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Ricordo del prof. Francesco Maria SISINNI
(nel trigesimo dalla sua dipartita)
Conobbi il prof. Francesco Sisinni e fu subito amicizia, amicizia sincera.
Nell’angoscia che ancora deprime il mio spirito per la sua dipartita, non mi è facile dire degnamente che riteneva l’amicizia una fede, che aveva per la verità un culto e che sentiva la sincerità come un bisogno. Questo è il motivo per cui, in questo momento, mi è piaciuto esserne testimone.
Ci ha lasciato paralizzati dinanzi alla triste realtà della morte, sottratto all’affetto e all’amicizia di una falange di estimatori e di amici perché è stato un cittadino impareggiabile ed un uomo pubblico insigne. Fu uomo dall’intelligenza pronta e spigliata, dalla figura serena e austera, dal carattere ferreo e dall’animo generoso, cittadino impareggiabile, uomo pubblico insigne, scrittore elegante e forbito nel panorama culturale italiano ed europeo: un gigante del sapere secondo cui il lavoro fu un dovere, la famiglia un santuario e l’esercizio professionale una missione.
Aspirazione costante della sua vita fu il bene, bene compiuto senza ostentazioni, per istinto naturale.
Coprì varie cariche ministeriali, ed in quegl’alti ruoli, nelle adunanze, rifulse per vivacità d’ingegno, per rettitudine di propositi, per la valorizzazione dei beni culturali e per la conoscenza del patrimonio artistico. Nei pubblici e nei privati commenti delle Sue attività multiforme, non fu mai retrivo, ma rinvigoriva la sua mente, comprensiva di ogni varia tendenza, nelle fresche oasi della Sue conoscenze antiche, moderne e contemporanee, avendo, anche, visione dei nuovi orientamenti della storia.
Fu oratore efficace e suggestivo, conquistava subito l’uditorio senza vana retorica, con la dizione precisa della sua parola sapiente.

Non cristallizzò il suo pensiero solo nello studio degli atti nell’amministrazione dello Stato, ma ebbe nel cuore ideali civili, di libertà e di progresso, con il convincimento tenace che, con il lievito del sapere, l’uomo può migliorare e concorrere a risolvere i contrastanti rapporti sociali.
Fu marito modello e padre affettuoso, amico sincero, professionista dotto e leale, amministratore onesto e retto. Nella vita familiare potrà esservi chi lo eguaglia ma giammai chi lo supera per intensità di affetti verso la prole e per l’amore verso la sua adorata Maristella, nobile compagna della sua vita cui dovrà dare la forza di cessare il pianto.
L’educazione dei figli è stato il suo apostolato, si esaltava nella gioia durante la loro crescita e nel comprendere il loro avvenire.
Per la perdita di un uomo che sintetizzava in sé pregi così notevoli, di mente e di cuore, non sarebbe sufficiente alcun conforto umano se non ci incoraggiasse il pensiero che la sua esistenza si prolunga ancora tra noi e che, anche se tace la sua voce, ancora ci parla, ognora, il suo esempio.
Questo solo pensiero può, in un certo modo, lenire
il dolore della famiglia, di chi gli fu amico e di chi lo ha
conosciuto. Quindi ci sia di conforto che molta parte di lui sopravvive; sopravvive
nella memoria dei conterranei; sopravvive nell’affetto degli amici e sopravvive
nel culto della famiglia dove ha lasciato i germi
fecondi delle sue elette virtù.
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San Pietro in Amantea 08 ottobre 2025 |
Ferruccio Policicchio
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