Mi riferisco alle tante PILLOLE, per così dire, somministrate da Gian Carlo Marchesini (www.calderano.it) per esprimere, per quel che può contare, il mio apprezzamento allo scrittore per la stragrande maggioranza di esse con eccezione, in particolare, per le due di seguito riportate e caratterizzate, a mio parere, da una caduta di stile tanto da non poterle condividere.
Non mi piace, infatti, il ritornello dell'autore circa la mancata attenzione di Maratea alla sua presenza qui ed ai suoi cinque libri scritti proprio su Maratea e non mi piace il raffronto con Pasolini, accompagnato da una richiesta, seppure sottintesa, di premio come ad altri riconosciuto.
In sostanza, Marchesini si lamenta e, addirittura, si inalbera dinanzi alla "Terrazza Pasolini", come da recente intitolazione, e rimprovera a Maratea di non dedicargli "nè una virgola nè un sasso".
Ecco, queste Pillole, con qualche "Io" di troppo, mi sembrano un po' ...narcisistiche.
"Ohibò, io qui mi lamento e inalbero.
Pasolini ha scritto su Maratea una decina di righe di un reportage sulle coste
e spiagge italiane realizzato negli scorsi anni Cinquanta per una rivista. Io
su Maratea ho scritto cinque libri. Francesco Saverio Nitti, Una intervista
immaginaria. Gian Paolo Nitti. Colui che non è diventato. Maratea. Omaggio in
cinque parti e venticinque punti. Maratea. Il sogno di una cosa. E infine
Lettere dal Sud. E malgrado ciò, Maratea non mi dedica né una virgola né un
sasso. Sarà perché mi chiamo Marchesini e non Pasolini? Ma si ci appropria
della fama di un grande, o si rende onore alla dedizione costante di uno
scrittore innamorato?"