La giustizia si amministra nei Tribunali, non nei salotti televisivi.
Da qualche anno i media hanno trasformato la giustizia in spettacolo e portano nelle nostre case notizie di indagini e processi attraverso giornali e telegiornali, salotti televisivi e talk show.
Si tratta, purtroppo, di una
rappresentazione spettacolarizzata dove la corretta descrizione dei
fatti reato viene sacrificata alle esigenze dell'audience. Così si dà vita a una specie di processo parallelo incurante delle regole e delle
garanzie individuali, facendo leva sull'indignazione morale del pubblico
e generando clamore, scandali, accompagnati da...polverone, se non addirittura basati su...aria fritta.
Nel Tribunale mediatico il Diritto è assente o in posizione marginale o, comunque, rischia di rimanere imbrigliato nel giudizio dell'opinione pubblica, che trasforma facilmente l'indagato in colpevole, negandogli il diritto alla presunzione costituzionale di non colpevolezza sino a sentenza definitiva e travolgendo molti altri diritti fondamentali.
Sono del parere che ciò, oltre a poter incidere negativamente sull'equilibrio necessario nei Palazzi di Giustizia, comporti rischio di danno per gli stessi indagati o imputati, che finiscono, con i loro Avvocati sempre più spesso presenti nei salotti televisivi, per essere giudicati dall'opinione pubblica prima ancora che dai Magistrati nelle sedi competenti e nei vari gradi di giudizio.
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