LA GIUSTIZIA SI AMMINISTRA NEI TRIBUNALI E NON NEI SALOTTI TELEVISIVI.
- Da https://ntplusdiritto.ilsole24ore.com -
“Il danno – continua Gallo - non è solo etico: si mina la presunzione di innocenza, si distorce la percezione della giustizia, si consegna l’opinione pubblica alla fiction. E troppo spesso anche gli avvocati e i loro consulenti finiscono per alimentare questo circo mediatico, tradendo la responsabilità del proprio ruolo”.
“Rivendichiamo un principio irrinunciabile: la giustizia si amministra nei Tribunali, non nei salotti televisivi. Chiediamo informazione sobria, rispetto per le persone coinvolte, senso del limite. Non invochiamo censure, ma responsabilità. Il nostro appello va a tutte le componenti di questo sistema: ai giornalisti, che hanno il diritto - ma anche il dovere - di raccontare senza deformare; ai colleghi avvocati, che devono difendere i propri assistiti nelle sedi opportune, non davanti alle telecamere; alle Istituzioni, che devono vigilare e garantire equilibrio. Serve recuperare l’etica del racconto giudiziario, perché la ricerca della verità non può più essere confusa con l’intrattenimento” – conclude il Segretario dell’OCF.
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Da Avvocato con "onorato e lodevole esercizio della professione forense" per 40 anni, nel condividere il pensiero di Accursio Gallo, ritengo che sarebbe auspicabile, a fronte del "circo mediatico" alimentato anche da Avvocati in cerca di visibilità con comportamenti al limite, se non in violazione, del vigente codice deontologica forense, uno specifico intervento del Consiglio nazionale forense.
Emanuele Labanchi


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