18 quando a New Orleans nel 1996 ha ucciso
Mary “Molly” Elliott che di anni ne aveva 28. Da allora ha trascorso il resto
della sua vita in una prigione della Louisiana rurale nel sud-est dello Stato,
dove è stato giustiziato. Il procuratore generale della Louisiana Liz Murrill
ha detto che si aspetta che almeno quattro persone siano asfissiate quest’anno
nello Stato. Dopo l’esecuzione di Hoffman, ha affermato che la giustizia era
stata ritardata per troppo tempo e, dopo quello degli uomini, ora Hoffman
“avrebbe affrontato il giudizio finale, il giudizio davanti a Dio”.
Al procuratore generale Murrill andrebbe ricordato che il Dio dell’Antico
Testamento pose su Caino un segno perché non lo toccasse chiunque l’avesse
incontrato. Alla cattolicissima Liz andrebbero ricordate anche le parole di
Papa Francesco: “Quando si usa violenza non si sa più nulla su Dio, che è
Padre, e nemmeno sugli altri, che sono fratelli. Si dimentica perché si sta al
mondo e si arriva a compiere crudeltà assurde”. La crudeltà assurda di chi ha
commesso un male irreparabile, quello del reato, ma anche quella di chi a quel
male risponde con un male opposto ed egualmente irreparabile, quello della pena.
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